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 2015  agosto 21 Venerdì calendario

SENATO, LA TRINCEA DEI FUNZIONARI. TROPPI EMENDAMENTI, COMPUTER IN TILT

Sulla scrivania c’è un foglio scritto a penna. Fila di cifre, elenco di lettere, qualche scarabocchio nervoso. Anzi, incredulo. Perché una riforma, decisamente più epocale dell’abolizione del Senato elettivo, il Parlamento italiano l’ha già portata a termine: ha fatto finire i numeri. L’impossibile si è realizzato quando il software che Palazzo Madama solitamente usa per ordinare gli emendamenti ai disegni di legge, a un certo punto, ha smesso di funzionare. Fine, kaputt. Davanti ai 513.449 distinguo al ddl Boschi, il sistema si è impallato. Hanno dovuto richiamare dalle ferie anche gli ingegneri del Servizio informatico per studiare una soluzione che riuscisse a contenere quella valanga di modifiche.
Così, su quella scrivania rimangono i resti della battaglia dell’operazione «pettine». Per combatterla, c’è voluto un computer a due teste. Una tastiera, un mouse e uno schermo doppio: marchingegno semi artigianale che, gli stessi ingegneri della fine dei numeri, si sono inventati per mettere in ordine la valanga di emendamenti piombata il 7 agosto sulla riforma costituzionale.
Sono lì, da due settimane, in 150, ad aspettare che i senatori tornino dalle vacanze. Alle loro, di ferie, hanno rinunciato in maniera «autonoma» «consapevole». Troppo delicata la materia che avevano per le mani, non volevano che la politica, a settembre, scaricasse su di loro la colpa di una riforma che fatica ad andare in porto. Non hanno gradito gli articoli di stampa in cui si accusano loro (e il presidente Grasso) di ostacolare la causa. «Non siamo eroi – spiegavano ieri al secondo piano di Palazzo Madama – l’avremmo fatto per qualsiasi disegno di legge. Ma certo questa è materia infiammabile».
Per fare il lavoro di questo agosto, in una situazione normale, calcolano che ci sarebbero voluti tre mesi. Perché non si tratta solo di mettere in fila le richieste di modifica che poi verranno votate in commissione. Per dire, un emendamento che chiede di sopprimere un comma non può essere messo ai voti dopo un altro emendamento che magari, quel comma, lo ha già modificato. Così si infilano nel fascicolo prima i “soppressivi”, poi i “sostitutivi”, poi i “modificativi” (anche questi ordinati, da quello più lontano dal testo originale a quello più vicino) e infine gli “aggiuntivi”. Procedura che è di prassi, ma che si è notevolmente complicata con quei 15 dvd davanti. Per questo sono stati montati i due schermi. Uno per vedere gli articoli della riforma, l’altro con gli emendamenti da inserire: “a pettine”, appunto. Gli articoli più bersagliati sono il 2 (quello sull’abolizione del Senato elettivo) e il 10, che elenca le materie di competenza bicamerale: solo questo si porta dietro 300 mila emendamenti. Due giorni fa, i 120 file conclusivi sono stati mandati alla tipografia. Ma prima di metterli su carta si aspetterà settembre. Il regolamento dice che il fascicolo «stampato e distribuito» ma non precisa se ogni senatore abbia diritto ad una copia. Farlo, costerebbe una enormità. Ma «la decisione – spiegano – sarà politica». E la politica può tutto, si è visto. Anche far finire i numeri.