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 2015  agosto 18 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PETROLIO ANCORA GIU’


Londra, 18 ago. - Il governo del Regno Unito ha concesso 27 nuove licenze per il fracking in altrettante diverse aree dell’Inghilterra centrale e settentrionale, per un totale di 2.700 chilometri quadrati di superficie che potranno presto ospitare le aziende energetiche che praticano la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas `shale´. L’annuncio di oggi apre così la strada al settore, finora condizionato dalla titubanza dell’esecutivo, nonostante già nel maggio del 2014 una commissione della Camera dei Lord avesse definito il fracking «una priorità nazionale». Le aree interessate sono soprattutto lo Yorkshire, il nord-ovest dell’Inghilterra nell’area a nord di Liverpool e le East Midlands, a est di Birmingham. Le aziende britanniche hanno accolto con favore la decisione del governo, che tuttavia ora deve sottostare ai voti favorevoli dei consigli comunali e delle contee. Le amministrazioni locali hanno 16 settimane di tempo per esprimersi, nonostante le norme britanniche concedano al governo una `corsia preferenziale´ per accorciare i tempi nel caso di situazioni di stallo. In uno studio del governo dello scorso anno si sosteneva come l’industria del fracking potrebbe creare nel Regno Unito 64mila posti di lavoro. (AGI) Gby

Londra (Regno Unito), 18 ago. (LaPresse/PA) - Il Regno Unito ha concesso nuove licenze per la ricerca di petrolio e gas in 27 aree - incluse zone vicine a Nottingham, Sheffield, Lincoln e Preston - che potrebbero in seguito essere sottoposte a fracking. Altre 132 aree potrebbero essere assegnate dopo ulteriori valutazioni ambientali e dopo la definizione di condizioni per la protezione della fauna selvatica e dei suoi habitat. «Nel quadro del nostro piano di lungo termine per la costruzione di un’economia più resiliente, per la creazione di lavoro e per fornire approvvigionamenti elettrici sicuri, continuiamo a sostenere la nostra industria pertolifera e del gas onshore e lo sviluppo sicuro dello shale gas nel Regno Unito», ha dichiarato il ministro dell’Energia, lord Nick Bourne. Greenpeace ha risposto dicendo che l’annuncio dà il via alla «lotta per il futuro delle nostre campagne». Secondo la portavoce dell’organizzazione, Daisy Sands, «spunteranno fuori centinaia di battaglie per difendere i nostri paesaggi rurali dall’inquinamento, dal rumore e dagli impianti di perforazione che accompagnano il fracking».

AdnKronos) - Milano. Chiusura debole per i principali listini europei, frenati dal crollo dei mercati cinesi e dal prezzo del petrolio ancora in discesa, che penalizza i titoli del comparto. Flessione di oltre il sei percento per Shanghai e Shenzen, dopo l’iniezione di liquidità da 17 miliardi di euro decisa dalla Banca centrale cinese per compensare la fuga di capitali all’estero: una mossa che secondo gli analisti dimostra la necessità di altre misure di sostegno e che ha innescato le vendite. (segue)

Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 ago - A livello europeo e’ una seduta in cui pagano dazio soprattutto i titoli dell’energia (-0,7% lo stoxx di settore) sui timori di un rallentamento della Cina, delle auto (-0,74%) e delle materie prime (-0,2%) mentre brilla il comparto dei viaggi (+1%) e quello dei farmaceutici (+0,8%). Cosi’ a Parigi, complice il nuovo calo del greggio, Technip e Total cedono rispettivamente il 2% e l’1,65% mentre la migliore e’ Alcatel (+1,8%). In rialzo Lufthansa (+0,5%) e Fresenius (+1,4%) a Francoforte mentre le big dell’energia Rwe ed E.On lasciano sul terreno rispettivamente il 3,2% e l’1,3%. Infine a Londra cadono molti titoli legati alle materie prime e al petrolio come Tullow Oil (-2,8%), Antofagasta (-2,1%) e Bhp Billiton (-1,8%). Rimbalza invece Glencore International (+3,5%).

ANSA) - MILANO, 18 AGO - Seduta incolore a Piazza Affari, con una chiusura in calo dello 0,08%, tra le apprensioni per il nuovo crollo della Borsa cinese, mentre il petrolio ancora in calo pesa sul comparto. Vanno giù Eni (-0,97%), Saipem (-1,75%) e Tenaris (-1,26%), mentre nel paniere principale la peggiore è Cnh (-2,21%), seguita da Finmeccanica (-2,12%). Meglio i bancari, con Intesa in rialzo dello 0,93%, con un certo sprint anche del Banco Popolare (+1,13%). Vola Prelios (+20,55%) sulle attese di riassetto.(ANSA).
RS 18-AGO-15 18:08 NNNN

(AGI) - Mosca, 18 ago. -Il presidente Vladimir Putin ha invitato i russi a non preoccuparsi per la situazione economica del Paese, in quanto il governo se ne sta occupando senza sosta. «Ognuno fa il suo lavoro: il governo si occupa dell’economia, a regime ininterrotto - ha detto il capo del Cremlino parlando alla stampa a margine del suo viaggio in Crimea - Non perdiamo nulla di vista e quindi in questo senso non c’è bisogno di preoccuparsi». Lo riporta Ria Novosti. L’economia russa è nel pieno della sua prima recessione dal 2009, colpita non solo dalle sanzioni occidentali varate l’anno scorso per la crisi ucraina, ma soprattutto dalla caduta dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio, principale fonte di reddito per il Paese insieme al gas. Secondo i dati dell’agenzia ufficiale Rosstat, nel secondo trimestre del 2015 il Pil è precipitato del 4,6% rispetto al 2014, mentre il rublo ha ripreso a scendere toccando oggi il record negativo degli ultimi sei mesi su euro e dollaro. (AGI) Ruy

AGI) - Mosca, 18 ago. - Non si arresta la discesa del rublo che oggi, negli scambi alla Borsa di Mosca, ha toccato il suo record negativo dal 13 febbraio sull’euro, arrivato oltre quota 73 (73,01). Anche il dollaro si è rafforzato fino a 65,8 rubli. Lo riporta l’agenzia economica Prime. La valuta russa è spinta verso il basso dal calo dei prezzi mondiali del petrolio. Secondo gli analisti sentiti dall’agenzia Rbc, la Banca centrale interverrà solo in caso di una grave volatilità del rublo. Tutti dipenderebbe dalla proporzione con cui varieranno il tasso di cambio e il valore delle materie prime. «Se il dollaro continuerà a scendere e il tasso di cambio della valuta nazionale a diminuire gradualmente, la Banca di Russia non interverrà neppure con il dollaro a 80 rubli e il petrolio a 30 dollari al barile», ha detto Aleksandr Mullberger, responsabile del trading valuta per il gruppo BCS. (AGI) Ruy

(AGI/AFP) - New York, 18 ago. - Il Bureau of Safety and Environmental Enforcement degli Stati Uniti ha dato il via libera definitivo a Royal Dutch Shell perché effettui operazioni di esplorazione alla ricerca del petrolio nelle acque dell’Alaska. La compagnia petrolifera, che aveva già ottenuto un permesso temporaneo, può quindi riprendere la corsa al greggio dell’Artico dopo la sospensione del precedente progetto avviato nel 2012. Lo scorso maggio il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva autorizzato la perforazione offshore al largo dell’Alaska, suscitando dure reazioni degli ambientalisti.