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 2015  agosto 22 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - NUOVO PUNTO D’ATTACCO PER I MIGRANTI: LA MACEDONIA


GEVGELIJA (MACEDONIA) - Dopo la riapertura parziale delle frontiere della Macedonia con la Grecia, alcune centinaia dei circa 2000 migranti che cercano di andare in Europa occidentale, sono riusciti a forzare il cordone di sicurezza e ad entrare in Macedonia attraverso il posto di frontiera greco-macedone di Gevgelija. La polizia ha usato granate assordanti per cercare di bloccare il flusso di persone, ma la maggior parte di loro si sono diretti verso la stazione ferroviaria di Gevgelija.

I migranti sono entrati dopo una notte trascorsa nei campi sotto la pioggia e con scarso accesso a cibo e acqua. Sotto la pressione dei circa 3mila migranti in attesa a Gevgelija, il governo della Macedonia ha messo in funzione cinque treni al giorno, con capacità fino a 700 persone, che hanno l’unico obiettivo di trasportare le persone fino alla frontiera con la Serbia. I migranti vogliono arrivare in Serbia per poi entrare nella confinante Ungheria, Paese dell’Ue e dell’area Schengen. Per la maggior parte si tratta di cittadini provenienti dalla Siria, ma anche da Pakistan, Bangladesh e Somalia. Secondo i dati ufficiali, sono oltre 40mila i migranti arrivati in Macedonia negli ultimi due mesi.

Ma il governo macedone protesta e chiede un maggiore sostegno di Bruxelles e la partecipazione della Commissione europea per risolvere l’emergenza immigrazione. "I migranti che entrano dalla Grecia sono passati da 500 a 3mila al giorno - ha detto il ministro degli Esteri Nikola Popovski - e l’ assistenza che riceviamo dalla comunità internazionale è simbolico, il peso principale è a carico delle istituzioni macedoni".

Come già accennato, migliaia di profughi, in particolare rifugiati siriani, hanno trascorso sotto la pioggia la notte tra venerdì e sabato in una zona alla frontiera tra Grecia e Macedonia, controllati dalla polizia macedone, mentre altre centinaia continuavano ad arrivare. La maggior parte ha dormito all’aperto, alcuni hanno riposato nelle tende, in questa terra di nessuno tra il villaggio greco di Idomeni e la città macedone di Gevgelija. Fortissimo odore di fumo, persone che vagavano tra cumuli di rifiuti, sguardo fisso verso la frontiera dove le forze speciali della polizia sono dispiegate da giovedì: la Macedonia ha decretato lo stato d’emergenza per tentare di gestire il flusso migratorio.
Macedonia, duemila migranti accampati sul confine con la Grecia
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Durante la notte, malgrado le lacrime dei bambini, la polizia ha raddoppiato lo spessore del filo spinato e ha spinto indietro la folla, che gridava "Aiutateci". Molti "non riuscivano a proteggersi dalla pioggia. Una madre ha perso sua figlia e ha gridato tutta la notte. Io sono qui da dieci giorni. Voglio andare in Norvegia", ha gridato Samer Moin, un medico siriano di 49 anni.

Centinaia di altri migranti affluivano in mattinata a Idomeni, in tir provenienti dal porto greco di Salonicco, per poi proseguire verso la zona di frontiera. Poliziotti macedoni hanno sparato venerdì granate stordenti per respingere i migranti mentre cercavano di varcare la frontiera. Almeno otto persone sono state leggermente ferite.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso oggi preoccupazione. L’alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha parlato della situazione con Poposki e ha ricevuto assicurazioni sul fatto che in futuro i confini non verranno chiusi.

"L’Unhcr esprime particolare preoccupazione per le migliaia di rifugiati e migranti vulnerabili, in particolare donne e bambini, che si trovano ora ammassati nella parte greca del confine in condizioni che continuano a peggiorare", ha affermato l’agenzia in un comunicato. L’agenzia, comprendendo le pressioni che sta affrontando la Macedonia e le legittime preoccupazioni sulla sicurezza, fa appello al governo per mettere in atto meccanismi che consentano di garantire una gestione ordinata delle frontiere senza trascurare le esigenze di protezione

In particolare, l’agenzia ha detto di aver incoraggiato il governo a lavorare con l’Unhcr per realizzare adeguate capacità di accoglienza nel paese, così come una procedura organizzata per la registrazione e l’identificazione. "L’Unhcr sta anche facendo appello alle autorità greche per rafforzare le modalità di registrazione e di accoglienza per le persone bisognose di protezione internazionale, per fornire assistenza urgente alle persone bloccate nella parte greca e per aiutarle a trasferirsi verso strutture di accoglienza lontane dal confine," aggiunge il comunicato.

L’Unhcr ha detto di essere pronta a fornire assistenza ad entrambi i governi per affrontare tali gravosi impegni e ha rinnovato il suo appello all’Ue a intesificare il sostegno ai paesi interessati.

VENTIDUE BARCONI
Nuova ondata di migranti - si stima tra le duemila e le tremila persone - in arrivo dalla Libia: un numero impressionante di gommoni e barconi alla deriva hanno lanciato l’allarme chiedendo l’intervento dei mezzi di soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. Più di venti le richieste arrivate alla centrale operativa della guardia Costiera, che coordina gli interventi. Si tratta di 6 barconi e 16 gommoni con a bordo complessivamente, appunto, tra le duemila e le tremila persone. Sono oltre 1700 i migranti che sono stati già salvati e recuperati nel corso della mattinata dai mezzi italiani e europei che stanno continuando ad operare nel Canale di Sicilia. Dalla notte scorsa sono 22 le imbarcazioni che hanno lanciato l’allarme, 16 gommoni e 6 barconi: Al momento 370 migranti che erano su un barcone si trovano a bordo di un mezzo della guardia di finanza che sta raggiungendo il porto di Messina. Altri 111 sono stati salvati da un gommone e recuperati dalla motovedetta Cp324 delle Capitanerie di porto partita da Lampedusa; 322 migranti sono invece a bordo della Siem Pilot, la nave norvegese inserita nel dispositivo Triton. Altri 507 sono stati tratti in salvo dalla nave Cigala Fulgosi della Marina Militare, che aggiungendosi ai 432 salvati dalla nave Vega portano a 939 il numero delle persone salvate oggi dalla Marina italiana. La Guardia Costiera riferisce che altri 187 migranti su due gommoni sono stati tratti in salvo dalla motovedetta Cp 291. I 432 migranti con nave Vega arriveranno lunedì mattina al molo Quattro Venti del porto di Palermo.
Due barconi alla deriva nel Mediterraneo, la Marina salva altri 939 migranti
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I migranti, rende noto la Marina militare, si trovavano a bordo di due barconi sovraffollati e senza le minime dotazioni di sicurezza. Al momento il porto di sbarco dei migranti non è ancora stato comunicato dal Ministero dell’Interno. Nella zona sono presenti nave Fiorillo e nave Diciotti della Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4 motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Le operazioni di recupero dei migranti sono in corso.
Migranti, i soccorsi ai 22 barconi nel Canale di Sicilia
Arrestati sei scafisti. Intanto sei egiziani, sbarcati a Palermo giovedì scorso con centinaia di migranti, sono stati arrestati dalla polizia perchè ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione soccorsa in acque internazionali dalla nave Diciotti della Capitaneria di porto.
Al porto di Palermo la nave della Guardia Costiera con 359 migranti
A permettere la loro individuazione sono stati, come spesso accade, i racconti degli stessi migranti i quali hanno anche descritto le drammatiche condizioni di salute e di pericolo che hanno vissuto durante il viaggio. Secondo i loro racconti, durante la navigazione, decine di donne e bambini sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire soltanto dopo il pagamento, da parte dei parenti, di un ulteriore cospicuo importo quale riscatto. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I sei sono Mustopha Taysir, Solah Ahmed, Mohammud Alli, Mohammed Abdella, Mohammed Taysir e Ala Mohamed Shafi ed hanno un’età compresa tra i 42 e i 24 anni.
Stavolta partiti dall’Egitto. Secondo le testimonianze raccolte, l’imbarcazione sarebbe partita dall’Egitto e non come solitamente accade dalla Libia. I migranti avrebbero pagato duemila dollari ciascuno per salire su un’imbarcazione che avrebbe potuto ospitare al massimo una trentina di persone e su cui invece ne sono state caricate oltre 400. Sembrerebbe inoltre che solo una protesta dei migranti, perplessi sulla capacità del natante di trasportare così tante persone, avrebbe costretto gli scafisti a ridurre il numero di passeggeri a 432 rispetto ai previsti 550.