Maurizio Porro, Corriere della Sera 9/07/2015, 9 luglio 2015
ANDY GARCIA: «COPPOLA? UN BURATTINAIO» CRITICO LA STAR: «OGGI UN FILM AD ALTO BUDGET VIENE ROVINATO DALLE CHIACCHIERE IN RETE»
LOCARNO Week end americano al Festival di Locarno: lo straziante James White di Josh Mond, le cui assonanze col film di Moretti Mia madre sono impressionanti, il pugile Jake Gyllenhaal che ritrova onore, dignità e pure retorica in Southpaw di Fuqua e il divertentissimo Trainwreck di Judd Apatow, sfracello di risate.
La star premiata Andy Garcia (seconda celebrità cubana dopo Tomas Milian) ricorda la fuga dal regime castrista che anche oggi gli pare tanto attivo tanto da impedire a lui il ritorno a casa, a Hollywood di produrre insieme. Il giovanotto, guardato con languore da signore e ragazzine, ha vissuto a Miami e Los Angeles, vedendo due film di 007 al mattino e allenandosi a baseball col «mister» Mickey Rourke.
«Bene lo sport, pure oggi gioco a golf, ma non ero fatto per il teatro: alle audizioni fui scartato, mi prendevano solo a caricare merci durante le tournée. Sono passato di maestro in maestro, dall’improvvisatore Hashby al preciso De Palma degli Intoccabili fino al burattinaio Coppola che mi tenne sulla corda tre mesi prima di scegliermi per il Padrino III , fortuna che alla Paramount ero amico del gran capo Frank Mancuso».
Chi ha alimentato la vena di attore? «La vita che insegna sempre; ma io credo ancora ai sogni che si avverano». Sogni sono stati i film di Frears, Figgis, «attento a evitare gli stereotipi del latino, del messicano e le scene di sesso, che le mie tre figlie non gradirebbero. Io volevo fare il cattivo: per convincere Hashby accesi un sigaro nel suo ufficio e insultai la sua segretaria».
E oggi? «Oggi ci sono altre possibilità, le serie tv sono una scelta. Ma tutti parlano di cinema spesso senza sapere nulla: si fa la recensione della recensione, mentre un film ad alto budget viene rovinato dalle chiacchiere in rete».