Maurizio Porro, Corriere della sera 25/8/2015, 25 agosto 2015
La storia di Will Hunting genio ribelle fa promozione al sogno americano del piccolo grande uomo che ce la fa a uscire dal mazzo, ma è nello stesso tempo lo stesso film ad essere un sogno avverato nella biografia di due attori oggi famosi
La storia di Will Hunting genio ribelle fa promozione al sogno americano del piccolo grande uomo che ce la fa a uscire dal mazzo, ma è nello stesso tempo lo stesso film ad essere un sogno avverato nella biografia di due attori oggi famosi. Perché Will Hunting fece la fortuna di due giovani sceneggiatori amici, Ben Affleck e Matt Damon, oggi ormai divi ciascuno con un suo copyright (il primo anche eccellente regista, il secondo star della spy trilogia di Bourne ), consacrandoli alla fiaba in smoking dell’Oscar con la partecipazione di un’audience giovane e commossa. Nel corso del tempo questo film, fortemente voluto da Robin Williams (nel ruolo sempre simpaticamente off limits di un amico psicanalista), si è costruito una nicchia di fans, è diventato un soggetto di speranza e ragionata rivolta. Il racconto dell’umile orfano bostoniano Will Hunting, che fa le pulizie nell’istituto di tecnologia del Massachusetts pur essendo un genietto matematico, è proprio la rivalsa dei deboli con talento nascosto, anche se ci vuole sempre un professore che appoggi la tua causa (Stellan Skarsgard) prima di decidere se prendere la rincorsa per gli affetti, la ribellione o la scienza: paghi uno e prendi tre. La sceneggiatura dei due bravi attori anche nel cast (Damon è il protagonista e se la cava con onore, Affleck un amico), è regolata dalla complicità di Robin Williams che ebbe un Oscar da non protagonista e dalla regìa (con nomination) del critico esploratore della psiche minorenne Gus Van Sant, attento a ogni deviazione dal vivere ( Paranoid Park , Da morire , Belli e dannati , Drugstore cowboy ). Autore di nicchia alla prima prova in produzione hollywoodiana (seguirà Scoprendo Forrester ) che lo lanciò nel firmamento di un cinema capace anche di esplorare le inedite periferie operaie di Boston, fino al finale che lascia un messaggio di speranza. Proseguendo le indagini, il regista vincerà poi a Cannes la Palma d’oro con Elephant . © RIPRODUZIONE RISERVATA Will Hunting genio ribelle di Gus Van Sant, 1997 Sky cinema Cult, ore 21