Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 08 Sabato calendario

TELECOM, UTILE IN CALO A 29 MILIONI PER ACCANTONAMENTI E SANZIONI

Litigation e sanzioni regolamentari guastano la festa a Telecom dopo un trimestre che aveva evidenziato segnali di ripresa sul mercato domestico, in particolare nel mobile, vero anello debole degli ultimi anni. L’utile netto del primo semestre è stato infatti schiacciato a 29 milioni sotto il peso di ben 399 milioni di oneri non ricorrenti. La posta - spiega una nota - comprende oneri derivanti da processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, ma soprattutto «oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a passività correlate ai suddetti oneri»,oltre che oneri per vertenze con ex personale dipendente e passività con clienti e/o fornitori. Senza l’effetto di queste poste straordinarie e senza gli effetti tecnico-contabili del buy-back di bond e della valutazione del convertendo, il risultato netto sarebbe cresciuto a 650 milioni rispetto ai 543 milioni della prima metà del 2014.
I ricavi si sono attestati a 10,1 miliardi, in calo del 4,3% sul dato dello stesso periodo precedente e del 3,3% in termini “organici”, escludendo cioè l’effetto della variazione dei cambi e del perimetro di consolidamento. Il peso delle poste straordinarie si è fatto sentire anche sull’Ebitda, sceso del 16,4% a 3,6 miliardi, con una marginalità calata al 36%. La flessione, a parità di cambi e perimetro e senza tener conto degli oneri non ricorrenti, sarebbe stata limitata al 5%.
Gli investimenti industriali nel periodo sono stati pari a 2,15 miliardi, con un incremento di 439 milioni (+25,7%). In particolare 1,5 miliardi sono relativi al mercato domestico e 637 milioni al Brasile.
L’indebitamento finanziario netto si è attestato a 28,358 miliardi rispetto ai 28,021 miliardi di fine 2014. L’indebitamento netto rettificato - pari a 26,992 miliardi al 30 giugno - è diminuito nel secondo trimestre di 438 milioni rispetto al 31 marzo. Il margine di liquidità, 13,4 miliardi, copre le scadenze dei prestiti per almeno i prossimi 24 mesi.
Soprattutto il secondo trimestre ha evidenziato un’inversione del trend tra Italia ed estero, con ilmercato domestico che «ha confermato un progressivo recupero su base trimestrale, con una minor flessione rispetto ai trimestri precedenti», e col Brasile che ha risentito invece del «deterioramento dello scenario macro-economico, che ha determinato una contrazione della domanda interna, una crescita dell’inflazione e un marcato deprezzamento del cambio». I ricavi sul mercato domestico si sono attestati a 7.375 milioni nel semestre (-2,1%, -2,5% a livello organico), con il secondo trimestre in flessione limitata all’1,6%. L’Ebitda relativo alle attività italiane segna una riduzione contabile del 18,7% a 2.846 milioni, per i motivi sopra citati, mentre in assenza di oneri straordinari e a livello organico la flessione sarebbe risultata pari al 5,8% con un’incidenza sui ricavi del 43,9%. Nel secondo trimestre, in particolare, il calo dell’Ebitda sarebbe stato contenuto allo 0,9%. I ricavi del Brasile sono stati pari a 8,9 miliardi di reais (-6,1%), l’Ebitda a 2,6 miliardi (-1,8%), ma la traduzione in euro ha peggiorato il contributo della controllata carioca. Telecom prevede tuttavia per la seconda parte dell’anno «un progressivo miglioramento della performance operativa sia sul mercato domestico sia in Brasile».
Nel corso del cda, che si è tenuto giovedì, si è discusso anche dei rimedi per porre fine a una situazione di eccessiva litigiosità con gli operatori alternativi e di rischio sanzioni per l’incumbent che, come si è visto, ha pesato non poco sui risultati del periodo. In particolare sulla divisione Open Access, che riguarda la rete d’accesso, si profila la possibilità di una riorganizzazione e di un adeguamento informatico che ponga sullo stesso piano la struttura commerciale di Telecom con quella degli Olo, con l’obiettivo non solo di attenuare le problematiche regolamentari, ma - come ha spiegato l’ad Marco Patuano - anche di garantire un miglior servizio ai concorrenti-clienti all’ingrosso. Un processo di trasformazione che andrà concordato con l’Agcom (e con l’Antitrust) sul quale il consiglio ha chiesto un approfondimento per valutarne costi e benefici. «Ma non stiamo pianificando la separazione della rete - ha chiarito Patuano - Stiamo discutendo cosa fare con il regolatore e gli Olo per assicurare un miglior servizio evitando investimenti non necessari».
Nelle domande degli analisti è tornata anche la questione della conversione delle azioni di risparmio. «È un argomento di cui si dovrà discutere nella seconda parte dell’anno: a oggi una posizione non c’è - ha risposto l’ad - Lo strumento non è moderno e infatti ben poche società in Europa hanno azioni della categoria. Non è tanto un tema del “se”, quanto piuttosto del “quando”».
Sui contatti con il nuovo socio francese, Patuano ha confermato l’incontro, insieme con il presidente Giuseppe Recchi, col ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine che il mese scorso ha fatto visita a una serie di interlocutori istituzionali, senza scendere però in dettagli operativi. Patuano ha invece detto di avere appreso dai media della visita del presidente Vincent Bolloré al premier Matteo Renzi che «ci dicono essere stata costruttiva».
Infine, è da segnalare che nel consiglio di giovedì è stato portato anche il rapporto finale della Kpmg sull’attività della direzione acquisti che non ha evidenziato fatti censurabili né nel comportamento del responsabile Edoardo Perone, né della catena manageriale superiore, confermando che le procedure aziendali in materia non presentano anomalie. L’indagine era partita sulla base delle segnalazioni di due lettere anonime che si sono rivelate senza fondamento. Kpmg ha fatto però un paio di rilievi a proposito della posizione di un fornitore relativa al 2007 e sull’opportunità di ridurre le assegnazioni dirette su richieste che provengono dalle linee operative.
Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore 8/8/2015