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 2015  agosto 13 Giovedì calendario

LETTORI DI GIORNALI DIMEZZATI. LA GERMANIA SCEGLIE LA RETE

LETTORI DI GIORNALI DIMEZZATI. LA GERMANIA SCEGLIE LA RETE –
La Germania è il più grande mercato per l’editoria periodica nell’Ue, con colossi di caratura internazionale come Bertelsmann e Springer Verlag (l’editore di Bild e Die Welt), eppure anche qui la situazione è tutt’altro che rosea.
Le testate più importanti sono impegnate da anni in dolorose ristrutturazioni, ad esempio la Frankfurter Allgemeine Zeitung pochi mesi fa ha deciso il taglio di 200 dipendenti su un totale di 900, con l’obiettivo di risparmiare entro il 2017 20 milioni di euro. Non molto migliore è la situazione dell’altro grande quotidiano tedesco di qualità, la ’liberal’ Süddeutsche Zeitung che ha già alle spalle dolorosi tagli tra il 2009 e il 2011, con anche una serie di scioperi di protesta per il taglio del 35% degli stipendi per i neoassunti e di vari benefit per tutti. E solo pochi mesi fa uno dei più importanti editori di periodici, Gruner+Jahr (editore anche del settimanale Stern e oggi a sua volta parte dell’impero del colosso editoriale Bertelsmann) ha annunciato il licenziamento di tutti i giornalisti assunti a tempo indeterminato nelle riviste della serie femminile Brigitte. Sempre Gruner+Jahr ha deciso, nel 2012, la clamorosa chiusura del Financial Times Deutschland, l’edizione tedesca del celebre quotidiano della City lanciata nel 2000, che si era affermata come uno dei più autorevoli giornali finanziari del paese. La crisi ha toccato anche una delle grandi istituzioni del paese, il settimanale Der Spiegel (al 25% proprietà di Bertelsmann), che lo scorso giugno ha annunciato risparmi per 15 milioni di euro entro il 2017, con non meglio precisati tagli al personale. «Le competenze chiave democratiche della stampa – ha avvertito, allarmato, il cancelliere Angela Merkel – non possono essere sacrificate in nome del risparmio».
Il problema anche in Germania è un mix di crollo delle vendite dei giornali cartacei insieme al calo costante delle entrate pubblicitarie che sempre più si spostano verso le tv. Tra il 2010 e il 2013 i proventi delle inserzioni dei giornali sono crollati da 3,6 a 2,9 miliardi, le previsioni per il 2018 si fermano a circa 2 miliardi. Un dato però colpisce particolarmente: se nel 1982-83 nelle due Germanie i let- tori di quotidiani erano 30 milioni, nel 2014 si era crollati a 16,8 milioni, con una contrazione record del 44%. Il primo duro colpo è stato dato negli anni Ottanta dal dilagare dei canali tv satellitari, ma il crollo è stato drammatico dopo il 2004 (6 milioni di copie perse nei 10 anni successivi), quando ha cominciato a dilagare l’Internet che ha spostato sempre più lettori dalla carta all’online, per lo più gratis.
Non è un caso se tra gli editori meno colpiti dalla crisi è Springer Verlag, che fin dagli albori dell’Internet ha puntato molto su questa carta. E così tra gennaio e settembre 2014 l’editore di DieWelte Bild ha registrato un aumento dei profitti dell’8,1% grazie proprio all’ampliamento dell’offerta digitale: il 70% dei profitti e il 52% del fatturato provengono proprio dall’online, con 329.000 abbonati digitali delle due testate, a fronte di una tiratura cartacea complessiva di 2,4 milioni. Una cosa è chiara: per Springer il futuro è nella Rete, e il suo obiettivo aumentare progressivamente il pagamento dei contenuti online. Non a caso l’amministratore delegato Mathias Dörpfner si è più volte lamentato che ancora troppe testate diffondano i propri servizi in Internet gratuitamente. «Proviamo a immaginarci – ha detto qualche mese fa – come sarebbero le cifre (degli abbonamenti digitali n.d.r.) se ci fossero più editori che mostrassero interesse a guadagnare soldi nella Rete invece di passare il tempo occupandosi della riduzione del personale», mentre Spinger continua ad assumere. In realtà la presenza online non basta, sempre più emerge come cruciale per vendere contenuti online sia l’alta qualità, «occorre proporre offerte aggiuntivi, analisi, più notizie esclusive, affidabilità, credibilità» avverte Helmut Heinen, presidente dell’Associazione degli editori di giornali. Non è un caso che Springer stia puntando su rivisti ad alto contenuto esclusivo, e da ultimo abbia fondato ’ Politico Europe’, un portale-giornale (anche su carta) di informazioni esclusive sull’Ue in joint-venture con il celebre Politico. com, il portale di informazioni di prima mano sulla politica Usa. L’editore vorrebbe però crescere anche di dimensioni, ma non ha avuto molta fortuna. E di pochi giorni fa il fallimento del-l’offerta per rilevare il Financial Times (acquistato dal colosso mediatico giapponese Nikkei).