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 2015  agosto 18 Martedì calendario

Se non l’avete mai ascoltata, cliccate su YouTube: Florence Foster Jenkins, aria della Regina della Notte

Se non l’avete mai ascoltata, cliccate su YouTube: Florence Foster Jenkins, aria della Regina della Notte . E avrete l’esperienza di un Mozart tutto inedito, da far accapponare le orecchie e far rizzare i capelli come il pelo ai gatti inseriti nel video. «È successo anche a me la prima volta che l’ho sentita alla radio. Non sapevo niente di lei, ho pensato a uno scherzo» conferma Xavier Giannoli, regista francese sensibile e ironico, che alla Mostra del Cinema di Venezia arriverà in gara con Marguerite (dal 17 settembre distribuito da Movies Inspired), liberamente tratto dalla storia vera della Jenkins, soprano americano famosa tra gli Anni 30 e 40 proprio per essere tanto stonata da suscitare ilarità senza freni. «Ma quella voce che veniva dal passato, così straziante da diventare comica, celava qualcosa di misterioso, di drammatico e commovente insieme — prosegue Giannoli —. Chi era quella donna così folle da perseverare in una insana passione per il “bel canto”? Così impavida da esibirsi con totale sprezzo del ridicolo?». Incuriosito, Giannoli decide di saperne di più. «Sono andato a New York, dove Florence viveva, donna ricca, innamorata della lirica, abituata a cantare nei circoli di quella società dorata di cui lei faceva parte. Dove nessuno, per compiacenza o ipocrisia, mai le avrebbe detto la verità. Si davano di gomito di nascosto, ma poi applaudivano, lasciandole credere di essere una diva». E come tale Florence si presentava: avvolta in abiti deliranti, ali d’angelo attaccate alle spalle e diademi di brillanti. «Così innocente nella sua spudorata follia da rasentare il sublime». Sedotto, Giannoli decide di costruire il film su di lei. Non una biografia (per questo ci ha pensato Stephen Frears, Meryl Streep come Jenkins) ma una tragicommedia sul lato crudele della natura umana esplorato attraverso questa donna maniacale e indifesa. «Innamorata dell’arte, smaniosa di amore, spaventata dalla solitudine. Un ritratto di artista mancata, come un po’ tutti noi, affascinanti dalla bellezza ma non sempre in grado di raggiungerla». Per prendere le distanze dall’originale, Giannoli decide di ribattezzare la sua eroina Marguerite. «Fiore simbolo dell’ingenuità e omaggio alla fanciulla sedotta da Faust». Per interpretarla Catherine Frot ha dovuto prendere lezioni di canto alla rovescia. «Ha dovuto imparare l’arte di stonare. Di straziare le più incantevoli arie liriche, dalla Regina della Notte a Casta Diva all’ Habanera … Impervie per qualsiasi cantante: per Marguerite vere trappole mortali. Cui ho aggiunto una serie di rumori: un pianoforte distrutto da un’ascia, l’acuto grido di un pavone, motori che esplodono… Dissonanze sonore, tutte confluite nel buco nero di quella voce». E poi l’opera è il regno dell’illusione. «Dove l’assurdo diventa meraviglioso e le donne finiscono sempre male». Finì male anche Florence. A 76 anni si convinse a tenere un concerto alla Carnegie Hall. In platea Cole Porter, Giancarlo Menotti, Lily Pons… Nessuno voleva perdersi lo spettacolo. E spettacolo fu. Non più protetta dalle barriere sociali, risate e battutacce si sprecarono. Come le critiche feroci sui giornali. Due giorni dopo fu colta da un attacco di cuore. «Sarebbe piaciuta a Fellini. Patetica e ingenua come Giulietta Masina ne Lo sceicco bianco , vittima sacrificale di una società dove la menzogna è eretta a sistema. Di fronte a questo ci si può fare solo una risata. Il canto stonato di Marguerite è un grido liberatorio di vivere e lasciar vivere». Giuseppina Manin