Candida Morvillo, Oggi 12/8/2015, 12 agosto 2015
All’inizio, Spencer Tracy, sprezzante, chiamava Katharine Hepburn «quella donna», o «la corta», riferendosi al loro primo, disastroso, incontro
All’inizio, Spencer Tracy, sprezzante, chiamava Katharine Hepburn «quella donna», o «la corta», riferendosi al loro primo, disastroso, incontro. Si erano visti nel 1941 al Thalberg Building, il quartier generale della Metro-Goldwyn-Mayer per la quale dovevano girare La Donna dell’anno, il film che li avrebbe resi la coppia cinematografica più longeva della storia di Hollywood, con nove titoli insieme. Lui aveva 41 anni, lei 34 ed era un metro e 75, una gigantessa per i tempi, che in più usava tacchi spericolati per intimidire ulteriormente gli uomini. Gli tese la mano: «Buongiorno Mister Tracy, temo di essere troppo alta per lei, ma non si preoccupi, in scena userò scarpe basse». Il produttore Joseph Mankiewicz, conoscendo il caratteraccio dell’attore, intervenne prontamente: «Baby, ci penserà Spencer ad accorciarti». Quando iniziarono le riprese, sembrava che l’irascibile Spencer e la suscettibile Katharine dovessero collidere da un istante all’altro. Avevano metodi di lavoro opposti: lei voleva ripetere la scena decine di volte; lui improvvisava e si vantava che fosse sempre buona la prima. Lei chiedeva di rifare il ciak, lui bofonchiava: «Noia, noia, noia». Tuttavia, presto la Hepburn cominciò a dire: «Guardatelo: è bravissimo». E anche lui, dal “basso” del suo metro e 69, prese a rispettare il suo differente approccio al lavoro. Un giorno, lui si lamentava di «quella donna», il successivo le ronzava intorno chiamandola affettuosamente Kathy. Ormai, era chiaro che quei due estremi opposti si stavano innamorando. SPOSATI ENTRAMBI Sarebbero stati insieme 26 anni, battibeccando sempre su tutto, e senza mai sposarsi. Spencer aveva già una moglie, Louise, e uno dei due figli era portatore di handicap. Cattolico osservante, era devastato dai sensi di colpa, convinto che il bambino sordomuto fosse la punizione per i suoi molti peccati. Beveva troppo. Era stato arrestato due volte, per rissa e guida in stato di ubriachezza, e un giorno, al Beverly Wilshire Hotel, aveva provato a lanciare suo fratello Carroll dalla finestra. Le sue sbornie erano colossali, specie quelle con Clark Gable, che la Hepburn battezzerà «il diavolo». Inoltre, era un donnaiolo. «Alla MGM, nessuno aveva fatto più sesso di Spencer Tracy e Joan Crawford», raccontava Mankiewicz. Per un periodo, aveva frequentato night con l’appena quindicenne Judy Garland. Con l’attrice Loretta Young, aveva avuto una relazione a suo modo seria: lei aveva dovuto annunciare che non voleva fargli chiedere il divorzio né sposarlo. Quando conobbe la Hepburn, Spencer aveva già vinto due Oscar e aveva un affair con Ingrid Bergman. Anche Katharine Hepburn aveva il suo carattere. Da ragazzina, dava scandalo indossando i pantaloni ed era stata, accanto alla mamma, un’attivista dei diritti delle donne. Era un tornado ed era tremendamente snob. A differenza di Spencer, che veniva da una famiglia povera di origini irlandesi e da generazioni di ubriaconi, era nata ricca. I suoi, nel Connecticut, possedevano un’industria del vetro multimiliardaria e una casa editrice, e avevano parenti e avi con seggi in parlamento. La biblioteca dell’università di Harvard era intitolata ai nonni materni, gli Houghton. L’infelicità, però, si annida anche nelle migliori famiglie: il nonno, il prozio e due zii di Katharine erano morti suicidi, e suicida era morto Tom, il suo fratello prediletto. Per lei era stato uno choc, a cui era sopravvissuta «avendo sempre presente il senso della tragedia», come scrive Christopher Andersen nella biografia An Affair to remember. Era il 1921, aprile, il 12 maggio Kate avrebbe compiuto 14 anni. Da allora, fece sua la data di nascita del fratello, dichiarando di essere nata l’8 novembe 1923 e di essere più giovane di due anni. Bugia che le tornerà utile: avrà sempre il terrore di essere rimpiazzata da attrici più giovani. La morte del fratello l’aveva resa umorale, si recludeva interi pomeriggi per vedere e rivedere i film muti dell’epoca. A 21 anni, in un momento di scoraggiamento, temendo che non sarebbe mai diventata attrice, accettò di sposare Ludlow Odgen Smith, un rampollo che le aveva promesso una sterminata magione in Pennsylvania, piena di servitori, e al quale giurò che avrebbe fatto solo la moglie. Due settimane dopo la luna di miele, gli confessò che era già infelice: «Devo recitare o muoio». Si trasferirono a New York e quattro anni dopo, quando lei era una stella dei teatri di Broadway e volò a Los Angeles per tentare il cinema, chiese al marito di non seguirla. Ancora una volta, lui abbozzò. Era convinto che sua moglie non avrebbe ritenuto alla sua altezza nessun altro, ma non aveva considerato una possibile attrazione per lo stesso sesso. SEDUTTRICE DI UOMINI E DONNE In California, la miliardaria Laura Harding divenne la migliore amica di Katharine. Andarono a vivere insieme, divennero inseparabili. Più cresceva la fama di Katharine, più i giornali spettegolavano. In pubblico, Laura chiamava Katharine «mio marito» e quest’ultima sosteneva che in casa si faceva chiamare Max. Con loro, andò poi a vivere Leland Hayward, l’agente di Katharine, ugualmente sposato. I due si erano innamorati e, a quel punto, la presenza di Laura servì - al contrario - a tenere a bada i gossip. Leland voleva sposare Katharine, ma lei faceva spallucce e lui ne uscì così devastato che tentò di uccidersi. Nel 1934, la Hepburn ottenne un divorzio di dubbia validità in Messico e si diede alla pazza gioia. Ebbe flirt da set con Charles Boyer e poi con George Stevens, cosa che non le impedì di assistere Leland mentre veniva operato alla prostata a New York e di spaccare la macchina fotografica di un paparazzo in agguato fuori dall’ospedale. Dopodiché, fece perdere la testa a Howard Hughes, l’aviatore e produttore celebre per la grandeur e per le sue conquiste, fra le altre Jean Harlowe, Ginger Rogers, Bette Davis, Lana Turner, Rita Hayworth, Ava Gardner e Marilyn Monroe. Insieme, i due erano perfetti: alti, eleganti, sofisticati. I giornali scrivevano di continuo: «Howard e Hepburn si sposano oggi!». Lei, però, era divorata dal desiderio di diventare la più grande attrice della storia. La terza volta che Howard le chiese la mano, sparì. Racconterà: «Ero pazzamente innmorata di lui e lui di me, ma l’ambizione battè l’amore». L’ATTRAZIONE DEGLI OPPOSTI Spencer e Katharine erano diversi in tutto. Lui era profondamente religioso, lei non lo era per niente. Lui era bigotto, lei era una pensatrice libera, una femminista ante litteram. Lui era terrorizzato dagli aerei e considerare di prenderne uno gli richiedeva parecchi drink, lei era nata per volare. Per entrambi, mettersi insieme fu una scelta ardua. Spencer era tormentato dal rimorso per il figlio sordomuto. Passava i weekend con la famiglia e telefonava a Louise tutti i giorni, non avrebbe mai potuto lasciarla. Katharine aveva tutti i motivi per stare alla larga da quell’uomo bellissimo ma depresso, autodistruttivo, e pure con problemi di salute: tiroide, ernie, insufficienze polmonari. Diceva: «Un attore è troppo coinvolto con se stesso per dare attenzione a un’altra persona». Da egocentrica, ripeteva: «Io sono totalmente me me me». Sorprendentemente, invece, si dedicò a Spencer con dedizione assoluta. I primi mesi ebbe un tale impatto positivo su di lui che le fu risparmiata la conoscenza del mostro che diventava dopo aver alzato il gomito. Quando assistette alla sua prima sbornia, e alla sua prima sfuriata, era ormai innamorata. Accadde quando lo lasciò per una tournée teatrale. Lui era già malinconico perché c’era la guerra. Clarke Gable, Robert Montgomery, James Stewart, Tyrone Power erano partiti, lui no, per via dei suoi problemi di salute, e si sentiva inutile. Il fatto che avesse così tanto bisogno di quella donna divenne presto il potente afrodisiaco della coppia. La Hepburn cominciò ad accettare o rifiutare ruoli in base alle esigenze di Spencer. Nei primi otto anni d’amore, recitò solo in dieci film, sei di questi con lui, mentre lui in 14. C’erano motivi profondi se si sacrificò tanto: Spencer somigliava fisicamente al suo amatissimo padre, ed era fragile come il fratello morto suicida bambino. Sul set, Katharine si preoccupava che Spencer avesse sempre il suo tè preferito, a ogni suo ciak lo lodava a voce alta. La moglie Louise amava Spencer, ma lo criticava anche, Katharine lo adorava senza condizioni. Il grande pubblico rimase ignaro del loro amore per decenni, merito della maniacale discrezione dei due, che mantennero sempre residenze separate e, quando viaggiavano, facevano check-in in hotel diversi. Tutti a Hollywood sapevano, ma tutti, per rispetto verso il dramma familiare di Spencer, evitavano di far circolare pettegolezzi. Il cottage del regista Garson Kanin divenne il loro nido clandestino. Una volta, lei disse: «Aiutare qualcuno che ha problemi è un lavoro di 24 ore al giorno. Puoi farlo solo sei hai deciso che la salvezza di quell’essere umano dipende da te». Spesso, quando lui usciva da solo, finiva schiantato dall’alcol in un night. Allora, lei schizzava a recuperarlo, vestita come capitava, lo portava in albergo, lo metteva a letto, aspettava fuori dalla stanza che il suo respiro si regolarizzasse e se ne tornava al cottage. Una volta, a Londra, al Clardige Hotel, lui fu avvicinato dal direttore dell’albergo, che gli chiese timidamente se la signora potesse indossare qualcosa che non fosse un pigiama o una tuta quando lo riportava in camera e attraversava la lobby. La morte di sua madre Carrie aggravò la depressione di Spencer, che riprese a concedersi nottate fra alcol e ragazze e, una sera a New York, mise al tappeto un fan invadente. Katharine ora, spendeva buona parte della notte dormendo fuori dalla stanza del suo uomo. E per stare accanto a lui, lavorava sempre meno. Mentre, nel 1946, girava lontana da lui Un tragico segreto, Spencer ebbe uno scoppio d’ira e fu ricoverato. Soffrì di delirium tremens per una settimana. Girarono poi insieme Lo Stato dell’Unione, La Costola d’Adamo, quindi lei tornò a Broadway per Come vi piace. Ci teneva molto: riteneva William Shakespeare molto chic, ma Tracy, da Los Angeles la chiamava disperato. Senza di lei, covava istinti suicidi. Entrarono in crisi e lei decise di andare prima a Londra, poi in Congo, per girare La regina d’Africa. Quando lui, nel giugno 1950, la raggiunse a Roma, in incognito, durante una pausa dal set, ebbero giorni felici, ma lui ripartì senza avvisarla. Tre mesi dopo, lei si rifiutò di farsi raggiungere prima a Londra poi a Stoccolma. Poi, di nuovo, si rappacificarono. Fecero insieme Lui e lei di Cukor, ma l’inferno non era finito. Spencer la scongiurava di non accettare un nuovo tour teatrale e, quando lei invece partì, la tradì con Gene Tierney, che si convinse che lui l’avrebbe sposata. A Londra, il 26 giugno 1952, Katharine, alla prima di The Millionaire, era talmente nervosa che distrusse una sedia antica. Poi, a New York, fu ricoverata per esaurimento. Tornarono insieme, ma ora lui aveva un nuovo problema di salute: era diventato impotente. CHIUSO A BERE E PIANGERE Katharine lo portò dai migliori specialisti e le toccò ascoltare i dettagli di come aveva accusato i primi sintomi con la sua amante Gene. La carriera della Hepburn stava subendo un arresto feroce, mortificata dai rifiuti. A 44 anni, si sentiva già vecchia. Tuttavia, mollò tutto per stare accanto a Spencer, che si era trasferito nel cottage di Cukor a bere e a piangere. Solo lei riusciva a tirarlo fuori di lì, portarlo in campagna. Con pazienza, gli apparecchiava pic-nic e insieme facevano volare aquiloni. Quando lei, però, andò a Venezia per girare Tempo d’estate con Rossano Brazzi, le giunse voce che lui la tradiva con Grace Kelly, ancora lontana dallo sposare il principe Ranieri di Monaco. Una loro foto a cena fece il giro del mondo, allora lui la raggiunse in Italia per calmarla e chiederle scusa. Lei se lo riprese. A un amico, disse: «In fondo, è sposato con un’altra, cosa posso pretendere?». Poi, mentre Katharine era in Australia, lui scomparve da un set a Hollywood, riuscendo a farsi licenziare dalla MGM. Fu assoldato dalla Paramount e subito ebbe – ubriaco – un incidente d’auto. Lo recuperarono illeso in un burrone e lui andò a festeggiare al bar, finendo per lanciare un bicchiere in faccia a un incolpevole cameriere. Nel 1958, a Cuba per girare Il Vecchio e il mare, Spencer trovò in Ernst Hemingway un eccezionale compagno di bevute e una sera, insieme, fecero danni in un bar per 150 mila dollari. Nel giugno 1963, Spencer ebbe un collasso. Gli diagnosticarono una pleurite, dalla quale non si sarebbe mai ripreso. In ospedale, si alternavano Katharine e Louise, la consorte ufficiale. Spencer passò la convalescenza con “Kathy” nel cottage di Cukor. Fremeva per tornare sul set, ma nessuno voleva ingaggiarlo per paura che morisse da un momento all’altro. Nei cinque anni in cui lui stette male, lei rifiutò ogni offerta di lavoro. Insieme, leggevano, ascoltavano musica classica, dipingevano, scolpivano, ma lui era sempre più insopportabile. Bestemmiava, urlava. Solo il regista Stanley Kramer trovò per lui e Katharine la parte di due ricchi genitori la cui figlia vuole sposare un ragazzo di colore. Era Indovina chi viene a cena. Tutti e tre dovettero accettare di essere pagati alla fine, ammesso che Tracy non morisse nel frattempo. Iniziarono a girare e subito il malato ebbe un enfisema e un collasso, ma Kramer non lo abbandonò. Il 15 febbraio 1967, ricominciarono e Spencer disse all’amico regista: «Devi fare in fretta, la mia aspettativa di vita è di sette minuti e mezzo». Girato l’ultimo ciak, il 26 maggio, Kramer corse ad abbracciarlo. Tutti piangevano. Indovina chi viene a cena fu un successo strepitoso. Ebbe dieci nomination agli Oscar, una anche per Spencer, che non l’avrebbe mai saputo. Morì due settimane dopo la fine delle riprese. Kate, che invece per quel film l’Oscar l’aveva vinto, lasciò a Louise la parte della vedova in lutto ai funerali. Si chiuse nel cottage e, 25 anni dopo, nel suo bagno c’erano ancora le asciugamani con ricamate le iniziali del suo uomo. In una lettera che scrisse a Spencer postuma, gli chiedeva chi fosse, perché non le avesse mai rivelato i suoi pensieri, perché fosse preda del demone dell’alcol. Da sola, si rispose: «Sai, Spencer? Forse le persone non si conoscono mai veramente».