Patrizia Caraveo, Il Sole 24 Ore 9/8/2015, 9 agosto 2015
YURI, UN SOGNO DA $ 100 MILIONI
Capire se esistono altre forme di vita nell’Universo è certamente una delle grandi sfide della scienza. Il primo a farsi contagiare dall’entusiasmo è stato l’astrofisico Frank Drake che, nel 1960, ha iniziato un programma di ricerca di un segnale radio extraterrestre. E’ stato lui l’anima del progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligenc), un programma che, sfidando finanziamenti ballerini, va avanti da oltre mezzo secolo. Si tratta di raccogliere dati radio e di analizzarli alla ricerca un segnale di origine chiaramente non naturale. Occorre tempo di telescopio e potenza di calcolo, ma, viste le limitate risorse disponibili, sono stati sviluppati modi molto “economici” di procedere. Invece di chiedere tempo di telescopio dedicato, si utilizzano dati raccolti nel corso di altre ricerche. In fondo, non sapendo da dove potrebbero venire i segnali, una direzione è buona come un’altra. Per l’analisi dei dati, poi, è stato inventato il sistema di calcolo distribuito che trasforma migliaia di PC in un supercomputer a costo zero, o quasi. Si chiama SETI@home e sono milioni gli utenti che hanno aderito all’iniziativa semplicemente donando la capacità di calcolo del proprio computer quando non viene utilizzato.
Per i detrattori è una colossale perdita di tempo e denaro (peraltro tutto frutto di donazioni private), per i sostenitori è un interrogativo al quale bisogna assolutamente cercare di dare una risposta. Ne è convinto Stephen Hawking che, dopo una vita passata a studiare la fisica estrema dei buchi neri, pensa che la ricerca di vita extraterrestre sia problema più grande. Ne sono convinti i donatori privati che sostengono il progetto e i milioni che hanno aderito a SETI@home. Ne è convinto Yuri Milner, ricchissimo imprenditore russo, che ha promesso 100 milioni di dollari da dedicare al potenziamento del progetto SETI nell’arco di 10 anni. Perché lo fa? Grazie ad una laurea in fisica, sa benissimo il valore della ricerca di base e ha deciso di puntare su quella per la sua attività filantropica. Ha iniziato con l’istituzione di un premio da 3 milioni di dollari per ricerche in fisica, matematica e biologia ed ora continua con il finanziamento del progetto della ricerca di vita extraterrestre, qualcosa che dice di avere nel suo DNA visto che è nato nel 1961 e l’hanno chiamato Yuri in onore di Yuri Gagarin. Oltre all’ascolto, il visionario Yuri pensa ad un messaggio da inviare nel cosmo. Come si può comunicare con alieni? Per stimolare altri visionari a farsi venire idee brillanti, ha annunciato un premio Message di un milione di dollari.
Tutta la comunità astronomica beneficerà, seppur indirettamente, del finanziamento promesso che eviterà la chiusura di alcuni grandi radiotelescopi colpiti dal taglio dei fondi pubblici. Con parte del finanziamento, SETI contribuirà a coprire il 20% del costo di gestione dei telescopi avendo in cambio il 20% del tempo. In questo modo i radiotelescopi potranno continuare le attività a beneficio di tutta la comunità astronomica. Un parallelo, verranno sviluppati sensori più avanzati per andare più a fondo nelle ricerche. Già oggi abbiamo strumenti infinitamente più sensibili di quelli usati 50 anni fa, ma l’elettronica può fare di più e il sempre entusiasta Drake è convinto che stanare il segnale sia solo questione di tempo. Per questo si pianifica di osservare 1000 stelle vicine dalle quali potrebbe essere possibile cogliere il segnale radar di potenziali sistemi di controllo del traffico aereo. Quelli che ET vedrebbe puntando la Terra.
Poi ci sono i cugini della terra che stanno emergendo dall’analisi dei dati della missione Kepler, in collaborazione con numerosi telescopi ottici a terra. La NASA ha recentemente annunciato la scoperta di un pianeta simile alla Terra con un’orbita di 385 giorni intorno alla stella Kepler 452. Potrebbe essere roccioso e la distanza dalla sua stella è quella giusta per garantire la possibilità di esistenza di acqua liquida sulla superficie del pianeta.
Scommetto che sarà uno dei primi obiettivi del nuovo SETI, anche se non c’è speranza di avere notizie a breve. Kepler 452B è a 1400 anni luce da noi ed eventuali conversazioni con ET (se c’è) richiedono persino più pazienza (e perseveranza) di quella mostrata da Frank Drake.
Patrizia Caraveo, Il Sole 24 Ore 9/8/2015