Giovanni Caprara, Corriere della Sera 22/8/2015, 22 agosto 2015
PIERO, L’UOMO DELLE STELLE: «DARÒ I NOMI A NUOVI PIANETI»
«Battezziamo i primi pianeti intorno a venti stelle della nostra galassia e il loro nuovo nome avrà un valore scientifico, culturale ma soprattutto ci aiuteranno a sentirli parte del mondo cosmico nel quale viviamo sulla Terra». Piero Benvenuti racconta con la passione di chi è cresciuto con il fascino del cielo sin da giovanissimo l’operazione lanciata dall’Unione astronomica internazionale di cui è stato eletto nuovo segretario generale. È avvenuto nell’assemblea generale di Honolulu (Hawaii) dove i tremila astronomi delle 75 nazioni che la costituiscono lo hanno scelto per guidare verso il futuro delle ricerche astronomiche.
Tra queste c’è la scoperta di nuovi pianeti extrasolari nella caccia sempre più avvincente del gemello della Terra. «Abbiamo selezionato una decina di nomi di grande valore storico o sociale per i pianeti di ogni astro ormai giudicato sicuro e proposti da associazioni nei cinque continenti. Ora chiunque può esprimere la preferenza attraverso il sito www.nameexoworlds.iau.org e i più votati saranno assegnati dopo il 31 ottobre. La cosa importante è che i pianeti così nominati sono tutti attorno a stelle che vediamo a occhio nudo. Alzando lo sguardo in una notte limpida li potremo quasi immaginare e sentirli più vicini».
Per Piero Benvenuti (69 anni) il cielo è casa. «Frequentavo la scuola media — racconta — e uno zio si accorse del mio interesse e trasformò un teodolite in un cannocchiale di quattro centimetri di diametro, lo stesso di cui disponeva Galileo. Da allora con la mente non ho più staccato l’occhio dal mio strumento, ho studiato fisica all’Università di Padova e indagato i misteri dell’universo». Con emozione una sera ci mostrava la macchia rossastra di Marte dall’osservatorio di Asiago, dove da giovane astronomo, iniziava la sua storia di scienziato. Di lì a Madrid, a dirigere le osservazioni con il satellite IUE dell’agenzia spaziale europea e poi al centro Garching (Monaco di Baviera) per governare gli astronomi europei nelle ricerche con il telescopio spaziale Hubble della Nasa.
Era ancora in terra tedesca quando venne chiamato a presiedere il nuovo Istituto nazionale di astrofisica che riuniva gli osservatori nazionali coordinando gli studi di tutti gli astronomi.
«Gli scienziati italiani — sottolinea — giocano un ruolo di primordine a livello internazionale partecipando ai grandi progetti. Oggi l’Europa e gli Stati Uniti stanno costruendo telescopi da 30 metri di diametro capaci di raccogliere una quantità di luce cento volte superiore rispetto a prima, riuscendo ad analizzare le atmosfere dei pianeti extrasolari per scoprire se ospitano la vita. Intanto si prepara il lancio del successore di Hubble, il telescopio Webb col diametro tre volte maggiore, e a terra sta nascendo lo Square Kilometre Array – SKA, un’imponente distesa di un chilometro quadrato di radiotelescopi. Oggi l’astronomia vive uno dei momenti più belli, unendo le sue indagini con la fisica di base e decifrando insieme le grandi sfide della materia oscura o dell’energia oscura che permeano l’universo».
Non è un caso che Piero Benvenuti ami raccontare queste meraviglie scrivendo libri e articoli (anche sul Corriere della Sera ). «È emozionante condividere le conoscenze. L’universo ha una storia di cui facciamo parte che è ancora più importante delle scoperte che conquistiamo».