Valentina Conte, la Repubblica 8/8/2015, 8 agosto 2015
RISORSE DOPPIE PER LE STRADE E NUOVI CANTIERI FERROVIARI ECCO LA RICETTA ANTI-DECLINO
ROMA.
Non tutto è fermo, se si parla di Sud (e non tutto si ferma ad Eboli). Un piano per le infrastrutture ad esempio esiste. E negli ultimi mesi ha conosciuto una certa accelerazione. Su almeno quattro grandi direttrici: fondi europei, manutenzione delle strade, cura dell’acqua e del ferro, ovvero porti e alta velocità. Più che un piano sembra un programma di rammendo. Con una filosofia di fondo, interpretata dal neo ministro Graziano Delrio: smuovere denari e progetti impantanati, prendersi cura del territorio ferito, semplificare e correre.
Solo nell’ultima settimana, ad esempio, la Commissione europea ha approvato il programma operativo nazionale sulle infrastrutture (il Pon reti che vale 1,8 miliardi, tutti per il Sud). Il Cipe ha bollinato il contratto di programma dell’Anas da 1,1 miliardi (di cui 422 milioni per le strade e i viadotti del Mezzogiorno). Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al piano strategico per la portualità (le 24 autorità, ognuna un mondo a sé, tengono fermi 5 miliardi di investimenti). Le Ferrovie dello Stato hanno dato una bella scossa all’alta velocità Napoli- Bari e Palermo-Catania-Messina, così che entro ottobre possano partire i cantieri delle opere propedeutiche ai due cruciali assi per il Sud (dal 2016 i cantieri veri e propri). Assi che costano quasi 15 miliardi: 6 miliardi la Napoli-Bari (di cui 3 stanziati) e 8,9 miliardi l’altra (con 830 milioni già individuati). Ma che a regime promettono di raggiungere Bari da Napoli in due ore e da Roma in tre. Di arrivare a Catania da Palermo in un’ora e 44 minuti e da Messina in 43 minuti. Per ora sogni.
L’approvazione del Pon reti (per il periodo 2014-2020) è una buona notizia per il Sud. Basta scorrere l’elenco delle cinque aree interessate: quadrante sud orientale della Sicilia, polo logistico di Gioia Tauro, sistema pugliese, logistica campana, quadrante occidentale Sicilia. L’altra ottima notizia è il contratto di programma Anas, appena approvato dal Cipe. Un miliardo e 115 milioni per 254 interventi nazionali di cui 422 milioni per 152 strade meridionali (il 39%, tutti nel 2015). Così suddivisi: 12 in Basilicata (28 milioni), 29 in Calabria (106 milioni), 22 in Campania (48 milioni), 14 in Puglia (35 milioni), 23 in Sardegna (55 milioni), 42 in Sicilia (127 milioni). Ossigeno puro, viste le recenti vicende, anche tragiche, di dissesto. Proprio ieri l’Anas ha annunciato l’apertura dei cantieri sull’A19 (la Palermo-Catania) per il tristemente famoso viadotto Himera, il pilone colpito dalla frana e crollato in aprile. Con uno sforzo per bruciare i tempi della burocrazia.
A scorrere le pagine del contratto di programma Anas per il 2015 si capisce meglio la filosofia di Delrio, sposata in pieno dal neo presidente Gianni Vittorio Armani ( arrivato in Anas da appena due mesi e mezzo, dopo il regno di Ciucci), con il quale la collaborazione pare assai «proficua». Precedenza a manutenzione e completamenti, con cifre raddoppiate rispetto al 2014 (oltre un miliardo anziché 500 milioni) e dirottate su opere piccole, anziché nuove e faraoniche. Tra i completamenti concentrati nel Mezzogiorno, c’è ad esempio lo svincolo di Scilla della mitica A3, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un tratto della strada statale 182 delle Serre Calabre. Il primo lotto della 291 sarda da Alghero ad Olmedo. Sei interventi di manutenzione straordinaria in Sicilia per i viadotti (68 milioni di cui 30 per la demolizione e ricostruzione dell’Himera). Oltre agli 11 milioni per i lavori sulla E90, tratto Jonica. E poi messa in sicurezza di barriere e protezioni, impianti di illuminazione e così via.
Se consideriamo l’intero piano pluriennale dell’Anas da 20 miliardi per il quinquennio 2015-2019, più della metà sono destinati al Sud. Si tratta di 10,3 miliardi da spendere anche per il potenziamento della rete e per nuove opere.
Valentina Conte, la Repubblica 8/8/2015