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 2015  agosto 12 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Caro il mio Bersani, sei un padre di famiglia morigerato, non hai neanche la creatività di Bill Clinton nella stanza ovale. Vincenzo De Luca, neopresidente della Regione Campania.

Per Berlusconi, lo ha detto lui testualmente: «L’italiano medio è un ragazzo di seconda media non troppo intelligente che nemmeno siede al primo banco: è a loro che dobbiamo parlare». Marco Travaglio. Il Fatto.

Il Trattato di Maastricht è sinora andato avanti senza ostacoli perché, non avendolo letto, nessuno ha avuto neanche la voglia o la competenza per contestarlo. Ida Magli, La dittatura europea. Rizzoli, 2010.

Certo il Papa ha recentemente evocato il genocidio armeno e i governanti turchi l’hanno presa malissimo. Il tema è delicato. Se io ti accuso di aver rotto un bicchiere, tu non rispondi dicendo: «Non è vero». Di fronte a un’accusa così grave bisognerebbe argomentare, difendersi, portare prove. Io non seguo né chiese né moschee, ma in Turchia sono cresciuto. E so che turchi e armeni si insultano da secoli. Dove non c’è ascolto reciproco non può esserci dialettica. Ferzan Ozpetek, regista e scrittore (Malcom Pagani). il Fatto.

Nel 2001, il giorno prima delle elezioni, Berlusconi annunciò che Montezemolo sarebbe stato il suo ministro degli esteri. Non era vero ma la notizia non venne smentita. Era il segnale che le élites dominanti si erano schierate al suo fianco. Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma. Il Fatto.

Alcuni miei vecchi amici mi dipingono come un nostalgico, un reazionario. In effetti essi sono gli amici del disastro, come dice Renaud Camus. Gente che criminalizza, oggi, la nostalgia. Ma stiano calmi: io non piango tutti i giorni; non smetto, al contrario, di entusiasmarmi per delle cose, delle opere e soprattutto per delle persone. Alain Finkielkraut, filosofo, neoammesso all’Académie de France. le Figaro.

Dino Grandi, quando parla di Mussolini, comincia sempre con accenti acri, e finisce con parole di affetto. In fondo, nutre verso di lui un complesso di colpa perché lo ha sempre tradito, anche prima del 25 luglio. Ma credo che il suo ritratto di Mussolini sia sostanzialmente giusto: un ignorante pieno di intuito, un timido che diventava imperioso davanti ai più timidi di lui, un codardo nel pericolo che si trasformava in leone nella vittoria; un vitellone di provincia romagnola che concepiva l’amore solo come «possesso», a esaltazione della propria virilità, un «cavalier Mostardo». La pagò con la Petacci che, secondo Grandi, lo rincombellì con la sua voracità di amante realmente innamorata. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli, 2009.

A partire da maggio 2016 tutti i pacchetti di sigarette francesi saranno della stessa grandezza, dello stesso colore, la superficie sarà occupata per il 65 per cento da immagini choc e senza alcun logo. L’obiettivo del governo è ridurre il tasso di fumatori che in Francia non scende, nonostante l’elevato prezzo delle sigarette e le campagne educative e di comunicazione. Il Foglio.

Non sono conflitti tradizionali, hanno cambiato verso, prima di noi. Massimo Bucchi, scrittore satirico. ilvenerdì.

Abbiamo visto a Milano (tutto il mondo è paese) una gara da 8 milioni di euro per la sorveglianza di tutti gli edifici della Regione Lombardia finire con tre offerte (coincidenza bis ) assolutamente identiche: 19,08 euro a persona l’ora la Allsystem, 19,08 euro a persona l’ora la Vcm, 19,08 euro a persona l’ora il Raggruppamento Temporaneo di Impresa di Italpol e Securitas metronotte. Cioè la somma minima, esatta al centesimo, stabilita dal Prefetto nel tariffario. Gian Antonio Stella. Sette.

Il tempo rimedia a tutto nelle cose architettoniche di Milano. Io, ad esempio, sono cresciuto odiando la Stazione centrale e adesso la vedo uscendo dalla metropolitana, dal basso, questo aspetto modernissimo della Stazione centrale, con questo assiro-babilonese della facciata, è una roba kitsch, ma, insomma, comincia a non dispiacermi. Carlo Castellaneta, scrittore, in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

Che materia misteriosa, l’acqua. Tutto, mi dicevo da bambina, ha una forma, e un colore; e invece l’acqua non ha l’una, né l’altro. Allungavo la mano sotto al getto del lavatoio di pietra, nel cortile di una vecchia casa nelle Dolomiti. Era gelido eppure così vivo, e forte; la mia mano, dopo pochi istanti, doleva, rossa, ghiacciata. Cercavo di trattenere l’acqua, e mi scivolava fra le dita. Portavo le mani alla bocca e più che berla la mangiavo: era fresca, buona. Ma inafferrabile: cercavi di fermarla, e già era andata, scivolata via, in un tintinnio argentino. Da dove viene l’acqua? chiedevo ai miei fratelli. Mi rispondevano che veniva dalla cima delle montagne davanti a noi: era in quelle lingue di neve candida, lassù, che l’estate acerba cominciava a sciogliere. Dicevano che le gocce si riunivano in ruscelli, e poi in un torrente; e incanalata in tubi d’acciaio finalmente, costretta, l’acqua arrivava nella nostra fontana. Io guardavo la neve abbagliante, sulle vette, e pensavo che forse l’acqua, nei tubi degli uomini, si sente prigioniera. Ma mi incantavo a guardare quel getto limpido e apparentemente infinito: inesauribile chiara fresca fonte, per chi avesse sete. E come, sudata dopo una corsa, mi piaceva di quell’acqua generosa riempirmi le mani, e immergerci la faccia, avidamente. Marina Corradi. Avvenire.it.

Il libro I Rizzoli – La vera storia di una grande famiglia italiana non è male, anche se il fondatore viene visto più come un simpatico nonno dispotico che come un rivoluzionario dell’editoria con grandi autori di libri e nuovi giornali, per non parlare del cinema. Ljuba Rizzoli, vedova di Andrea, figlio del fondatore della casa editrice. (Gian Luigi Paracchini). Corsera.

Non temo di valutare Rachmaninoff come un compositore secondario e non indispensabile. La letteratura pianistica è così straordinaria e vasta che non si può perdere tempo con cose non eccezionali. Alfred Brendel, musicista (Leonetta Bentivoglio). la Repubblica.

Percorre strade a lui ignote, giunge ora in via Giuseppe Verdi, appena superato il teatro alla Scala, che non si aspettava così: lo immaginava molto più imponente. Via Verdi è deserta, spicca solo l’insegna della Milano libri. Andrea Gentile, Volevo tutto. Rizzoli.

La donna gelosa è capace di tutto; quella possessiva, di troppo. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/8/2015