Sergio Luciano, ItaliaOggi 13/8/2015, 13 agosto 2015
IL FISCO ORMAI SA TUTTO DI TUTTI, MA NON MOLLA LE PRESUNZIONI
Prima elementare, tema di logica. Se un pizzicagnolo ha un problema in bottega che da 15 anni cerca di risolvere seguendo un determinato metodo e non ci riesce, continuerà a usare lo stesso metodo o lo cambierà? Certo che lo cambierà. Ebbene: forse lo Stato imiterà il pizzicagnolo, archiviando gli studi di settore, quelle sterminate tabelle di parametri economico-funzionali che avrebbero dovuto, appunto da 15 anni (in verità, nati nel ’93 sono usati dal 1998) azzerare l’evasione fiscale delle imprese (e non ci sono riuscite). Nel disegno di legge delega fiscale non se ne fa menzione. Che sia la volta buona? O li si «riformerà» rendendoli magari ancora più mostruosi? Alessandro Santoro, consigliere economico del presidente del consiglio, in uno scritto di pochi giorni fa ne parla, non escludendo il de profundis ma lasciando anche la porta aperta a una riforma.
Chi scrive è stato da poco alle prese con la compilazione di un modulo per studio di settore e, pur se assistito da un bravo commercialista, ha vissuto un’esperienza tragicomica. Nella tabella riferita alle attività editoriali, in dieci pagine di domande, non ce n’era nessuna veramente congrua rispetto alla produzione di contenuti editoriali digitali, attività dell’impresa in questione. Che non aveva dipendenti, pochissimo fatturato, eppure ha sfiorato l’incongruità avendo chiuso effettivamente in perdita. Delirante.
Chi ha memoria lunga ricorda che tra i metodi di accertamento fiscale analitici e quelli induttivi (insomma, extra-contabile) si gioca una partita di ping-pong da almeno trent’anni. Nell’84, vennero introdotti, ministro Visentini, i registratori di cassa, accolti da una memorabile serrata dei commercianti, che però risultò vana. Di lì a poco spuntò l’alternativa della minimum tax, introdotta poi da Amato nel ’92, che in sostanza diceva ai contribuenti: basta che non dichiariate meno reddito di un vostro dipendente, e il fisco vi lascerà in pace. Oggi, con l’anagrafe dei conti correnti, il fisco Grande Fratello sa tutto, volendo, del nostro reddito. Eppure prevede ancora gli studi di settore, complicatissimi e male applicabili, come alternativa all’analiticità. Misteri.
Sergio Luciano, ItaliaOggi 13/8/2015