Enrico Currò, la Repubblica 22/8/2015, 22 agosto 2015
LA SCOMMESSA DI GATTUSO: «PISA SARA’ IL MIO MILAN»
Trecento persone entusiaste per Gattuso neo allenatore del Pisa, con l’ex dg della Roma dello scudetto Lucchesi nuovo presidente e proprietario.
Gattuso, un campione del mondo in Lega Pro, dopo 10 no in 6 mesi a panchine anche importanti, da Mosca in giù: perché?
«Perché cercavo motivazioni. La garanzia di lavorare seriamente conta più della categoria. I castelli di chiacchiere prima o poi crollano sempre».
A che cosa allude?
«All’affarismo e alla cialtroneria. La maggioranza dei presidenti pensa a guadagnare da mercato e diritti tv e ad aggiustare i bilanci, non a fare crescere calciatori e a rispettare i tifosi. Fare da parafulmine col mio nome sarebbe stato suicida».
Perché Pisa dovrebbe fare eccezione?
«La città è uno dei luoghi simbolo dell’Italia. La piazza è caldissima, quella di Anconetani, Dunga e Simeone. Nei play-off l’Arena Garibaldi era piena e non è uno stadietto. Ma, soprattutto, il progetto mi ha conquistato».
Altri neofiti illustri hanno aspettato la grande occasione.
«Questa lo è. Lucchesi è un dirigente preparato, vuole la crescita di squadra, club e azienda: condivido l’impostazione. Sentire tanta fiducia da parte di chi ha lanciato Spalletti e Di Francesco mi onora».
Non sarebbe stato meglio fare il vice di Mihajlovic?
«Il Milan ha fatto un buon mercato, ne sono contento. Sinisa mi contattò quando sembrava vicino al Napoli. Mi ha fatto piacere, ma voglio continuare sulla mia strada. Non ho paura della gavetta e delle sfide, l’esperienza si fa sul campo: Sion, Palermo e Creta non sono state tre passeggiate. Ho imparato parecchio».
Che cosa, in particolare?
«A frenare l’impulsività. A studiare l’inglese. A capire che l’allenatore non può fare anche il presidente, il direttore generale, il magazziniere. All’Ofi era necessario. Ma il club è fallito lo stesso».
Che effetto le ha fatto il dramma della Grecia?
«Ho ripensato alla solidarietà tra le persone. E ai giocatori felici, quando arrivava qualche soldo, di fare la spesa al supermercato come a Natale. Esiste anche un calcio di periferia».
La periferia spinge ai guadagni illeciti: la Lega Pro è terreno fertile.
«Saremo inflessibili e durissimi. I requisiti per giocare nel Pisa non possono essere soltanto tecnici».
Anche Lippi e Allegri partirono dalla serie C, in Toscana.
«L’accostamento mi lusinga. Ma niente proclami sulla serie B facile. Ho un contratto di due anni, non mi sento di passaggio. Il Pisa è il mio Milan. Giudicatemi sul campo».