Antonio Padellaro, il Fatto Quotidiano 8/8/2015, 8 agosto 2015
GIORNALISTI MINACCIATI, E SE MAGGIONI E FRECCERO…
Mentre nelle stanze Rai, dopo le nomine, si svolge la consueta, affannosa ricerca di maniglie con i nuovi potenti per qualche strapuntino (perfino: “Mia moglie ha conosciuto la sua dal coiffeur e gli ho fatto chiedere un appuntamento”), secondo la commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, dal 2006 al 2014, ci sono stati più di duemila atti di ostilità nei confronti dei giornalisti, con un picco di quasi tre intimidazioni ogni due giorni. Eppure si parla moltissimo delle cordate interne ai tg e quasi nulla della corda che strangola l’informazione, soprattutto da Roma in giù. Leggiamo nella importante relazione di Claudio Fava che 11 sono i cronisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo in questi anni, mentre 20 sono quelli che vivono sotto scorta. C’è una bella differenza tra lavorare sotto la luce dei riflettori in un ambiente protetto e ovattato (vale anche per me, ovvio) e chi è costretto a scrivere per pochi euro e nell’ombra di qualche testata locale, notizie fastidiose per quel politico o quel boss. Non di rado con editori “attenti a pretendere il silenzio delle loro redazioni su fatti o nomi innominabili”. Eppure sembra non freghi niente a nessuno. E se, cari colleghi Maggioni e Freccero, la “nuova” Rai portasse queste storie in prima serata, non rendereste un doppio servizio pubblico? Per aiutare un giornalismo coraggioso e di trincea? E per dare un segnale a lecchini e ruffiani?
Antonio Padellaro, il Fatto Quotidiano 8/8/2015