Franco Bechis, Libero 15/8/2015, 15 agosto 2015
DAI CINEMATOGRAFI AL PALLONE I CONTI AVVELENATI DI VIPERETTA
Appena terminato il campionato di calcio, mentre i suoi giocatori della Sampdoria iniziavano le meritate vacanze, il vulcanico Massimo Ferrero, soprannominato “Er Viperetta”, ha deciso di dare una rassettata al suo gruppo, che in realtà suo ormai non è più. Il 25 giugno a Roma si sono riuniti i consigli di amministrazione di cinque società: Vici srl, Circuito gestioni cinematografiche e sviluppo srl, Fgr srl in liquidazione, Mediaport cinema srl e Eleven finance srl. Si tratta di finanziarie, immobiliari e società che gestiscono il circuito di sale cinematografiche un tempo appartenuto a Vittorio Cecchi Gori, che sono state fuse tutte in Eleven finance. Ognuna di quelle società aveva più di un guaio: i bilanci 2014 si erano chiusi tutti in rosso, e i debiti pesavano come macigni.
Ora non è che unendo i guai si risolva d’incanto la situazione. Ma Ferrero è fatto così. Passa il tempo a fondere e unire le società del suo gruppo, nella speranza che una bella frullata riesca a mettere a posto anche gli affari che non vanno. Le società del suo gruppo hanno perso complessivamente nel 2014 più di 30 milioni di euro, e debbono sopportare un peso complessivo di debiti superiore a 184 milioni di euro, potendo contare su un patrimonio netto positivo di valore però assai inferiore: 72,6 milioni di euro. Viperetta è l’uomo facciata di questo gruppo, ma di intestata a lui non c’è manco un’azione. Per forza: se appena gli venisse intestata, calerebbero come falchetti i creditori che lo stanno inseguendo da anni, da quando è fallita la compagnia aerea Livingstone e con essa la ragnatela dei rapporti finanziari che la legava a tutte le altre società del gruppo.
Lo inseguono e quando possono gli pignorano azioni e beni il fisco italiano attraverso Agenzia delle Entrate ed Equitalia e i singoli creditori, in vetta la Meridie spa del leader confindustriale campano Giovanni Lettieri (che fu candidato sindaco di Napoli del centro destra contro Luigi De Magistris). Lettieri ha fatto sequestrare dalla magistratura le uniche azioni che erano ancora intestate a Ferrero: quelle della Farvem real Estate (il 50% intestato a Viperetta, l’altra metà alla moglie Laura Sini), che possiede 178 appartamenti nella periferia di Roma affittate al Comune all’epoca di Gianni Alemanno sindaco per usarle come case popolari. Lettieri insegue Ferrero passo a passo, e appena trova l’occasione gli fa pignorare o sequestrare quel che risulta a lui intestato. Stessa cosa tenta di fare un altro creditore importante, come la Mercantile Leasing, che è riuscita a ipotecare grazie a un decreto ingiuntivo due villini di 5,5 vani e 8 vani con relative pertinenze nella provincia di Roma, ad Ardea. Erano anche quelli intestati a Ferrero e signora. Pignorato da altro creditore (Laura Marianello) pure un appartamento a Roma in via Taramelli. La Mercantile leasing è riuscita a fare mettere ipoteca giudiziale anche alle 178 case popolari affittate al comune di Roma controllata dalla società ora pignorata da Lettieri. Un guaio dietro l’altro. Per questo il core business di Ferrero, calcio e cinema, non ha nemmeno un’azione a lui intestata. Tutto ora riporta direttamente o indirettamente alla Holding Max, che ha il suo nome, ma è controllata pariteticamente dai due figli: Giorgio e Vanessa.
Non essendo sue, le azioni della Sampdoria o delle società che gestiscono le sale cinema non possono essere sequestrate. Ma i problemi non volano via così. Il bilancio della Sampdoria è quello più pesante: ha perso 24,6 milioni di euro nel 2014, ma ha almeno un patrimonio di giocatori a fare da contrappeso. E soprattutto gode (o lì o nella ex controllante Sport spettacolo Holding) di generose manleve (già versate per 36,5 milioni di euro) da parte dell’azionista precedente, la San Quirico della famiglia Garrone. Nelle pieghe del bilancio, una curiosità: quando Ferrero arrivò alla Samp, fra le prime cose liquidò Ariedo Braida, perchè secondo lui era troppo caro come dirigente. Ora emerge che per quel divorzio la società di calcio ha pagato una transazione da un milione di euro, che pesa sui conti.
I guai più grossi vengono però dal mondo del cinema. I Ferrero hanno un debito con Unicredit di 23,8 milioni di euro e con Bnl di 4,9 milioni di euro. Sono riusciti a rateizzare. Stessa cosa hanno fatto con Equitalia, cui devono altri 12,4 milioni di euro con Vici srl e 138.403 euro con Fgr immobiliare. Rateizzato anche il debito di Mediaport cinema da 4,1 milioni di euro con l’Agenzia delle Entrate.
Come uscire da tanti guai? Secondo Viperetta proprio grazie alla Sampdoria. Anche se le idee non sembrano così chiare. Nel bilancio 2014 approvato a fine aprile scorso Ferrero esaltava «l’acquisizione dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive del calciatore Samuel Eto’o», spiegando come «l’operazione abbia anche una particolare rilevanza dal punto di vista commerciale e marketing nell’ambito delle trattative inerenti sponsorizzazioni, partnership e altri accordi commerciali per la stagione 2015/16». Eto’o era la chiave di volta. Se ne è andato a fine giugno.