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 2015  luglio 09 Giovedì calendario

PREDE E PREDATORI STORIA DI UNA DIFFICILE CONVIVENZA E DEL NOSTRO FALLIMENTO DI FRONTE ALLA NATURA

C’è qualcosa d’assurdo nella storia del cinghiale nel nostro Paese. Sempre più numerosi razzolano non solo nelle campagne, monti e colline, ma anche alle porte delle città. Accade in Italia e non solo. Ne sono stati abbattuti a Berlino, altri fotografati a New York e, per tornare da noi, ricordo le immagini, viste sulle pagine di un quotidiano, di un cinghiale che si aggirava sui tetti di una casa a Sillano in provincia di Lucca. L’aggressione di queste ore in Sicilia conferma la gravità della situazione. L’assurdità sta nel fatto che questi animali invasivi, numerosi e dunque pericolosi, sono stati immessi nel nostro Paese a partire dagli Anni 50, a scopo principalmente venatorio. I capi immessi dapprima erano importati dall’ Est Europa, ma poi sono stati rilasciati in natura cinghiali allevati — in allevamenti nazionali — nati perciò in cattività e ibridati col maiale. Il ripopolamento è proseguito così, per anni, con scarso rispetto dei criteri di pianificazione faunistica, con immissioni non programmate, fino all’abusivismo e all’anarchia. Questo nonostante le linee guida rese note da tempo dal ministero dell’Ambiente e da Ispra. E ora tutti a esprimere stupore e lamentazioni per il fatto che i cinghiali sono ovunque, tantissimi, di grande stazza (perché così li abbiamo selezionati). Come noto, poi, sono prolificissimi, fino a oltre una decina di cuccioli per parto, con conseguente costante incremento delle popolazioni. Anche perché i predatori naturali, lupi soprattutto, in Italia, nel frattempo, erano stati fatti fuori e, quando si è iniziato il recupero, a lungo se ne è contrastato e tuttora si contrasta il ritorno. Come se i predatori non servissero a niente, come se i principi basi dell’ecologia e della biologia fossero solo chiacchiere di ricercatori. Insomma, in questo quadro l’esplosione demografica del cinghiale non poteva che essere attesa e scontata. Emergenza fauna, è stato scritto sulla stampa a proposito dei numeri insostenibili di cervi, caprioli, cinghiali nel nostro Paese. Nel contempo lupi e orsi, sono classificati «specie problematiche» con esplicite proposte, avanzate periodicamente dalle diverse amministrazioni, di imbracciare le doppiette per risolvere i problemi. La convivenza fra l’uomo e le altre specie sembra davvero difficile e forse non resta che ammettere il fallimento di Homo sapiens e il successo di Sus scrofa, il cinghiale.