Notizie tratte da: Lukas Thommen # L’ambiente nel mondo antico # Il Mulino 2014 # pp. 192, 15 euro., 9 agosto 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 51
(L’ambiente nel mondo antico)
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GORDIANO III E LA SUA CORTE DI ANIMALI –
Ecologia. Ecologia, dal greco oikos (la casa e la sua gestione) e logos (razionalità, intelletto).
Mare. Nel mondo antico il livello del mare era circa 1,5-2 metri più basso di oggi e già si innalzava gradualmente a causa dello scioglimento dei ghiacci e delle calotte polari.
Sapienza. «La sapienza consiste nel dire il vero e nell’agire secondo natura, prestandole ascolto» (Il filosofo Eraclito di Efeso).
Vegetariani. Il riguardo nei confronti degli animali e il vegetarianismo risalgono all’epoca dei pitagorici. L’allievo di Aristotele Teofrasto, nel IV secolo a.C., raccomanda la protezione degli animali per ragioni etiche e critica i sacrifici cruenti.
Romani. I Romani consideravano alberi, foreste e prodotti della terra come doni degli dei, ma erano in grado anche di addomesticare la natura e di sfruttarla. Il fatto di riuscire a domare la terra attraverso la bonifica, la divisione in lotti e la costruzione di strade veniva celebrato come una vittoria sulla natura selvaggia.
Distruzione. «La distruzione delle risorse naturali ha portato alla rovina il genere umano». (Plinio il Vecchio).
Orto. L’orto, la più antica tipologia di giardino romano. Chiamato la «seconda dispensa» del contadino, forniva un contributo significativo all’alimentazione e rappresentò un complemento per l’agricoltura, che forniva i cereali come alimento di base. Nei giardini erano prodotti vino, olio e frutta. Dal 74 a.C. arrivarono le ciliegie, importate dal mar Nero, le albicocche dall’Armenia, e le pesche, dalla Persia. Di grande importanza erano inoltre i fichi, che venivano coltivati in molte varietà.
Animali. L’imperatore Gordiano III (238-244 d.C.) manteneva un recinto per gli animali a Roma presso la Porta Praenestina, l’odierna Porta Maggiore, con 32 elefanti, 10 alci, 10 tigri, 60 leoni, 30 leopardi, 10 iene, 6 ippopotami, un rinoceronte, 10 leoni (bianchi o selvatici), 10 giraffe, 20 asini selvatici e 20 cavalli selvatici, che poi furono sacrificati durante i giochi per il millenario di Roma nel 248 d.C.
Pasti. I pasti dei romani erano tre: colazione, pranzo e cena. I primi due, considerati secondari, erano costituiti prevalentemente di pietanze fredde. A colazione: acqua, pane e formaggio, uova, olive, capperi o latte e miele. A pranzo: pane e formaggio, carne fredda, salsicce, verdura, frutta con acqua o vino.
Cena. Una cena completa (tre portate): l’antipasto (gustatio), solitamente servito freddo, insalate, verdure crude, uova e pesce o crostacei; la portata principale, con piatti di verdure cotte e carne; il dessert (secunda mensa), dolci e frutta. Un banchetto (convivium) poteva durare 8-10 ore, cioè fino all’alba del giorno successivo, accompagnato da molti intrattenimenti, come musica, danza e giochi.
Cocci. Vino, salsa e pesce erano trasportati in anfore. Poi queste venivano abbandonate sul Tevere, a sud di Roma, e formavano un’enorme montagna di cocci, l’odierno Testaccio.
Curatores. I curatores aquarum, responsabile dell’approvvigionamento idrico della città, della conservazione delle strutture, avevano 700 dipendenti.
Foreste. Secondo una stima moderna, nell’impero romano venivano tagliati annualmente circa 5.400 ettari di foreste.
Traffico. Il fastidio del traffico carrabile era talmente grande che già al tempo di Cesare si adottò, all’interno della cerchia urbana, un divieto di circolazione per le vetture durante il giorno, con l’eccezione dei mezzi per la raccolta dei rifiuti e dei veicoli per l’edilizia.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 9/8/2015