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 2015  agosto 12 Mercoledì calendario

I TABU DEGLI ITALIANI IN AMORE

CHE COSA PROVOCA quel senso di rifiuto, condito da paura e vergogna, che chiamiamo tabù quando parliamo d’amore? In Italia tre situazioni soprattutto, dice il sondaggio che l’istituto di ricerche Swg-Trieste ha realizzato in esclusiva per Grazia. L’adozione da parte di una coppia omosessuale, che viene vista con difficoltà dall’85 per cento degli interpellati, quella da parte di un single, ancora non accettata da un 61 per cento, e innamorarsi di una figura religiosa (79 per cento).
E evidente: gli italiani percepiscono come tabù situazioni precluse dalle norme. Adottare bambini al di fuori del matrimonio eterosessuale è vietato dalla legge 184, avere una relazione con un sacerdote è peccato per la chiesa cattolica. E il 46 per cento degli italiani è perplesso anche davanti a gesti d’amore estremi, come il ricorso - non permesso nel Paese - all’utero in affitto da parte delle coppie che non hanno figli. «Secondo me le persone intervistate non hanno vicini di casa gay che crescono figli sereni», racconta l’avvocato Michele Giarratano, che con il marito, il senatore Sergio Lo Giudice, ha fatto ricorso a una maternità surrogata negli Stati Uniti, dalla quale è nato Luca, 15 mesi. «Sono appena uscito dall’Ikea di
Catania. Al ristorante una signora mi ha chiesto dove fosse la mamma di Luca. E quando le ho detto che il piccolo ha due papà mi ha sorriso. Gli italiani hanno molti pregiudizi, ma quando toccano con mano “il diverso” si fanno prendere dal dubbio. Sarà che vivo nella tollerante Bologna, ma al massimo incrocio qualche occhiata perplessa».
Ma che cosa contribuisce a far superare un tabù?
I personaggi famosi che diventano testimonial di nuovi stili di vita? Penso alla popstar Elton John e al marito David Furnish che sorridono dai giornali con i piccoli Zachary ed Elijah. «La conoscenza diretta: è lei che abbatte il pregiudizio», dice Giuseppina La Delfa, presidente dell’Associazione famiglie Arcobaleno. «Se più coppie gay venissero allo scoperto, si creerebbe una rete di persone che vede in ognuna di loro una famiglia normale. Così, toccando con mano, a poco a poco si smantellano i tabù». E per conoscenza s’intende pure quella dei dati scientifici. Nel libro L efamiglie omogenitoriali in Italia (Edizioni Junior), Paola Bastianoni, docente di Psicologia dinamica a Ferrara, con un pool di colleghi ha fatto un lavoro certosino: «Abbiamo documentato che non esistono famiglie che in virtù della loro struttura possano definirsi a priori “buone”. Tutte, etera e omo, possono essere luoghi forieri di benessere per i figli, o al contrario luoghi minati da rischi evolutivi. E l’assenza di diritto che aumenta i pregiudizi e il rischio di violenza contro i figli delle coppie omosessuali».
UATTRO PERSONE SU CINQUE stentano ad accettare il fatto che ci si possa innamorare di un sacerdote o di una religiosa. Eppure sembra che questo tabù sia alla base degli ascolti da record della soap opera Mediaset II segreto: i tormenti amorosi dell’aitante don Gonzalo tengono da mesi incollati alla tv cinque milioni di telespettatori. «Ma non è solo fiction, succede anche nella realtà», dice Carmelo Abbate, autore del libro-inchiesta Sex and the Vatican (Piemme). «Le storie d’amore tra donne e sacerdoti sono molto più diffuse di quanto si creda. Il tabù che vede la figura religiosa maschile come intoccabile e asessuata è tutto italiano. E i media lo rafforzano: non parlando delle storie tra donne e preti aumentano il mistero e ingigantiscono l’ipocrisia intorno al fenomeno».
Alcuni dei tabù che Grazia ha fatto analizzare sono invece alimentati da leggi, regolamenti, burocrazia. Un esempio? I matrimoni interreligiosi. Compaiono nelle fiction, conquistano il grande schermo, come nella commedia dell’anno Non sposate le mie figlie (quattro sorelle sposano un cinese, un musulmano, un ebreo e un ragazzo di colore). Eppure sono difficilmente accolti dal 49 per cento degli intervistati. «È il binomio cristianesimo-islam il più difficile da normalizzare. Anche a causa delle leggi: se in Italia una musulmana e un cristiano vogliono sposarsi con rito civile, il consolato di lei, per dare il nullaosta, chiede la conversione di lui. Certificata da una moschea. Molte saranno pure finte conversioni, ma alla fine contano ! numeri: e i figli dei neoconvertiti sono automaticamente musulmani», spiega Valentina Colombo, saggista esperta di mondo arabo. «Se invece lei è cristiana e sposa un musulmano succede che, anche grazie ai moltiplicati episodi di terrorismo di matrice islamica, sia vista come preda innocente di una cultura misogina. Da lì l’aumento di paure, terrori, fantasmi. Il tabù è la somma di tutto ciò», continua l’esperta.
ESISTENZE IN VIA DI DEMOLIZIONE,
invece, per due forme d’amore che per anni sono state considerate in qualche modo coraggiose: quello che nasce nella terza età e quello verso un disabile. «Non me lo sarei aspettato, perché in Italia si fa ancora molta fatica ad accettare la diversità, ma è un buon segnale», commenta a Grazia Giusy Versace, campionessa paralimpica di atletica. «Dopo che ho perso le gambe, ho capito che la testa mi funzionava ancora e ho deciso di vivere l’handicap in modo naturale. Del resto non posso cambiare le cose, ma se tu riesci ad accettare te stessa, anche gli altri accetteranno te». E oggi Giusy è felicemente fidanzata con Antonio Magra, anche lui disabile.
EL NOSTRO SONDAGGIO uomini e donne hanno risposto quasi allo stesso modo. A dimostrazione che la percezione dei tabù è quanto mai intersessista. Una certa sensibilità femminile è venuta fuori solo quando si è trattato di valutare il caso di restare insieme con il partner anche dopo aver ammesso il tradimento. Solo una donna su tre ha mostrato resistenza alla ricomposizione della coppia post adulterio, contro il 40 per cento dei maschi. Forse perché spesso le donne tendono a perdonare i compagni fedifraghi pur di salvare la famiglia. Le relazioni nell’èra del Viagra, cioè quelle tra persone over 70 molto più attive sessualmente delle generazioni precedenti, sono ormai percepite come normali da due intervistati su tre. A loro è dedicato Piangi pure (Bompiani), intensa storia d’amore tra due quasi 80enni scritta da Lidia Ravera. Che sul tema è tornata anche nel recente Gli scaduti: «Molte persone, soprattutto donne, mi hanno scritto per ringraziarmi d’aver affrontato questo tema. Lo stereotipo, per fortuna sempre più in disarmo, che una donna avanti con gli anni non possa più desiderare ed essere desiderata, non corrisponde affatto a verità. Credo che il mio romanzo abbia contribuito a demolirlo», dice a Grazia. Invece fa ancora sensazione la coppia divisa da tanti anni di differenza, soprattutto quella in cui è lei la più anziana: nel nostro sondaggio per il 44 per cento degli interpellati siamo in “zona tabù”. «In questo caso», continua Ravera, «agisce un non detto potente, che tiene separati, nell’immaginario, la donna-madre dal partner giovane-figlio».
Mentre la scrittrice parla, mi viene in mente la bella storia d’amore dell’attrice Alessandra Martines, 51 anni, e del compagno francese Cyril Descours, che ne ha 19 di meno e dal quale ha avuto il figlio Hugo, 2 anni. Ma anche la relazione che sta facendo impazzire la Francia, quella tra il ministro del Tesoro Emmanuel Macron, 37 anni, e la sua ex professoressa di liceo, Brigitte Trogneux, 57. Sono sposati da otto anni, ma si sono mostrati in pubblico soltanto qualche giorno fa. Forse ad ogni ora che passa c’è qualche tabù che cede il passo. Anche mentre state leggendo questo pezzo.■