Antonella Baccaro, Corriere della Sera 14/8/2015, 14 agosto 2015
MARIA DE FILIPPI
Se non fosse diventata la donna che è, Maria De Filippi oggi sarebbe un magistrato. «La televisione per me era solo una cosa che guardavo mentre studiavo», spiega lei con quel modo di raccontare la vita che è diventato il marchio di tante sue trasmissioni. E viene così da immaginarsela ragazza, nella sua camera a Pavia, con il libro aperto e lo sguardo che si sposta dalle pagine allo schermo, il volume basso per non farsi scoprire. Dal papà, soprattutto. «Era molto possessivo, geloso, nell’indole meridionale pur non essendolo. Se mio fratello maggiorenne rientrava oltre un determinato orario di notte, papà metteva le chiavi nella toppa. Non accettava il bikini di mia madre e nemmeno che indossasse abiti di certi colori, sgargianti. La cena alle otto, puntuali. Penso che il rigore che ritrovo nel mio comportamento arrivi da lì». Eppure, da adolescente è stata un po’ ribelle. Al liceo classico andava bene ma «puntavo a copiare, studiavo solo le materie che mi piacevano. In quegli anni, essendo nata per seconda, ho usufruito della strada spianata da mio fratello». Per la mamma non era un problema: «Ha avuto da sempre idee molto aperte. Lei voleva lavorare, voleva insegnare. Teneva alla scuola ma non ci ha mai aiutati con i compiti, pensava fosse responsabilità nostra. E ne ero ben felice: dava lezioni private, sentivo quanto era severa». Certo, quando doveva parlare con i professori «tornava sempre seccata con me. Mio fratello era diligente, studioso. Io quella che in classe disturbava, parlava, chiedeva di uscire». Con il fratello «non era amore. Ha sette anni più di me, mirava a schiavizzarmi e faceva la spia. Una volta ho avuto una storiella con un suo amico e quando l’ha scoperta mi ha uccisa di insulti. Appena se ne è andato di casa però, ho iniziato a cercarlo e ora lavoriamo assieme». La spinta verso l’autonomia, per entrambi, è arrivata dalla mamma: «Quando si è laureato gli ha detto: cosa ci fai ancora con noi? Vai». Poi è stato il turno della conduttrice: «Attorno ai 28 anni dovevo trasferirmi a Roma e mio padre non voleva. Ma allontanarmi dalla provincia non è stato facile nemmeno per me: tornavo a casa tutti i fine settimana, con mamma che mi rimproverava perché così non mi sarei mai ambientata. Ho faticato a staccarmi». Questo perché, tra le cose che meno ama Maria De Filippi ci sono «i cambiamenti. Mi danno fastidio, non li sopporto. Sono legata anche ai posti, frequento sempre gli stessi». E in amore? «Prima di Maurizio ho avuto un fidanzato per sette anni. Non siamo rimasti in rapporti anche se so che è diventato otorino».
L’amore
Un altro amore del passato, invece, è oggi un «amico di messaggi. Insomma, lo sento via sms. Siamo stati assieme tre anni quando io ne avevo 18 e l’avevo trattato male. Mi era rimasto il rimorso, sono felice di aver riallacciato». E poi c’è lui, Maurizio Costanzo: «Non ho avuto un’attrazione fisica all’inizio. Era il mio capo. Però mi piaceva molto il suo cervello». In comune, tra l’altro, hanno proprio la passione per l’abitudine «anche se Maurizio non è abitudinario nella testa». A movimentarle la vita, un lavoro non comune «che non ipotizzavo lontanamente di fare. Quando ho iniziato a lavorare per Maurizio, volevo stare dietro le quinte. Il mio primo progetto è stato “Amici”, ma non pensavo di condurlo». In principio non lo ha fatto... «ma quello che vedevo in onda non era la mia idea: non avevo pensato così il programma e non riuscivo a trasferirlo». Quindi, ecco la proposta provare a condurlo: «Gori di fatto non se ne assunse la responsabilità e così lo fece Maurizio, che all’epoca aveva un ruolo importante. Fu lui ad avvisare Berlusconi». Che sembrasse un favoritismo non la disturbava: «Non posso negarlo, non avevo nessun ruolo per fare quello che stavo per fare». Ma nasce così primo mattone dell’impero che la conduttrice ha costruito in tv. Sul suo potere, però, non si sofferma: «Non me ne accorgo. Devo rifletterci per rendermene conto». Sarà anche per una vita «molto poco mondana. Non vado alle feste e nemmeno tanto in giro. La gente mi ferma ma non ci sono mai scene strane: mi dicono “ciao”, hanno con me un rapporto come di quotidianità ma sento che mi vogliono bene» .
La gelosia
Merito delle sue trasmissioni, popolari ma con fan insospettabili. Chi invece non è proprio riuscita a convincere, almeno con un programma, è sua mamma oggi 87enne: «Non le è mai piaciuto “Uomini e donne”. Non c’è possibilità che cambi idea. Un po’ ci speravo quando le ho detto che avevo deciso di far partecipare anche persone più o meno della sua età, però mi ha risposto: “Ma cosa ci vengono a fare?”. Allora le dico di non guardarmi e lei ribatte: “Stai pure tranquilla che cambio canale”». Una donna di carattere, «ma io forse sono più simile a papà: sono possessiva, molto gelosa, poco moderna». E con suo figlio, che oggi ha 23 anni? «Lo spingo ad andare all’estero anche se gli faccio ben presente che può tornare quando vuole. Non sono come Maurizio: lui finché non lo sente rincasare non dorme». La maternità «mi ha un po’ cambiata. Se discuto con mio figlio la discussione diventa prioritaria su tutto. Mi piace: non usa mai il suo cognome, è umile e generoso con gli amici». Dovendo trovargli un difetto «è un po’ “manina”. Solo su certe cose: ad esempio mi ha raccontato che l’altra sera era in un locale in cui vendevano birre a prezzi, secondo lui, “scandalosi”. Così è andato a prendersene una nel bar di fronte», spiega divertita.
La bellezza
Felice, appagata, negli ultimi anni è diventata anche più bella: osa di più con gli abiti, i tacchi, valorizza il suo fisico... «A 30 anni giochi certe carte e a 50 altre. Poi bisogna pensare che qualche scompenso, chi sta di fronte a una telecamera, ce l’ha. Si tratta quasi sempre di insicurezza. Man mano che i risultati arrivano mi sono forse un po’ affrancata dalle mie». Se si conosce un successo così grande, si rischia però di non realizzare quando smettere: «Una data la dà il pubblico. Dovrò essere così brava da capirlo e cresciuta al punto da non aver più bisogno dell’approvazione degli altri».