Paolo Isotta, il Fatto Quotidiano 19/8/2015, 19 agosto 2015
LETTERE
Caro Direttore, solo oggi leggo il delizioso articolo di Andrea Scanzi (il Fatto Quotidiano, 11 agosto) sul feticismo dei piedi e la tortura alla quale gli amanti di questa meravigliosa parte del corpo sono sottoposti d’estate, quando essa circola libera… Fattelo dire da chi del piede ha fatto un culto per tutta la vita: Scanzi ha ragione. D’estate siamo sottoposti a una prova durissima. Piedi spuntano da sandali giapponesi (oggi ridicolmente chiamati infradito), sandali d’altro genere; e soprattutto zoccoli: non quegli zoccoli ortopedici adesso di moda, quegli zoccoli colla suola di legno risonante sul selciato che fino a qualche decennio fa portavano a Napoli i ragazzi del popolo… Ma la bellezza del piede nudo! Del piede che cammina sui basoli a Positano, nel Cilento, a Capri, a Napoli, il calcagno e la base un po’ anneriti dalla polvere! Questa è la vera delizia dei podofili come me. Scanzi si produce poi in una sottile analisi estetica sulla bellezza del piede femminile e conclude che pochissimi sono degni di essere ostesi. Ha ragione; ma se amasse il piede maschile, la bellezza del quale è già codificata nella statuaria greca, vedrebbe che la Natura a esso ha donato qualità, quantità e varietà di bellezza che al piede femminile è ignota.
Tanto pro veritate.