g. d. c., Corriere della Sera 15/8/2015, 15 agosto 2015
PAZZINI: «LÀ DAVANTI SIAMO INSOSTITUIBILI E IO SARÒ IL TONI DEL FUTURO»
[Giampaolo Pazzini] –
«No, scommesse non ne abbiamo ancora fatte con Toni su chi farà più gol. Una cosa è certa però: voglio essere il Toni del futuro per il Verona».
Giampaolo Pazzini a 31 anni va a caccia di rivincite dopo un anno e mezzo passato ai margini del Milan e a chiedersi come ci fosse finito.
Inzaghi è stato un re tra i bomber, ma da allenatore preferiva giocare senza centravanti. Perché non ha avuto fiducia in lei?
«Con Inzaghi parlavo, ma lui ha fatto scelte diverse. È partito con Torres davanti, poi Ménez falso nove, poi ha messo Destro e poi ancora Ménez. A un certo punto ho smesso di chiedere e ho pensato solo a lavorare».
Perché un centravanti che ha segnato 100 gol in serie A non ha sfondato con Inter e Milan?
«Dei rimpianti li ho, potevo fare di più. Sono però arrivato in due squadre in fase di cambiamento, l’Inter dopo il triplete e il Milan in ricostruzione. Non i momenti migliori per esplodere».
Sono tornati di moda i centravanti veri dopo il falso nove?
«Sì. Il Barcellona è una squadra unica, con il suo modello e un giocatore come Messi. Non è replicabile e le mode dopo un po’ svaniscono. Il centravanti è insostituibile, deve finalizzare il lavoro di tutti».
Come fa un giocatore di un top club a calarsi in una realtà come Verona?
«L’ho fatto perché voglio tornare a essere protagonista. Per mettermi in discussione e ricominciare a sentirmi un giocatore decisivo. Altri prima di me come Baggio, Signori e Di Vaio hanno fatto una scelta simile e l’hanno vinta».
Al Milan e all’Inter era uno dei tanti, oggi sente il peso di essere un grande in una piccola?
«I ragazzi più giovani in squadra ti guardano: sei quello che ha giocato in Champions League con i top player. Sai di dover dare il buon esempio dentro e fuori dal campo, in allenamento e in partita, è una responsabilità».
L’ha praticamente ingaggiata Toni al Verona, vero?
«Eravamo al battesimo di suo figlio e lì ho conosciuto il presidente Setti. Ci siamo fatti un selfie, l’abbiamo mandato a Mandorlini e Luca ha scritto: “Dai prendiamolo”. È stato per gioco, poi invece il Verona mi ha fatto firmare per davvero».
Contratto di 5 anni, al Verona vedono in lei il futuro Toni?
«Credo di sì e io vorrei esserlo. La responsabilità è grande, ma a prescindere dagli anni di contratto sento che hanno fiducia in me».
Con Toni siete come fratelli, aiuta un rapporto così in campo?
«È decisivo per fare bene. Se hai un rapporto come il nostro ti puoi parlare liberamente, darti una mano sempre».
Lei ha giocato con Balotelli, perché ora non trova una squadra?
«Per il suo alto ingaggio. Mario ha grandi qualità e c’è chi investirebbe ancora su di lui, ma lo stipendio è alto. Poi ha atteggiamenti da correggere».
Ha giocato anche con Cassano, Pirlo ed Eto’o. Chi è meglio avere vicino?
«Cassano mi ha fatto fare una valanga di gol, gioca molto per l’assist. Eto’o era il mio compagno di reparto, però Pirlo era il numero uno».
Toni e Di Natale sono bomber di provincia che segnano tantissimo. È più facile fare gol nelle squadre piccole perché c’è un unico centravanti?
«Non per questo, ma perché devi essere più organizzato e tutti sanno bene quale compito hanno».
Non può dire Toni, a quale centravanti le piace ispirarsi?
«Dzeko. La Roma con lui può spostare gli equilibri, anche se la Juve resta avvantaggiata, poi le due milanesi che hanno speso tanto».
Il presidente Setti dalla coppia Toni-Pazzini si aspetta 30-35 gol. Ma lei e Toni siete simili, potete coesistere?
«Sì, perché io posso fare più movimento. Un obiettivo sui gol non me lo sono dato: un numero non lo dico, ne voglio fare tanti. L’importante per me è ritrovare continuità e centrare in fretta la salvezza».
Perché si porta sempre le dita agli occhi quando fa gol?
«Una cosa nata a Firenze, Toni faceva il gesto dell’orecchio come a dire “hai sentito?” e io ho risposto con “hai visto?”. E spero di fargliene vedere ancora tanti a lui e al Verona».