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 2015  agosto 13 Giovedì calendario

ELKANN SI REGALA L’ECONOMIST

La mossa, annunciata nei giorni scorsi, si è concretizzata ieri. Exor da ieri è il primo socio della società inglese che edita l’Economist, il prestigioso settimanale finanziario britannico ha chiuso l’ultimo bilancio con ricavi per 328 milioni di sterline (458 milioni di euro) e utili per 45,9 milioni di sterline.
La holding della famiglia Agnelli ha infatti stipulato un’intesa per acquistare 6,3 milioni (pari al 27,8%) di azioni ordinarie per un importo di 227,5 milioni di sterline e 1,26 milioni (pari al 100%) di azioni speciali B per un importo di 59,5 milioni di sterline di The Economist da Pearson per un corrispettivo complessivo di 287 milioni di sterline (405 milioni di euro). L’acquisizione sarà finanziata, ha spiegato una nota diramata ieri dalla holding, con mezzi propri di Exor e a seguito di tale acquisto (e di una distinta operazione di buyback annunciata da The Economist sulle restanti azioni ordinarie detenute da Pearson) la partecipazione di Exor aumenterà dal 4,7% al 43,4%. Il secondo azionista saranno i Rothschild, storica famiglia di banchieri internazionali, la cui quota è salita nel contempo dal 21 al 26,9%, mentre il restante 29,7% è suddiviso tra altri soci stabili, tra i quali spiccano famiglie appartenenti all’aristocrazia imprenditoriale britannica, come i Cadbury (dolciario), gli Schroder (asset management) e i Layton, la dinastia legata al Barone Walter Layton, la cui direzione ebbe un’importanza strategica nella storia della rivista inglese. Tale ripartizione dell’azionariato non sarà riflessa proporzionalmente nella distribuzione dei diritti di voto, in quanto è inoltre stato concordato che lo statuto dell’Economist sia modificato per limitare al 20% i diritti di voto di ogni singolo socio e per garantire che nessun singolo individuo o società possa detenere più del 50% delle azioni del settimanale. I valori editoriali del giornale continueranno a essere presidiati dai suoi trustees indipendenti. «La decisione della rivista di investire insieme a noi, mediante l’acquisto di azioni proprie, ci rende ancora più convinti dei meriti del nostro investimento, in quanto segno della fiducia in un futuro brillante e redditizio», ha commentato John Elkann, presidente di Exor e di Fca oltre che della Giovanni Agnelli Sapaz, la cassaforte della famiglia torinese. «Insieme riteniamo che l’Economist abbia un enorme potenziale di crescita, in particolare per la sua capacità di cogliere le numerose opportunità di sviluppo legate alla digitalizzazione del settore dei media, sotto la guida di Zanny Minton Beddoes e di Chris Stibbs (rispettivamente direttore della rivista e ceo della società editoriale, ndr)».
Va fatto notare che l’investimento effettuato ieri da Exor rappresenta un ulteriore rafforzamento della holding nei settori dei media e dell’editoria dopo gli impegni assunti negli anni nel quotidiano francese Le Monde, in Rcs Media (dove la controllata Fca è il primo socio con il 16,7%) e in Italiana Editrice, la società, creata con la famiglia Perrone, in cui sono confluiti nel 2014 La Stampa e Il Secolo XIX.
Il perfezionamento dell’operazione Economist, previsto per il quarto trimestre 2015, è infine soggetto all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di legge nonché all’approvazione da parte sia di almeno il 75% degli azionisti del settimanale sia dei suoi trustees indipendenti.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 13/8/2015