Pino Corrias, il Fatto Quotidiano 11/8/2015, 11 agosto 2015
NAPOLI E I CAVILLI DELLA ZOCCOLA
Mirabile è l’avventura del topo morto (e dei napoletani vivi) che per un giorno giacquero nel centro della bella Napoli, proprio davanti alla storica libreria di via Costantinopoli, dove la carcassa ingombrava con il suo carico di lutto il transito dei turisti che si facevano il selfie e spedivano ai parenti lontani quel pezzo di teatro di Eduardo. A chi toccava rimuovere la zoccola? Al netturbino del Comune, o al tecnico della Asl regionale? Al passante socialmente attivo? O al negoziante politicamente passivo? Per una dozzina d’ore – come ha raccontato per immagini e inchiostro Dagospia, mai come oggi specchio del Paese – la questione s’è presentata complessa. Il netturbino ha detto “Non è compito mio”. La Asl non ha trovato il comma adatto nel suo Regolamento. La zoccola giaceva imprigionata dalla burocrazia, il cancro che ci sta mangiando vivi. Prima del Tar un tale l’ha buttata in un bidone con un calcio. La stessa fine dell’ultimo rapporto Svimez sul Sud che muore, giace e si dà pace.