Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 9/8/2015, 9 agosto 2015
CARROZZIERI
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sono due grandi economisti. Lo dicono tutti e noi, rispettosi, gli crediamo. Il primo, per dire, insegna ad Harvard: che volere di più? Ebbene, martedì, il duo ha scritto per il Corsera l’ennesimo, sapido editoriale sulle liberalizzazioni. Titolo: «Ascoltare i cittadini, non le lobby». Svolgimento: di liberalizzazioni non se ne fanno mai abbastanza. La concorrenza, si sa, per l’economista liberista, è un po’ come la barzelletta per Berlusconi, il tanga per Rihanna, la coperta per Linus: indispensabile. La libertà – cioè il liberismo – è però sempre messa a dura prova dai cattivi. Grandi compagnie? Banche? La Spectre? Forse pure loro, per carità, ma non dimenticate i carrozzieri: «Su pressione dei carrozzieri, il Parlamento ha eliminato alcuni articoli sui risarcimenti dell’Rc Auto, scritte per rendere più difficili le frodi». Ma che davvero? Essì, signora mia, è tanto vero che lo dice pure Ania, la Confindustria delle assicurazioni. L’Rc Auto, nel 2014, ha fruttato alle compagnie oltre 2 miliardi di profitti, mentre gli incidenti calano da anni. E le tariffe? No, quelle no. Colpa dei carrozzieri, che dovrebbero – se passassero le norme sponsorizzate da Alesina e Giavazzi – diventare dei “conto terzisti” delle assicurazioni: dove oggi c’è un mercato aperto con 15 mila artigiani in concorrenza tra loro, ci sarebbe l’oligopolio di poche compagnie (le tre più grandi hanno oltre i due terzi dei clienti). Ma non sarà che è il libero mercato che ostacola il liberismo?
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 9/8/2015