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 2015  agosto 19 Mercoledì calendario

SOTTO LA LANTERNA SI GIOCA AL RIBASSO

Genova, ex repubblica marinara ancora oggi fiera del suo porto primo in Italia, ha vissuto un’estate di sfottò aerei. Genoa e Sampdoria si sono sfidate a colpi di slogan ironici affidati a velivoli ben visibili dal litorale tirrenico prima che tornasse a planare su Bogliasco il dirigibile Cassano.
Hanno iniziato i tifosi sampdoriani dopo la mancata iscrizione dei rossoblù in Europa League per mancanza del via libera secondo le normative Uefa: «Senza licenza, porta pazienza. Grazie Enrico». Battuta tornata indietro come un boomerang dopo la prematura eliminazione dei doriani ai preliminari dell’ex Coppa Uefa: «Mi dispiace, ce l’ho messa tutta. Enrico», seguito pochi giorni dopo da «Scherzavo… sono contento, Enrico». Ovviamente la firma è del presidente Preziosi.
Emblema di mesi al termine dei quali hanno perso entrambe: il Genoa prima a causa dei mancati pagamenti per operazioni di mercato con l’estero che non hanno consentito il rilascio della licenza Uefa, la Sampdoria ripescata al posto dei cugini ma poi travolta 4-0 sul neutro di Torino dai serbi del Vojvodina, la squadra di Novi Sad dove iniziò a giocare a calcio il mitico Vujadin Boskov, allenatore dello scudetto di Vialli e Mancini nel 1991 (la rimonta al ritorno si è fermata a un’inutile 2-0). L’estate ha costretto a cancellare in poche settimane l’esaltante stagione 2015-16: Genoa 6°, Sampdoria 7ª, le due coinquiline di Marassi meglio di Inter e Milan messe insieme. Genova davanti a Milano come non accadeva da anni. Ma l’estasi è durata poco. Il club di Preziosi ha salutato due dei protagonisti della cavalcata conclusa a 59 punti: Bertolacci e Iago Falquè. È rimasto uno dei registi più eleganti della Serie A: il brasiliano Tino Costa. Ed è andato in scena il solito mercato votato alla ricerca di talenti da lanciare o rigenerare: Lazovic, Ntcham, Gakpè, Pandev, Cissokho e Munoz. Gente giovane e meno giovane che potrebbe in breve trasformarsi in un nuovo affare, come successo negli ultimi anni con Thiago Motta, Milito fino a Iago Falqué.
Altro gioiello inseguito da tutti è Diego Perotti che però al momento Preziosi sembra intenzionato a tenere. Attenzione a Pavoletti che potrebbe essere il bomber rivelazione del campionato. Adesso la materia prima è nelle mani di Gasperini, chiamato a un nuo- vo assemblaggio. Finora il compito non è riuscito, come dimostra la sconfitta per 4-0 in amichevole col Celta Vigo. Inizio di campionato in salita anche per l’assenza di Perin, infortunato, che tornerà a ottobre, e suspense per la decisione della giustizia sportiva dopo la richiesta di penalizzazione (-3) del procuratore Palazzi per l’infinita saga di scommessopoli.

Per ora vanno ancora peggio le cose a Zenga. La Sampdoria di Mihajlovic è svanita. Il timoniere serbo è passato al Milan e sono partiti Obiang, Acquah, Eto’o, Okaka e Duncan, elementi più o meno protagonisti nell’impresa di pochi mesi fa. Zenga ha dovuto affrontare le sue prime forche caudine già a inizio agosto dopo il ko in Europa League. In quei giorni aleggiava addirittura la parola “esonero”. Sospetti di panchina traballante che si sono unite alle solite voci che accompagnano fin dall’inizio l’avventura di Ferrero al vertice della Sampdoria: gli spifferi sull’esistenza di altri proprietari reali alle sue spal- le (dall’ex Garrone a Volpi dello Spezia) corredati dall’analisi delle alchimie di bilancio degli ultimi mesi. Alla fine Ferrero - dopo aver sempre risposto divertito a questi discorsi con la classica frase «È tutta la vita che faccio cose e nessuno crede mai le abbia fatte tutte da solo» - è sbottato con un comunicato stampa molto deciso nel quale ha ribadito che il club è gestito bene e presto arriverà al pareggio di bilancio.
Alla fine, come spesso succede nel calcio, lo scenario è cambiato grazie alla comparsa sulla scena di un grande nome: Antonio Cassano, tornato alla Sampdoria otto anni dopo la prima volta dal Real con Marotta e Paratici. In mezzo una carriera non all’altezza della sua sconfinata classe. Il copione è sempre lo stesso: il barese è sovrappeso, ma ha iniziato a lavorare per rimettersi in forma con sedute d’allenamento straordinarie agli ordini del suo fedelissimo preparatore atletico Agostino Tibaudi. Zenga spera di poterlo avere in forma accettabile per la terza giornata di Serie A con il Bologna a Marassi. È probabile che, come insegna la sua carriera, regalerà i primi sei mesi da campione. Poi si vedrà. Ma la Genova blucerchiata era la meta da sempre agognata per chiudere col calcio: la città dov’era rinato quasi dieci anni fa dopo il flop al Real Madrid, il lungomare dove ha conosciuto Carolina, poi diventata sua moglie e madre di Christopher e Lionel.
Ferrero continua a fare collezione di “grandi” sul viale del tramonto: a gennaio Eto’o, adesso Cassano. Sullo sfondo anche Balotelli, che però attende il risultato del playoff di Champions League della Lazio. Sembrano operazioni amarcord, ma servono ad accendere i tifosi: da quando è tornato Fantantonio, gli abbonati alla Sampdoria sono esplosi arrivando a quota 18mila. Tutti con gli occhi al prato sperando in una magia del barese. Con uno sguardo al cielo di Genova per vedere chi sarà il primo a decollare con il prossimo sfottò.