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 2015  agosto 24 Lunedì calendario

SPAZIO, CACCIA ALLA VITA – 

Potrebbe essere un batterio, una specie di gamberetto o, nella peggiore delle ipotesi, un buco nell’acqua. O meglio un deludente buco nel ghiaccio. Queste sono solo alcune delle ipotesi sulle prossime missioni dirette su Giove e sulle sue tre lune ghiacciate. Ganimede, Europa e Callisto potrebbero nascondere, sotto la loro spessa coltre di ghiaccio, acqua liquida e, forse, forme di vita extraterrestre. Un’idea che sembra sempre meno strampalata, specie dopo l’entusiamso suscitato dall’ultima scoperta della sonda Rosetta, che ha rilevato la presenza di composti organici, gli elementi chiave delle vita, sulla cometa 67P.
Le lune di Giove sono ora sia nel mirino dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che in quello della Nasa. In particolare, l’Esa ha di recente raggiunto un accordo ultramilionario con Airbus Defence and Space, che ha sede a Tolosa, a cui ha affidato la responsabilità di sviluppare, testare e lanciare la missione JUICE (Jupiter ICy moons Explorer). La partenza della sonda è prevista per il 2022. Se tutto andrà bene, approderà su Giove nel 2030 e a quel punto sorvolerà Giove e i tre satelliti. JUICE trascorrerà 3 anni e mezzo a esplorare il gigante gassoso, dedicando maggiore attenzione a Ganimede, la luna più grande dell’intero sistema solare. Questo satellite ha suscitato parecchio interesse dopo che il telescopio spaziale Hubble ha rilevato prove importanti della presenza di un gigantesco oceano intrappolato sotto lo spesso strato di ghiaccio esterno. Si pensa sia moltissime volte più profondo degli oceani terrestri e che potrebbe contenere più acqua di quanto non ne abbia tutto il nostro pianeta. La speranza è che in un oceano così grande nuoti qualche "pesciolino" davvero speciale. Forse il primo extraterrestre con cui l’uomo entrerà in contatto. Per quanto concerne Europa l’attenzione sarà focalizzata sulla chimica essenziale per la vita, compresa la ricerca di molecole organiche, la composizione della superficie e informazioni relative al sottosuolo.
I DATI
«Giove è l’archetipo dei pianeti giganti del Sistema Solare, e i suoi satelliti galileiani sono fondamentali per comprendere l’abitabilità dei mondi ghiacciati», spiega l’Esa sul sito. «Capire il sistema di Giove e svelare la sua storia, dalla sua origine al possibile emergere di ambienti abitabili, ci darà - continua - una migliore comprensione di come si sono formati ed evoluti i giganti gassosi e i loro satelliti. I dati inoltre potrebbero mettere in luce informazioni sulla potenziale nascita della vita nei pianeti extrasolari simili a Giove».
La missione JUICE, come ha riportato la CNN, costerà la bellezza di 900 milioni di euro. Del resto gli strumenti che userà JUICE sono molto sofisticati. Quattro degli undici strumenti sono made in Italy. Tra i più importanti c’è "Rime", il radar che guarderà attraverso i ghiacci delle tre lune. In grado di raggiungere la profondità di 9 chilometri, Rime fornirà dati fondamentali per conoscere la geologia del sottosuolo e la geofisica delle lune ghiacciate, indicando l’eventuale presenza di acqua sotto la superficie ghiacciata di Ganimede e di Europa.
LA SONDA
JUICE sarà poi dotato di spettrometri per determinare se ci sono o meno tracce di azoto e carbonio. In particolare, lo spettrometro italiano si chiama "Majis" e studierà la composizione mineralogica delle lune e la struttura e la morfologia dell’atmosfera di Giove. Mentre le telecamere fotograferanno la superficie alla ricerca di geyser che potrebbero spruzzare nello spazio acqua ricca di materiale organico. Tra le camere ad alta definizione c’è l’italiana "Janus", affidata a Pasquale Palumbo e ai ricercatori dell’Università Parthenope di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Poi sono previsti sensori che misureranno il livello di radiazioni assorbite orbitando attorno a Giove, una potenziale fonte di energia alternativa al calore del Sole. L’idea è quella i sfruttare pannelli solari in grado di generare energia sul pianeta gassoso, visto che la sua elevata distanza dal Sole.
L’Esa però non è l’unica ad aver messo gli occhi sulle lune del gigante gassoso. Anche la Nasa sta lavorando a una missione simile a JUICE. Solo che l’agenzia americana ha deciso di scommettere su una luna in particolare, Europa, da qui il nome della missione Europa Clipper. Su Europa la Nasa ha deciso di puntare 30 milioni di dollari, messi già a bilancio del 2016. Anche questa missione partirà nel 2022, ma l’obiettivo sarà quello di ruotare attorno a Europa per 45 volte in tre anni.
Per i primi risultati delle missioni, almeno quelli di JUICE dell’Esa, dovranno passare probabilmente 15 anni. Nel frattempo la ricerca di altri pianeti simili alla Terra potrebbe riservarci grosse sorprese.
Valentina Arcovio