Marcello Bussi, MilanoFinanza 18/8/2015, 18 agosto 2015
IL PETROLIO PUNTA VERSO QUOTA 40 –
Il prezzo del petrolio punta ormai deciso verso quota 40. Ieri il Wti è sceso fino a 41,64 dollari al barile, ai minimi da inizio 2009, per poi risalire sopra i 42 dollari in serata. Il calo della domanda e l’eccesso di produzione sono i fattori all’origine di questo calo: nelle ultime sette settimane il prezzo del greggio ha perso ben il 28%. Tra i Paesi produttori che soffrono di più spiccano la Russia, dove ieri il rublo ha toccato i minimi degli ultimi sei mesi sia sul dollaro che sull’euro scendendo rispettivamente a 65,45 e a 72,50. Oltre al fattore oro nero, sul rublo pesano anche le sanzioni dell’Occidente e la ripresa dei combattimenti nell’Est dell’Ucraina, tanto che la produzione industriale a luglio è diminuita del 4,7% su base annua. Altra vittima è il ringgit malesiano, che ieri ha perso l’1,4% nei confronti del biglietto verde, toccando i minimi degli ultimi 17 anni. La tendenza al ribasso ha accelerato la scorsa settimana a seguito della svalutazione dello yuan cinese. Anche sulla debolezza della divisa malese pesano fattori politici, primo fra tutti uno scandalo di fondi neri che coinvolge il premier Najib Razak.
Sul fronte dell’eccesso di offerta, spiccano invece le dichiarazioni del rappresentante dell’Iran all’Opec, secondo cui la produzione del cartello petrolifero potrà salire al livello record di 33 milioni di barili al giorno dopo che verranno rimosse le esportazioni di petrolio di Teheran a seguito dell’accordo con gli Stati Uniti sul nucleare. E intanto l’Oman già produce a tutto spiano: a luglio il sultanato ha registrato un nuovo record con una media di oltre un milione di barili al giorno. Negli Stati Uniti, infine, le piattaforme di trivellazione sono aumentate per la quarta settimana consecutiva, a 672, pur restando sotto il picco di 1.609 dello scorso ottobre.
A fronte di questi dati, si moltiplicano però i segnali di rallentamento dell’economia globale e, di conseguenza, della domanda di petrolio: il Giappone, terzo consumatore di greggio a livello globale, ha accusato nel secondo trimestre una contrazione del pil dello 0,4% rispetto al primo e dell’1,6% su base annua. Mentre tutti si chiedono quale sia l’effettiva portata della frenata dell’economia cinese. Intanto l’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) nel report mensile ha previsto che l’attuale situazione di sovrapproduzione si protrarrà per tutto il 2016. L’Aie ha stimato che la domanda globale di greggio crescerà di 1,6 milioni di barili al giorno quest’anno, cioè 200 mila barili in più rispetto alle previsioni di luglio, mentre ha aumentato in misura minore le previsioni per la domanda nel 2016, di 160 mila barili a 1,37 milioni di barili al giorno. Il prezzo del Wti a New York è così sceso sotto la soglia dei 42 dollari a 41,81 dollari. «Siamo preoccupati riguardo ai fondamentali e ai prezzi del greggio per la seconda metà di quest’anno e per il 2016», hanno spiegato gli esperti di Morgan Stanley, sottolineando come la domanda sia vicino ai picchi per la stagione estiva e sia dunque destinata a scendere nelle prossime settimane. Inoltre, la produzione da parte dei Paesi Opec è aumentata significativamente quest’anno. «La prospettiva si è deteriorata dal momento che l’Opec produce a livelli non vincolati», ha detto Jason Gammel, analista di Jefferies. «Per una correzione ci vorrà del tempo. Ci aspettiamo quindi che il mercato del greggio rimanga in eccesso di offerta fino al quarto trimestre del 2016». D’altra parte anche l’offerta al di fuori dell’Opec sembra pronta a un anno forte, ha sottolineato Gammel, principalmente per effetto degli investimenti effettuati negli anni precedenti. L’anno prossimo però i prezzi bassi peseranno sulla produzione non Opec: «Mi aspetto un calo di 300 mila barili al giorno nel corso dell’anno, mentre quest’anno la produzione crescerà di 200 mila barili al giorno», è la conclusione dell’analista di Jefferies. Secondo gli analisti di Bmi Research, il mercato petrolifero sarà caratterizzato dalla sovrapproduzione per l’anno prossimo e tutto il 2017.