Il Sole 24 Ore 21/8/2015, 21 agosto 2015
FONDI SOVRANI
Il fondo sovrano norvegese ne ha chiuso il secondo trimestre con la prima perdita da tre anni a questa parte. Ma i dolori non sono certo arrivati da Piazza Affari, dove il fondo è il settimo investitore istituzionale e il terzo tra quelli esteri. Il controvalore delle sue partecipazioni azionarie da inizio anno è cresciuto di circa il 26 per cento. I norvegesi guidano la pattuglia dei soggetti controllati da stati sovrani che hanno partecipazioni di peso a Piazza Affari. Un gruppo che comprende anche gli Emirati Arabi, che attraverso il fondo Aabar hanno il 6,5% di Unicredit, la banca centrale libica (altro investitore di peso nella banca di piazza Gae Aulenti) e soprattutto la Cina che, attraverso la sua banca centrale (ma non solo), negli ultimi due anni si è affermata come uno degli investitori istituzionali più attivi sulla piazza milanese. Stando a un’elaborazione che il Sole 24 Ore ha fatto su dati S&P Capital IQ, il valore delle partecipazioni che questi soggetti hanno a Piazza Affari è pari a circa 18,6 miliardi di euro. In crescita di 6,5 miliardi di euro rispetto ai livelli di inizio anno. In termini percentuali si tratta di un incremento del 56% che è frutto in parte della performance positiva del listino milanese e in parte dell’ingresso di nuovi soggetti, come appunto la Cina.