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 2015  agosto 21 Venerdì calendario

ERI PICCOLA… COSÌ

1959
oramai si vola. È ebbrezza diffusa e giustificata dal desiderio di mandare in archivio la follia della guerra e la sofferenza di una ricostruzione entusiastica, ma difficile. Ci si vuole avviare decisamente verso una vita dolce, dopo una vita difficile. 3 febbraio. In un incidente aereo perdono la vita i giovani musicisti Ritchie Valens, Buddy Holly e J.P. “The Big Bopper” Richardson. È ricordato come “il giorno in cui morì la musica”. Ma la radio continua a cantare e cambia lo stile delle canzoni. Si vola verso una morale più disinvolta e con meno freni inibitori. È trasgressione. Prima sussurrata, poi sempre più dilagante: la fine del decennio porterà anche cambiamenti evidenti nel costume. Provate a guardare le fotografie delle donne della prima metà dei Cinquanta e paragonarle con quelle della seconda metà: c’è un abisso. Ovviamente le fotografie dell’inizio dei Cinquanta pescano direttamente nel decennio precedente: le donne portano i segni della guerra e della ricostruzione. C’è fatica nei loro occhi, una volta superata la disperazione della solitudine di una vita in attesa di un ritorno e della fine del disagio: la fatica di dover rimettere in piedi quanto è stato distrutto dagli uomini, seguendo il destino millenario delle donne. Poi sui loro visi torna progressivamente il sorriso, nel secondo quinquennio dei Cinquanta. È il sorriso della fiducia ritrovata, delle difficoltà superate via via con la fatica. La speranza è stata ben riposta e non è stata tradita: c’è un domani differente dallo ieri e il domani lascia presagire la possibilità di un dopodomani ancor più sereno. Si parla di elettrodomestici e in qualche casa le ghiacciaie sono sostituite dai frigoriferi in arrivo dall’America. Non solo: si sussurra di una macchina in grado di fare il bucato, la lavatrice. Sembra impossibile, ma sarà così. Volando verso il decennio successivo, sparirà il bucato fatto a mano nei grandi lavatoi condominiali, con le mattonelle di sapone di Marsiglia bianco, profumato di buono. Quel sapone se ne andrà assieme alla varechina versata a fiumi dentro le tinozze di metallo.

Gambe depilate. Le donne della fine dei Cinquanta, ritrovano il corpo: si affaccia la consuetudine della ceretta per mostrare gambe depilate e le più fortunate possono contare addirittura su qualche goccia di profumo francese. Diversamente c’è la saponetta Camay: la pubblicità dichiara come contenga «costosissimo profumo francese del costo di diecimila lire a boccettino». Non è un caso: 13 febbraio, inizia la commercializzazione della bambola Barbie. Interessa anche i ragazzi di allora, intenti a vedere da molto vicino le forme di questa bambolina, assolutamente inconsuete. Finora le bambole hanno avuto le fattezze di bambini piccoli. Con Barbie arriva una statuetta formosa fra i giochi delle adolescenti. Formosa e ben sviluppata: una signorina, insomma. Prospettiva dei giochi di bimba, sogno erotico dei ragazzi, pronti a partecipare per la prima volta ai giochi di bimba con bambola. Un anno prima Fred Buscaglione canta Eri piccola… così, un’ode ad una bambolina, firmata con Leo Chiosso. Fred e Leo interpretano i cambiamenti del momento. Da una parte la morale prevede pene severe per l’adulterio al femminile, dall’altra ribollono non troppo sommessamente fermenti di natura opposta. Bulli, pupe, whisky e sigarette: «Tu, / fumavi mille sigarette. / Io, / facevo il grano col tresette. / Poi un giorno / m’hai piantato / per un tipo spappolato». Ecco la trasgressione in formato 45 giri: lei fuma a sproposito, lui gioca a carte e si mantiene. Lei lo lascia per un altro ancor più eccessivo, lui la rincorre per esercitare il «senso del possesso che fu prealessandrino» e lei — benché piccola, così — reagisce sparando. A far da quinta invisibile, i colori di una vita notturna annegata nei superalcolici ed in altri eccessi vari per dimenticare un passato recente affamato da una guerra, lasciata dietro un angolo di poco più di un decennio. «T’ho cercato, / l’ho scovato, / l’ho guardato, / s’è squagliato. / Quattro schiaffi t’ho servito, / Tu mi hai detto: ‘Disgraziato!’ / La pistola m’hai puntato, eh, / ed un colpo m’hai sparato. / A sì / Spara (bang) / Spara (bang) / e spara (bang) / khoff, khoff, khoff, khoff, (colpi di tosse) / E pensare che eri piccola, / ma piccola, / tanto piccola, / così!».