Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 22/8/2015, 22 agosto 2015
IL CASO L’ARMA E IL CAMBIO DI RUOLO PER ULTIMO
ROMA «La bellezza di noi militari è che quando ci arrivano ordini li eseguiamo con tanto amore. Specialmente quando non li condividiamo». Accarezza con vigore l’aquila Lacrima, beatamente appollaiata sul suo braccio guantato, il «capitano Ultimo». Lo chiamano tutti così anche nella sua onlus di volontari, carcerati, ragazzi senza genitori, immigrati e rapaci che devono imparare a volare, il colonnello Sergio De Caprio che, fino alla settimana scorsa, da vicecomandante del Noe, coordinava tutte le indagini sui reati ambientali. Poi l’ordine del comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, che affida il coordinamento operativo delle inchieste a un suo sottoposto.
Una riorganizzazione che, si apprende in ambienti dell’Arma, starebbe per essere replicata anche con i Nas e con il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico. Per una strategia di «snellimento». Anche se non è previsto un trasferimento dell’uomo che nel ‘93 catturò Totò Riina (e di recente è stato prosciolto dall’accusa della mancata perquisizione del covo, che il magistrato non dispose). Il comando del Noe farà capo al comandante, ma questi, come ora, non potrà interloquire con i magistrati nelle indagini. Cosa che avviene in altri reparti operativi come il Ros.
De Caprio, che al Noe andò dopo gli screzi al Ros sulla strategia di cattura di Bernardo Provenzano, ha preso carta e penna e ha comunicato la decisione ai suoi reparti senza mezzi termini. Puntando il dito contro i «servi sciocchi» che «abusando delle attribuzioni conferite» prevaricano e «calpestano le persone che avrebbero il dovere di aiutare e sostenere».
«Da Ultimo — si legge nella chiusa — vi saluto nella certezza che senza mai abbassare la testa e lo sguardo e senza mai chiedere nulla per voi stessi, continuerete la lotta contro quella stessa criminalità, le lobby e i poteri forti che la sostengono».
Un j’accuse , finito ieri su Il Fatto quotidiano . Condiviso dai volontari che animano la struttura nella Tenuta della Mistica, che con pochi soldi e ispirandosi a san Francesco, agli Apache e a Salvo D’Acquisto, organizza di tutto: dai pasti per i poveri all’ippoterapia gratis per i disabili. «Stanno cercando di farlo fuori», denuncia «padre Rovo», prete della comunità. E aggiunge: «Ma non capiscono che lui è una risorsa, non un nemico da abbattere? Sulle idee ci si può dividere ma per lui parlano i fatti».
Indagini ad alta temperatura: la P4, Finmeccanica, Cpl Concordia. Dall’ultima sono emerse le intercettazioni del generale Adinolfi che tirava in ballo un presunto ricatto a Napolitano. «Sospettano sempre che sia lui a fare uscire le intercettazioni. Ma cosa pensano che ci guadagnerebbe? Ecco cos’ha: altri sono stati fatti generali, senza aver mai catturato nessuno», si indigna un giovane collega, volontario. E ancora: «Il capitano ha la memoria storica. Ha risollevato lui il Noe. Non ci si aspetta che chi è preposto alla tutela dei cittadini lo valorizzi, ma che lo lasci lavorare. Invece proprio adesso che si colpiscono gli ecoreati e si elimina la forestale lo si toglie dal coordinamento. Perché?».