Paola Pastorini, Il Messaggero 14/8/2015, 14 agosto 2015
«LA MIA MODA DEMOCRATICA»
[Intervista a Gianluigi Cimmino] –
Un uomo con la valigia. È Gianluigi Cimmino, patron Yamamay e Carpisa, ovvero un colosso italiano fra intimo e beachwear, borse e valigie. Quarantadue anni, napoletano dal piglio spiccio e dal sorriso aperto, capace di spiegare come si costruisce un impero tra un atterraggio dalla Grecia e un decollo per la Cina. In una Milano accaldata un bicchiere d’acqua e un caffè e il tempo di illustrare cosa significa moda democratica. Senza dimenticare un omaggio a Fiorucci e una definizione lampo di lusso.
Yamamay e Carpisa hanno come parola d’ordine moda democratica. Su cosa si fonda questo concetto?
«Sulla forza di penetrazione dei nostri negozi. Ma prima vorrei fare una riflessione su un maestro: Fiorucci. Ho avuto la fortuna di incontrarlo in fase di start up, dopo che nella mia giovinezza ogni volta che andavo a Milano non mancavo di visitare il suo negozio. Colori, profumi, scelte: tutto era avanguardia. Uomo di grande gentilezza, pieno di curiosità, Fiorucci è stato una bandiera del made in Italy, anticipatore proprio perché grande curioso. È lui l’inventore del concetto di moda democratica».
Spieghiamola.
«La moda democratica è nulla senza una rigida applicazione del sistema del retail. Ogni negozio deve essere perfetto nell’organizzazione economica e nel servizio: fondamentali presenza, distribuzione, reperibilità del prodotto. E la soddisfazione del cliente, da coccolare e accudire: dal packaging al servizio del personale di vendita, nessuna differenza fra un negozio di design e uno Carpisa o Yamamay».
Cosa cerca la donna che entra in uno store Yamamay?
«Vuole essere bella e donarsi un momento tutto per sé. Farsi un regalo per sentirsi sexy ma anche per trovare qualcosa di funzionale. Yamamay infatti ha due livelli di prodotto: uno puramente emozionale e poi il prodotto tecnico».
Non solo lingerie per piacersi ma anche per migliorarsi...
«Certo, sono sempre più importanti i prodotti con valenza tecnica e capacità di intervenire sul corpo della donna in senso positivo, come alternativa alla chirurgia estetica. Ecco allora i tessuti intelligenti che lavorano sulla nanotecnologia e addirittura i tessuti dimagranti. Prodotti dove la ricerca su materiali e forme è fondamentale, e che rappresentano anche il vero cuore tecnologico Yamamay».
Dalla lingerie al make-up, dagli accessori al beachwear. Facciamo un identikit della donna che sceglie Yamamay.
«È divertente, divertita, che se la gode, leggera e colorata. Capace di grandi risate e molto preparata. Attenta alle caratteristiche del prodotto e al rapporto qualità-prezzo, che è veramente quello che fa la differenza».
Anche con Carpisa siete molto attenti al rapporto qualità-prezzo. E siete stati i rivoluzionari della valigia democratica...
«Oggi con Carpisa siamo leader assoluti di mercato sia per le valigie che per le borse come numero di pezzi distribuiti. La valigia ha creato un mercato, anche perché è cambiato il concetto di mobilità. Tutti viaggiano di più ed è aumentato l’uso della valigia, percepita come accessorio moda. Prima di Carpisa non esistevano valigie colorate, stampate: erano oggetti “tristi”. Dominavano quelle ad alto tasso di tecnologia o di design: per il resto il prodotto era di basso livello. Non esisteva il concetto di trolley colorato, nato con Carpisa. E anche qui il punto forte è stata la capacità distributiva e di penetrazione: una rete di negozi talmente forte e capillare consente di offrire prezzi vantaggiosi».
Siete maestri nel trovare testimonial di grande bellezza. In passato Bar Rafaeli e Kasia Smutniak fino a Emily Ratajkowski e Ariadne Artiles. E adesso le due testimonial d’autunno: Mathilde Gholer per Yamamay e Penelope Cruz per Carpisa.
«Mathilde Gholer l’abbiamo scelta perché è assolutamente naturale, rassicurante: la dolce seduzione di Yamamay. Lei è una it girl molto forte sui social, come molte modelle che abbiamo scoperto, una su tutte Emily Ratajkowski (trovata da mio nipote 21enne navigando sul web). L’ambientazione è a Milano, Palazzo Serbelloni, luogo meraviglioso perché vogliamo rappresentare l’italianità attraverso le bellezze del nostro Paese. Il fotografo è Giovanni Gastel, un grande maestro italiano».
E la campagna con Penelope Cruz per Carpisa?
«Anche questa è un’ode all’italianità e insieme ha una grande vocazione internazionale. Per l’ambientazione abbiamo scelto Palazzo Venezia a Roma, addirittura siamo stati i primi a entrare nella Sala del mappamondo. Penelope è attrice, modella, icona di una bellezza senza bandiera. Anche lei piace molto alle donne per la sua allure mediterranea, perché naturale. Ecco allora che sia per Carpisa che per Yamamay offriamo sia un sogno sia tecnologia, specificità e competenza».
Ma per un imprenditore che ha come obiettivo la moda democratica cos’è il lusso?
«Il tempo», risponde congedandosi: un aereo per la Cina lo attende.