Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 15/8/2015, 15 agosto 2015
AMORE,FEDE E LIGABUE GLI INSEPARABILI CIOFANI ORGOGLIO DI FROSINONE
SCUSATE il ritardo. Al festival delle voci nuove salgono sul palco i fratelli Ciofani, orgoglio del Frosinone: Daniel ha trent’anni e una carriera di goleador in provincia, Matteo ventisette ed è un difensore multiuso. Li legano tante cose: l’amore fraterno, la fede in Gesù, la chitarra, Ligabue, il tifo per il Milan, il sentiero degli ultimi due anni, quando si sono finalmente ritrovati (alla corte di Stellone in Lega Pro) e hanno conquistato due promozioni. Prima si erano sempre rincorsi. Ora pregustano insieme la A: Daniel è ormai certo del debutto, Matteo aspetta e ci spera, mezza tribuna al Matusa è già prenotata da parenti e amici, l’ultima volta erano in 39. Cose di famiglia. Due fratelli in A: come i Lucarelli (ultimi a vestire la stessa maglia), i gemelli Filippini e Zenoni, in una lista che comprende anche i Mazzola, i Baresi, gli Inzaghi, i Cannavaro, i Frey, senza contare che pure Maradona, Laudrup, Vieri e Kakà hanno lanciato un fratellino meno bravo nel campionato italiano.
L’epopea dei Ciofani parte da Cerchio, 1600 abitanti nella Marsica, e dalle partitine in corridoio con una palla da tennis, a far disperare mamma Emilia, finché un Natale il signor Tonino, rossonero sfegatato che ora finalmente potrà vedere San Siro, non regala ai figli una porta da calcio per il giardino. L’intuizione di Matteo scolpisce i ruoli: “Dài Daniel, io crosso e tu colpisci di testa”. Schema perfetto, complicato dalla separazione delle carriere. Daniel ha avuto quella relativamente migliore: il vivaio del Pescara, poi il tour fra Celano, Gela, Atletico Roma. Quattro anni fa finì al Parma, è uno di quei mille gialloblù mai visti: si è ritrovato parcheggiato a Gubbio e a Perugia, poi finalmente Marco Giannitti, ds del Frosinone che lo aveva avuto a Celano e a Roma, si è ricordato di lui e l’ha ripreso con sé. A Daniel però mancava qualcosa: si è sempre guardato indietro cercando il fratello.
Era stato lui a suggerirlo alle giovanili del Pescara per un provino, molto tempo prima: erano riusciti a giocare insieme una partita, indimenticabile per loro, contro la Sangiustese. Due stagioni fa, Matteo era rimasto disoccupato, Daniel ha insistito per averlo con sé in Ciociaria: hanno preso un appartamento insieme, come due fuorisede qualunque, e hanno giocato le loro migliori stagioni, ritrovandosi pure a segnare nella stessa partita contro il Lecce («E meno male che quel giorno i nostri genitori non c’erano, chissà se avrebbero retto all’emozione »). «Se lui sbaglia un intervento, sto male come se sbagliassi un gol io, ogni partita viviamo sensazioni doppie», dice il maggiore. «È lo stesso per me, più di quanto si possa spiegare”, ribatte il più piccolo.
Se Daniel ha fatto scoprire il Frosinone a Matteo, Matteo ha riavvicinato Daniel alla spiritualità. Il difensore giocava nell’Ascoli, fu trascinato da Maurantonio fra gli Atleti di Cristo. Poi andò dal fratello grande, quello secchione: «Visto che ti piacciono tanto i libri, che ne dici di provare questo? È il bestseller di tutti i tempi», e gli allungò una Bibbia. Daniel l’ha seguito nel cammino, a Perugia si riuniva con una decina di compagni di squadra per pregare, e quando ha segnato il gol numero 100 in carriera ha tirato fuori la canotta devota, “Dio grazie”. Il fratellino sostiene che sia proprio Gesù il segreto dei gol del fratellone: «È sempre stato forte, ma era come se gli mancasse qualcosa, e ora l’ha trovato».
Il centravanti, 110 e lode in Scienze Motorie, cura in modo maniacale l’alimentazione, come Djokovic, e come il serbo ha scritto un libro su di sé, e vorrebbe pubblicarlo. Una volta, Matteo si scheggiò un dente mentre giocavano alla playstation, Daniel gli fece una promessa: «Diventerò un calciatore, sarò ricco e ti porterò dal dentista ad aggiustarlo». Nel sorriso dei Ciofani, un altro piccolo segreto.