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 2015  agosto 12 Mercoledì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 66

(Lord Byron e la fatalità)

Vedi Biblioteca in scheda: 2318884
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MALEFATTE E AVVENTURE DI LORD BYRON –
Mattino. «Mi destai un mattino per scoprire che ero celebre» (lord Byron).
Anagrafe. George Gordon Byron, che a dieci anni avrebbe assunto il titolo di Lord Byron, nacque il 22 gennaio 1788 a Londra, al numero 16 di Holles Street, figlio unico del capitano John Byron e di Miss Catherine Gordon of Gight.
Padre. Il padre di Byron, John Byron, da giovane, spendaccione giocatore e debosciato, si era arruolato nell’esercito e aveva prestato servizio in America. Nel 1778, rapì, per sposarla l’anno successivo, Lady Carmarthen, moglie di Francis Carmarthen che in seguito divenne quinto duca di Leeds e baronessa Conyers. Vissero a Parigi ed ebbero tre figli, dei quali i primi due morirono e la terza fu Augusta. Nel 1784, Lady Conyers morì e il capitano Byron tornò in Inghilterra, indebitato e in cerca di un’ereditiera. Sposò la ricca Catherine Gordon of Gight. Per ripianare i debiti di lui, vendettero i terreni e finirono in miseria. Trasferiti a Parigi, tornò solo la moglie, che diede alla luce George Gordon Byron. Il padre morì a Valenciennes nel 1791.
Maneschi. La madre di Byron, Chaterine Gordon of Gight, discendeva in linea diretta dalla casa reale di Scozia. I Gight erano considerati teste calde e maneschi.
Parola. «Non litigo mai se non mi si rivolge la parola» (lord Byron).
Sedicenne. Appena fu ammesso al salotto di Elisabeth Pigot, a Southwell, era un sedicenne grasso e timido. Fu lei a consigliargli di perdere peso.
Pallore. Tutti unanimi nel sottolineare «il pallore dei suoi tratti», la bellezza degli occhi e la dolcezza della voce.
Mary. Byron adolescente innamorato di Mary Annesley Chaworth, due anni più grande di lui, discendente di una famiglia avversaria alla sua. Mary si fidanzò con John Musters, amico di Byron, senza diffondere la notizia. Quando il promesso sposo le regalò un anello, lei a sua volta ne donò uno dei suoi a Byron. Musters, riconoscendo il gioiello della sua amata, volle chiarimenti e lei fu costretta ad annunciare pubblicamente il fidanzamento. Il che non le impedì di tenersi accanto Byron in veste di spasimante ufficiale, infliggendogli il reiterato supplizio di farsi accompagnare da lui ai balli (ai quali Byron, zoppo, non poteva prendere parte).
Augusta. Augusta, di quattro anni più vecchia del fratellastro Byron, si sposò nel 1807 con il colonnello George Leigh, che Byron non volle mai incontrare. Da lui ebbe sette figli. Non fu un matrimonio felice. Dopo qualche anno di silenzio, Augusta e Byron ripresero la corrispondenza. Finché nel giugno 1813 Augusta fu costretta dai debiti contratti da suo marito a farsi ospitare dal fratellastro a Londra. Nell’aprile 1814 nacque la loro figlia, Medora.
Moglie. Dal diario di Byron dopo l’incesto: «Una moglie sarebbe la mia salvezza».
Ghiacciolo. Anna Isabella Milbanke, detta Annabella, nata nel maggio 1792, figlia unica di Sir Ralph Milbanke e dell’onorevole Judith Noël. Era nipote di Lady Melbourne, la più cara amica e confidente di Byron. Poetessa, ancor prima dei venti anni aveva rifiutato numerose proposte di matrimonio e, a detta di alcuni, era «un ghiacciolo».
Matrimonio. A settembre 1814 Byron le chiese la mano per la seconda volta: lei accettò. La risposta di Annabella era accompagnata da una lettera di suo padre, il quale invitava Byron a recarsi subito da loro in campagna: lui lasciò passare sei settimane prima di raggiungere la fidanzata.
Melassa. Si sposarono il 2 gennaio 1815. Partirono per la casa di campagna di Halnaby dove trascorsero quella che lui definì «la luna di melassa».
Fantasia. Cominciarono a litigare subito. Così raccontò Annabella a Lady Anne Barnard, sua amica fin dall’infanzia: «Eravamo in carrozza da neanche un’ora, quando egli esclamò in tono d’ironia e di sarcasmo: “Come avete potuto lasciarvi ingannare fino a questo punto dalla vostra fantasia? Come può essere che una donna dotata del vostro buonsenso abbia nutrito l’insensata speranza di redimere me? Basta il solo fatto che siate mia moglie perché vi detesti. Se foste la moglie di un altro, riconosco che potreste anche avere fascino”».
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 12/8/2015