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 2015  maggio 20 Mercoledì calendario

OPPO, PITTORE CHE INVENTO’ LE QUADRIENNALI ROMANE

Con cinquanta dipinti, venti disegni, venti bozzetti scenografici, quattro costumi realizzati per il Teatro dell’Opera di Roma, si è inaugurata ieri la prima mostra dedicata a Cipriano Efisio Oppo, a oltre mezzo secolo dalla morte, avvenuta nel 1962.Fu uno dei grandi protagonisti dell’arte del ‘900, colpito da damnatio memoriae alla caduta del fascismo. L’aver dipinto ritratti memorabili non lo salvò dalla colpa di aver assunto, durante il regime, ruoli importanti: da fondatore delle Quadriennali romane a deputato del Parlamento, da Accademico d’Italia a organizzatore delle Biennali veneziane e di innumerevoli mostre sindacali. La mostra, che resterà aperta fino al 4 ottobre presso il Casino dei Principi a Villa Torlonia, è curata da Francesca Romana Morelli e Valerio Rivosecchi. Il percorso va dalle opere giovanili legate al clima della Secessione a quelle più intimiste del dopoguerra, passando per il dialogo con i giovani protagonisti della Scuola romana all’avventura della Galleria della Cometa, dall’Esposizione universale di Barcellona nel 1929 a quella di New York, dieci anni dopo. Si scopre dalle lettere che inviò alla moglie durante il suo primo viaggio nella metropoli americana, nel 1931, che Oppo era anche un affascinante affabulatore. Scrisse dalla terrazza dell’Empire State Building, all’ottantesimo piano del grattacielo: «Poi ci sono un’altra quindicina di piani per arrivare alla punta ove attraccano i grandi dirigibili argentei. Un chiaro bar, vetro e argento, e una terrazza ove tira grande il vento». La lettera è conservata nell’Archivio Oppo, che il nipote Paolo Nasso, figlio della figlia Eugenia, ha aperto al pubblico e che è quasi interamente inedito. Contiene oltre centomila documenti e una biblioteca di circa ottocento volumi. Li salvò, nel novembre del 1944, un ufficiale inglese, ex insegnante di storia dell’arte, che capitò nella villa di Oppo sull’Aventino, all’epoca occupata dal comando americano. Gli occupanti, ai primi freddi, avevano cominciato a buttare nella stufa carte, cornici e anche pezzi di mobili. Il nostro collega Edoardo Sassi, che per qualche ora ha messo il naso nell’archivio, racconta in un intervento nel catalogo di aver riesumato una lettera affettuosa del comunistissimo Renato Guttuso al fascistissimo Cipriano Efisio Oppo (datata 15 settembre 1952). E anche un documento con cui il ministero della Cultura popolare autorizzava, nel 1942, la collaborazione di Alberto Moravia alla rivista «Bellezza» ‘ diretta in quegli anni da Oppo insieme all’architetto Gio Ponti ‘ a condizione, si legge, «che gli scritti siano firmati con pseudonimo».
Lauretta Colonnelli