Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 11 Martedì calendario

BERLINO FA I SOLDI GRAZIE AD ATENE

Viene però anche il sospetto che mantenere l’incertezza sulla crisi greca faccia comodo alla Germania. Uno studio dell’istituto tedesco di ricerca economica Iwh ha infatti stimato che, proprio grazie alla crisi ellenica, dal 2010 al 2015 la Germania abbia risparmiato 100 miliardi di euro di tassi di interesse, una somma superiore al 3% del pil. Il 3 gennaio 2010, infatti il rendimento del Bund decennale era al 3,2%, mentre ieri si è attestato allo 0,66%. Durante i periodi di instabilità infatti, gli investitori vanno a caccia di investimenti sicuri. E cosa è più sicuro di un titolo di Stato tedesco? Così, ha sottolineato Iwh, «nel corso della crisi del debito di Eurolandia, la Germania ha beneficiato in modo sproporzionato di questo effetto». Ogni volta che arriva una brutta notizia dalla Grecia, i rendimenti dei Bund scendono proprio per la corsa al rifugio sicuro.
Iwh ha calcolato che l’esposizione della Germania alla Grecia, comprendendo anche il terzo piano di aiuti ancora da approvare, è di 90 miliardi, una cifra inferiore ai 100 miliardi risparmiati da Berlino in termini di tassi di interesse. Il risultato è che se anche Atene dichiarasse bancarotta e cancellasse la totalità dei suoi debiti, la Germania ci avrebbe comunque guadagnato 10 miliardi. E se la Grecia «rimborsasse totalmente o solo in parte il debito» i guadagni per Berlino sarebbero «consistenti». Certo, viene il sospetto che la Germania voglia tenere sulla graticola Atene ancora per un po’ per continuare a pagare interessi bassissimi sul proprio debito pubblico.
Sempre ieri, intanto, una fonte del governo guidato da Alexis Tsipras, ha detto che, a meno di «un cambiamento dell’ultimo minuto» il pil si dovrebbe contrarre di una percentuale compresa tra il 2,1 e il 2,3% quest’anno. La stima sarebbe contenuta in una bozza di accordo tra il governo e i creditori internazionali. Sempre secondo il documento, aggiunge la fonte, ci si aspetta che la Grecia abbia un surplus di bilancio primario nullo. Che il Paese sia ancora in grave crisi lo dimostra infine l’ultimo dato sulla produzione industriale, scesa a giugno del 4,5% su base annua.
Marcello Bussi, MilanoFinanza 11/8/2015