Lorenzo D’Albergo e Mauro Favale, la Repubblica 24/8/2015, 24 agosto 2015
BOTTE E MINACCE AI GIORNALISTI CHE INDAGANO SUI CASAMONICA
È la seconda volta nel giro di due giorni: chi si avvicina troppo per raccontare le circostanze del funerale show di Vittorio Casamonica o per accendere un faro sul clan che controlla il territorio a Roma sud rischia botte e minacce. Era successo a un giornalista di Fanpage. it che aveva filmato l’eliporto in provincia di Napoli da dove era partito l’elicottero che il 20 agosto ha sparso petali di rosa sul sagrato della Chiesa di Don Bosco al Tuscolano.
È capitato di nuovo a una troupe di Agorà , la trasmissione di Rai 3. Al Quadraro, quartiere a sud della capitale, per verificare la notizia di 6-7 case abitate abusivamente da membri della famiglia Casamonica, il giornalista Alfonso Iuliano e il suo operatore sono stati accerchiati e strattonati. «Mi hanno minacciato: ti ammazzo se non mi dai la telecamera», racconta Iuliano. «Hanno graffiato sul braccio il mio cameraman, gli hanno tolto la telecamera e la scheda video. L’intervento della polizia ha evitato il peggio».
Alla fine vengono fermate due persone, una coppia di coniugi appartenenti alla famiglia Spinelli, imparentata coi Casamonica, entrambi con precedenti penali. Il segnale di un clima che si surriscalda nel giorno in cui il prefetto Franco Gabrielli ha convocato la riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. L’obiettivo è mettere attorno a un tavolo tutte le forze dell’ordine (che in questi giorni si sono rimpallate la responsabilità della scarsa vigilanza in occasione dei funerali del 20 agosto) e imporre nuove regole perché, come ha chiesto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, «quanto successo non accada mai più».
A essere rivisto sarà il sistema di comunicazione. D’ora in poi, in occasioni simili, sarà necessario «far circolare l’informazione», non limitarla ai livelli più bassi (come accaduto la scorsa settimana) ma coinvolgere costantemente il comando provinciale dei carabinieri e il gabinetto del questore.
Davanti ai rappresentanti delle forze dell’ordine, Gabrielli evidenzierà le lacune che si sono verificate coi Casamonica ma difficilmente verranno prese misure che vadano oltre un richiamo disciplinare.
Intanto diventa un caso l’ipotesi che alcune decine di alloggi popolari di Comune e Regione sono abitati da appartenenti al clan o a loro familiari e prestanome. Il Campidoglio ha rafforzato la task force per le verifiche che, finora, ha fatto emergere i nomi di 743 occupanti privi di titolo perchè con un reddito troppo alto o perchè proprietari di altri immobili. Il dossier preparato dal Comune ora verrà esaminato anche dalla Procura per capire se dietro queste assegnazioni ci possa essere la mano della criminalità organizzata.
Ieri, invece, messa domenicale blindata nella parrocchia di Don Bosco. Tra decine di poliziotti e carabinieri, anche i cittadini del quartiere. Da una parte chi rivendica: «Qui siamo persone perbene ». Dall’altra chi difende il parroco, don Giancarlo Manieri: «Solo Dio può giudicare. Le colpe sono di altri».
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E i fedeli della chiesa che ha ospitato il funerale-scandalo difendono il parroco Oggi il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico: giro di vite per evitare nuove esibizioni
I CARTELLI
I cartelli esibiti da alcuni abitanti del quartiere Tuscolano davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco, dopo il funerale show di giovedì