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 2015  agosto 09 Domenica calendario

CALDEROLI, LA FABBRICA DI BUCCE DI BANANA

Paradossale come Roberto Calderoli, classe 1956, in Parlamento dal 1992, già ministro per le Riforme (erano istituzionali, allora, ma la sostanza non cambiava) sia diventato il punto di riferimento di giuristi, costituzionalisti e tutti quelli che si trovano a fare opposizione in Parlamento. Anche la minoranza Pd ha con lui un confronto continuo sul metodo di fare opposizione.
Perché Calderoli, la pratica del cosiddetto “canguro”, la bocciatura in blocco degli emendamenti, l’ha inventata ed è difficile che se la faccia applicare. Così dice lui.
“L’ho fatta io la regola, so come arginarla”, dice al Fatto. E non è un caso che sia lui che ha presentato 510 mila emendamenti contro la riforma del Senato. Ci vuole pelo sullo stomaco, una squadra rodata e molte ore di lavoro straordinario, altrimenti è davvero impensabile scrivere mezzo milione di emendamenti. “L’ho fatto”, racconta, “e in questo mi hanno aiutato fior di costituzionalisti, amici che ragionano sulla politica e non solo ne parlano, colleghi di altri partiti. C’è voluto molto tempo, non abbiamo iniziato l’altro giorno, ma sappiamo bene come questo governo è nato e dove vuole andare. Noi ci siamo e a quel punto ce la giocheremo.
Questi sono emendamenti in Commissione e sappiamo come verranno arginati, ma poi ci sarà l’aula, ma questi qua, che sono dilettanti, non sanno che quello che io presenterò verrà votato in segreto perché è previsto il voto segreto. E a quel punto il governo di Matteo Renzi rischia di dover tornare indietro. Schivare 500 mila bucce di banana – e siamo solo all’inizio – non sarà facile”.
Se la ride Calderoli, medico chirurgo, poi specializzato in maxillo facciale, l’uomo che ha creato la fabbrica degli emendamenti.
Un gigante al cospetto di qualche parlamentare che neanche conosce le regole base: “Conta l’esperienza, io per fortuna ne ho accumulata. Sono lì da molto prima di loro, ho giocato il ruolo dell’oppositore e sono stato al governo. Soprattutto posso contare su una squadra che le regole le conosce molto bene. E soprattutto – spiega il vicepresidente del Senato – tutto il lavoro è stato fatto da volontari in difesa di una riforma che non deve passare.
Se non lo avessero fatto nel tempo libero si sarebbe bloccata ogni attività del Parlamento. Tutti, però, hanno capito che questa è una riforma costituzionale che priva il popolo del diritto del voto e instaura una dittatura di sinistra. Mi viene la dissenteria a pensarci. E comunque o il governo dimostra di avere buon senso o la fabbrica di emendamenti Calderoli andrà avanti. Per il voto in aula sono pronto ad arrivare a 6 milioni e mezzo”.
Ma può cadere un governo sugli emendamenti? “Questo non lo so – dice – sono bucce di banana difficili da evitare e non sarà semplice ostruzionismo. È una promessa. A quel punto capitan Fracassa dovrà lasciare la poltrona di presidente del Consiglio e andare a casa. Ammesso che si svegli il presidente della Repubblica in carica. Per ora parla solo quello emerito. È come se invece che Francesco parlasse Ratzinger, non torna”.
Emiliano Liuzzi, il Fatto Quotidiano 9/8/2015