9 agosto 2015
NEL PADOVANO
Trovato morto nel supermercato
con un coltello piantato nel cuore
Non ha lasciato nessun biglietto. Un post su Facebook tre giorni prima della morte
PADOVA L’hanno trovato morto con un coltello piantato nel cuore. Era all’interno del supermercato Famila di Curtarolo, dove lavorava. Nonostante gli immediati soccorsi, per Andrea Facco, padovano di 36 anni, non c’è stato niente da fare. Subito l’ipotesi del suicidio. Ma con il passare delle ore gli inquirenti non escludono nessuna pista, anche se, l’ipotesi del gesto volontario sembra essere sempre la più accreditata. Il sei agosto infatti, tre giorni prima della morte Facco aveva postato una frase su Facebook che non lascerebbe molto spazio ai dubbi: «Le cose si rompono in continuazione. Bicchieri, piatti, unghie. Le promesse. I cuori. I c.». E subito dopo un suo commento allo stesso post: «Specialmente le ultime due». Sul corpo non sono stati riscontrati segni di violenza che possano far pensare a un omicidio, né l’ipotesi dell’incidente sembra aver molto credito. Non ha lasciato nessun biglietto.
10 agosto 2015
****CURTAROLO I familiari di Andrea Facco, il macellaio di 36 anni trovato morto domenica pomeriggio con un coltello conficcato nel cuore all’interno del supermercato Famila di Curtarolo nel quale lavorava, non sono convinti che si tratti di suicidio. O per lo meno nutrono dei forti dubbi.
«Lo escludiamo categoricamente» dichiara la zia, sorella della madre del ragazzo, Rina Mariella «Andrea non aveva nessun motivo per fare un gesto del genere, addirittura sabato sera aveva cenato a casa e poi era andato con la nipote a ballare».
Insomma, a casa Facco sono convinti che c’è un’altra verità, ancora tutta da scoprire, dietro l’agghiacciante fatto di cronaca. Andrea Facco abitava alle Cocche di San Giorgio delle Pertiche con la madre Rina Mariella e il papà Elio, ultimo di quattro fratelli: Valter, Massimo e Barbara. Ieri alle 13 Facco non era uscito con i colleghi per il pranzo, a trovarlo ormai privo di vita alla riapertura delle 15 è stata una collega.
La porta del laboratorio era socchiusa, per terra alcuni pezzi di carne e, riverso al suolo, lui, il macellaio. Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri che, dopo le prime indagini, hanno stabilito che si è trattato di suicidio. I familiari, però, non ne sono convinti. La tragedia si è consumata probabilmente nel breve arco di tempo della pausa pranzo. I dipendenti del supermercato hanno lasciato il loro posto di lavoro alle 13 e nessuno ha fatto caso se fosse uscito anche Andrea Facco.
A casa la madre Rina Mariella aspettava il suo ragazzo per il pranzo e, non vedendolo arrivare, lo ha cercato al cellulare. «Ma lui non rispondeva», racconta la zia materna, «e dopo un po’ scattava la segreteria. Nemmeno il supermercato rispondeva». Così la donna, preoccupatissima, ha detto al marito di vestirsi in fretta per andare a vedere cosa fosse successo.
Rina ed Elio Facco sono arrivati in via Valsugana nel momento in cui nel parcheggio del Famila stavano entrando un’ambulanza del Suem di Cittadella e i carabinieri. Posato sul prato c’era anche l’elisoccorso. Nel vedere lo spiegamento, i coniugi Facco sono stati assaliti da un presentimento. Pensavano però che il figlio si fosse ferito lavorando.
La realtà che si sono trovati ad affrontare era purtroppo peggiore, terribile. Nell’immediatezza i militari dell’Arma non avevano escluso alcuna ipotesi: dall’infortunio fino all’omicidio, tant’è che da Padova è arrivato anche il comandante del Nucleo investigativo dell’Arma Danilo Lacerenza. I rilievi sono proseguiti per tutto il pomeriggio, sono anche stati sentiti tutti i colleghi di Facco. Ed è emersa una diversa verità: il trentacinquenne si è tolto la vita con un colpo secco al petto: la lama ha raggiunto il cuore.
È quanto hanno stabilito gli investigatori, che non hanno trovato nessun segno di scivolamento che potesse avvalorare la caduta accidentale, oltre al fatto che non sono stati trovati segni di colluttazione. Inoltre non era possibile uscire dal laboratorio senza sporcare o lasciare segni sul pavimento. Verranno anche visionate le riprese delle telecamere di sicurezza.
Si sa per certo che Facco non ha lasciato nessuno scritto, non è escluso che il suo cellulare possa contenere messaggi utili alle indagini. C’è da aggiungere che il trentacinquenne ha cambiato il suo profilo Facebook il 6 agosto, tre giorni fa, scrivendo una frase alquanto emblematica.
La salma di Facco è stata trasportata all’Istituto di medicina legale di Padova, sarà fatta l’autopsia. «L’attendiamo anche noi», dicono i familiari, che non si rassegnano, «perché non
crediamo alla tesi del suicidio. Come fanno a stabilirlo? Andrea non aveva dato nessun segnale, era una persona allegra e non aveva problemi di alcun tipo. Aveva avuto una storia sentimentale, ma era chiusa e con la ragazza erano rimasti in buoni rapporti. Ci dev’essere un’altra spiegazione».