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 2015  agosto 09 Domenica calendario

“MALVIVENZA”, “SFESSATI”, “CIALTRONI”: TUTTI GLI INSULTI DI DE LUCA AI GIORNALISTI

Insulti, minacce neanche troppo velate, processi e condanne. L’attacco nei confronti di Peter Gomez è solo l’ultimo capitolo della storia conflittuale di Vincenzo De Luca con la stampa italiana. Colpevole di “raccontare fesserie” o di essere “tutta malvivenza”, per citare alcune frasi celebri del governatore della Campania. Tanto che più volte l’Ordine o il sindacato dei giornalisti sono dovuti intervenire per difendere i colleghi attaccati. “De Luca è uomo di parola o di male parole?”, si chiedeva qualche tempo fa la Fnsi.
Venerdì l’ex sindaco di Salerno, nel corso della direzione nazionale del Partito democratico, si è scagliato contro il direttore de ilfatto.it, definendolo “un giornalista dal nome equivoco e improbabile, tedesco più o meno, un superfluo, un consumatore abusivo di ossigeno, un danno ecologico permanente”. Inutile la toppa che ha provato a mettere Matteo Renzi (“Ovviamente era una battuta”), dopo le risate della sala: gli attacchi, anche volgari, di De Luca ai giornalisti del Fatto sono un’abitudine.
“De Luca ormai lo conosciamo già”, ha replicato Gomez. E infatti qualche anno fa, nel corso di un dibattito nel programma La Gabbia su La7, l’allora sindaco di Salerno gli aveva intimato di “vergognarsi”, affermando di “andare fiero dei suoi processi.” Con il direttore Marco Travaglio la diatriba è finita addirittura in tribunale. Nel 2010 De Luca, nel corso di un comizio per le Regionali di quell’anno, aveva detto: “Quel grandissimo sfessato di Travaglio, che aspetto di incontrare per strada al buio qualche volta a Roma… questo pipì… è scorretto… Imbecille! Aspetto di incontrarlo al buio”. Parole per cui era stato querelato e poi condannato nel 2013 per diffamazione.
Anche quest’anno, poi, la campagna elettorale è stata terreno di scontro con i giornalisti. In alcuni casi addirittura fisico: a inizio giugno, all’indomani della vittoria in Campania, Nello Mastursi, suo stretto collaboratore, ha allontanato con un calcio (“era solo uno sgambetto”, si è poi giustificato) l’operatore del Fatto Fabio Capasso, che tentava di rivolgere delle domande al neo governatore al termine di una conferenza stampa per cui non erano stati permessi interventi.
In occasione dell’evento di giugno era stato spintonato pure Nello Trocchia, videoreporter de La7 e collaboratore del Fatto. E pochi giorni dopo al centro delle esternazioni di De Luca è finito anche Roberto Saviano, che si era schierato contro la sua candidatura, e poi è stato accusato in un’intervista a Panorama di “essersi innamorato del proprio personaggio” e di “inventarsi la camorra anche dove non c’è, per non rimanere disoccupato”.
Michele Santoro si è visto dare pubblicamente del “cialtrone”, nel 2013 Striscia la notizia, Le iene e Report sono stati tacciati di far parte di una fantomatica “congiura politica” antideluchiana. E il governatore campano ha fatto un solo fascio anche di tutta l’erba della stampa locale, definita “malvivenza” nel 2014. Solo una conferma di una convinzione già espressa due anni prima: “Questa è una città di imbecilli (aveva detto riferendosi alla sua Salerno, ndr) e la principale testimonianza di imbecillità e di cafoneria è nelle redazioni dei giornali locali che sono piene di imbecilli”.
Peccato che proprio una emittente salernitana, LiraTv, sia uno dei pulpiti preferiti del governatore “sceriffo” della Campania, abituato in un appuntamento fisso il venerdì pomeriggio a scagliare i suoi anatemi. Contro tutti, specialmente contro i giornalisti. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Peter Gomez, però alla Direzione del Pd. Avanti il prossimo.
Lorenzo Vendemiale, il Fatto Quotidiano 9/8/2015