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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

LA CAPITALE SPIEGATA IN 100 MAPPE DEL TESORO

Si può raccontare la biografia di Roma anche attraverso le sue mappe stratificate nei secoli. Lo hanno fatto quattro studiosi francesi, Aurélien Delpirou, Eleonora Canepari, Sylvain Parent, Emmanuelle Rosso, nel volume «Storia di Roma in 100 mappe. Dal IX secolo a. C. ai giorni nostri», Leg edizioni. È come se gli autori avessero osservato dall’alto i tremila anni scorrere sul sito della città, annotando le sue trasformazioni geografiche e storiche, dipingendo le mutazioni del territorio e del paesaggio, registrando le stratificazioni architettoniche e urbanistiche, le edificazioni e le distruzioni, i recuperi e i riutilizzi. Si parte dai primi insediamenti delle tribù italiche sulle ripide colline circondate da valli paludose. E si scopre che la trama delle strade, disordinata e caotica, della città odierna, risale al fatto che Roma fu fondata a casaccio dal primo occupante, e non tracciata secondo un piano regolatore come successe per altre metropoli sorte su territori meno accidentati. Qui le pianure sono quelle formate dai meandri del Tevere, oggi occupate dai rioni di campo Marzio, Trastevere, Prati. Ma per renderle edificabili sono stati necessari pesanti lavori di bonifica e drenaggio, intrapresi già nel periodo della monarchia, a partire dal VII secolo a. C. Ed ecco la prima mappa: il solco tracciato da Romolo intorno al Palatino, un quadrilatero segnato ai vertici da quattro templi. Si assiste, al culmine dell’impero, allo straripare dell’agglomerato urbano oltre le Mura Serviane. Roma diventa la più grande città del mondo mediterraneo. Si rimpicciolisce invece nel Medioevo, quando perfino i Fori si spopolano. Arriva il Rinascimento e il cuore della città torna a vivere, trasformato dai papi. Nell’età barocca si urbanizzano nuove zone a nord e a est della città, per far fronte alla domanda di alloggi di nuovi abitanti, attratti dalla fama del suo splendore. Poi ancora la paralisi. Nel corso dell’Ottocento, mentre in tutte le capitali dell’Europa occidentale fervono le trasformazioni urbanistiche e industriali, la Città Eterna sembra una bella addormentata. Recupera il tempo perduto tra il 1951 e il 1976, anche troppo in fretta, con la costruzione caotica di 60 mila alloggi, soprattutto nelle zone vergini dell’Agro. Proliferano le periferie abusive e si parla di «secondo Sacco di Roma». Nel centro storico parte un’intensa campagna di scavi, che riportano alla luce quel che resta della città antica. Lo storico Julien Gracq, vedendo queste «viscere» esposte ai visitatori, definisce Roma «l’unica città al mondo che assomigli a un’autopsia». Nell’ultimo capitolo del volume, anche una mappa dei luoghi dove sono stati girati i film che hanno fatto di Roma la città più sognata .
Lauretta Colonnelli