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 2015  agosto 15 Sabato calendario

RONALDO, O CARO (PIÙ DI TUTTI)

Secondo un’analisi proposta sabato 8 agosto dal «Financial Times», se i pluricampioni delle isole Fær Øer (si chiamano Havnar Bóltfelag) volessero ingaggiare Leo Messi o Cristiano Ronaldo, dovrebbero spendere il doppio del loro prezzo, già fuori mercato (sui 200 milioni tra cartellino e ingaggio). Questo a causa dell’inesistente reputazione del club, dal punto di vista sportivo, storico, mediatico.
Detta così, può sembrare una banalità. Ma lo spirito della provocazione non lo è. L’evoluzione del calciomercato vista attraverso le sue pietre miliari, ovvero i trasferimenti più costosi nel corso dei decenni, mostra infatti come il monopolio assoluto delle società più ricche, le uniche che si possono permettere i grandi «colpi» di mercato, sia relativamente recente.
Il matrimonio tra il Real Madrid e Cristiano Ronaldo, il più caro della storia seguendo la rivalutazione dell’euro, non è solo l’unione tra una delle icone del calcio mondiale e uno dei giocatori più forti in circolazione: è una fusione temporanea tra due multinazionali, il cui obiettivo, realizzato nonostante le sconfitte siano state superiori ai successi, è di mantenere il fatturato dei blancos al primo posto. E quello di Ronaldo, come Messi ma prima di lui, in cima a quello dei calciatori più remunerati.
Eppure la storia del calcio è ricca di trasferimenti record effettuati da squadre considerate come outsider, desiderose di colmare il divario con le più forti. Il caso del brasiliano Kakà che promette amore ai tifosi del Milan dal balcone di casa e sei mesi dopo va proprio al Real è stato emblematico a suo modo.
Il brasiliano aveva declinato l’offerta del Manchester City, considerandolo ancora non al livello delle big d’Europa. E non certo dal punto di vista della disponibilità economica, ma del prestigio. Se non ci riescono i nuovi ricchi a interrompere la serie di trasferimenti record del Real Madrid, figuriamoci le realtà più piccole: secondo l’economista Stefan Szymanski, autore di Money and Football , «diventare un top club può costare fino a un miliardo» (di sterline).
Un grande campione oggi è prima di tutto un marchio. L’unione con il brand della squadra (solo Barcellona e Manchester United possono competere in questo col Real) crea la tempesta perfetta sul piano economico. Sul campo, non sempre è sinonimo di vittoria. E questa è ancora la magia del pallone.