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 2015  agosto 18 Martedì calendario

IL SIGNOR CARPI: «QUELLA MANO TESA FRA ME E LOTITO» – 

Stefano Bonacini ieri si è fatto tagliare i capelli. La Serie A richiede un look perfetto, un abito elegante. E il suo Carpi, salito contro tutto e soprattutto contro Claudio Lotito, domenica vuole presentarsi a Genova con la Samp dello stramediatico Massimo Ferrero in modo inappuntabile. Bonacini, un classico a Carpi, fa abbigliamento casual, di tendenza, col marchio Gaudì. Vende tanto all’estero e bene in Italia. Logico chiedergli come vestirà la squadra. «Andiamo con l’abito. Fino alla B giravamo in tuta e felpa. Ora abbiamo fatto un contratto con un’azienda sartoriale e vestiamo come si deve».
Quindi la squadra non la veste lei...
«No. Abbiamo preferito monetizzare e fare questo accordo. Io qualcosa ai ragazzi la regalo, per le ricorrenze il presente ci scappa, ci mancherebbe. Ma se vengono in spaccio aziendale comprano, come tutti».
Fuori la verità: lei, come il suo concittadino Maurizio Setti, presidente del Verona, opera nell’abbigliamento. Chi è più tirchio?
«Mi viene da ridere. Io e Maurizio ci conosciamo da 40 anni. Il rapporto è ottimo. Ho letto quel che ha detto a voi. Diciamo che io sono più parsimonioso. Tirchio è una parola che non mi piace».
Presidente, le cito J-Ax e il tormentone del momento, Maria Salvador, che dice «L’invidia divora la società» e le cito Claudio Lotito che un paio di mesi ha detto «Il Carpi in A no». Come risponde?
«Dico che non puoi piacere a tutti. Io mi faccio gli affari miei e vado avanti per la mia strada. Quanto a Lotito, ai calendari ci siamo stretti la mano. È un gaudente».
Se le regala Keita e gli paga l’ingaggio lo prende?
«Eccome. Ma non me lo dà».
Un’altra verità: ha mai pensato a Gilardino?
«No. È insostenibile. Vede, io non voglio scivolare. Il Carpi non ha debiti e così andrà avanti. Non bisogna cercare di essere quello che non si è».
L’anno magico della promozione le ha portato anche due dolori: Concas positivo alla cocaina e Sabbione cacciato per una rissa in discoteca con un buttafuori. Cosa le fa più male?
«Concas è un dolore, era da tempo con noi, era in famiglia. Ha un figlio. Ha fatto un errore grande. Sabbione ha fatto due-tre fesserie. Cambiare aria gli farà bene, un bel bagno d’umiltà. E la porta non è chiusa perché è un buon calciatore».
In Castori crede davvero? O rischia se perde tre partite di fila in avvio?
«Fino al suo arrivo hanno definito il Carpi un club mangia allenatori. Io credo che Castori farà bene. È venuto su con noi».
Come il ds Giuntoli che, però, l’ha lasciata per andare a Napoli...
«Sapevo che prima o poi poteva accadere. Siamo nati insieme, è uno tosto, di carattere. E a me quelli così piacciono. Se un giocatore sgarrava non esitava a farglielo capire, sapeva imporsi. Ma ora c’è Sogliano e penso che sia la scelta giusta, abbiamo operato bene».
I nuovi arrivati: Brkic, Lazzari, Gabriel Silva, Matos, Marrone, Bubnjic, Benussi, Spolli. Tutti in cerca di riscatto o di una squadra e di un ingaggio?
«In cerca di riscatto. La nostra strada è quella. Fino allo scorso anno qui nessuno prendeva più di 100 mila euro».
Gagliolo, Lasagna, Mbakogu. Ce la faranno? Chi la può sorprendere?
«Se lo dicessi farei un torto a qualcuno, ma Gagliolo in A sta bene. Ha qualità, è di prospettiva».
Ha fatto tanti affari con l’Udinese che sponsorizzò anni fa. C’entra?
«In parte sì, ma gli affari li ha fatti tutti Sogliano. Qui i compiti sono chiari e io do fiducia al d.s. Pensi che nessun calciatore in questi anni mi ha mai telefonato per il tema calcio».
Lei è nato umile, si è fatto, diciamolo, un mazzo così. Ha 140 dipendenti che non guadagnano come i calciatori. Che idea si è fatto di questo mondo?
«Facendo moda, un po’ l’avevo capito. Il calcio è un po’ simile alla moda».
Ma i giocatori si riempiono di tatuaggi. Lei ne ha?
«Ma no. Eppure vedo cinquantenni come me marchiati. Io non apporto veleno alla mia pelle e non mi fa impazzire tatuarmi "Ti amo tesoro"».
Per chi tifava da piccolo?
«Juve. Mio figlio Riccardo, 10 anni, è milanista».
I presidenti con cui parla?
«Quelli saliti dalla B. Poi Pozzo e Preziosi, che ho sponsorizzato».
Quando andavano le felpe con le scritte. Ora è finita?
«Abercrombie è stato l’ultimo. Sono state la nostra fortuna con Gf e Isola dei Famosi. Ora si cerca una riconoscibilità non sfrontata».
Cosa dà agli arbitri?
«Dei prodotti gastronomici».
Bonacini, Carpi fa grandi cose nello sport: calcio, volley, pallamano, Paltrinieri. Ma nessuno gioca in città. Non le sembra strano?
«Questo non deve chiederlo a me, io faccio l’imprenditore».