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 2015  agosto 08 Sabato calendario

LA SCUOLA È GIA’ FINITA, TRA I PALI C’È SCUFFET

La favola di Simone Scuffet deve continuare. Ma deve essere riscritta. Magari con un finale ancora più bello. Ieri il diciannovenne portiere di Remanzacco, che nel frattempo ha conseguito il diploma di ragioniere e non sta più con la fidanzata del liceo, è arrivato a Como accompagnato dal procuratore Claudio Vagheggi. Comincia la sua prima vera avventura da calciatore. «La scelta giusta per me, il campionato di B va bene, per me è tutto nuovo anche perché è la prima volta che vado via di casa».
CONTRATTO Professionista lo è già perché l’Udinese, che lo ha girato in prestito secco al club neo promosso in Serie B, gli aveva già ben adeguato il contratto (dovrebbe aggirarsi attorno ai 350 mila euro), non dopo le ottime 16 partite giocate in A con Francesco Guidolin, che non ebbe esitazioni a gettarlo nella bolgia di Bologna, ma dopo le avances respinte dell’Atletico Madrid. Simone disse no. Seguì l’istinto e il ragionamento, papà, mamma e l’allora fidanzata. E poi sempre meglio avere un diploma in tasca e completare il percorso di maturazione a Udine. Dove Andrea Stramaccioni, tecnico del dopo Guidolin, fu chiaro da subito: «Scuffet è un ottimo portiere, ma deve maturare». Il bimbo, diventato prodigio, soprattutto a livello mediatico, dopo l’impresa a casa Inter che ai nerazzurri costò la Coppa Italia e a lui fruttò telecamere dappertutto, non fu così felice, ma si adeguò. Davanti aveva un Dio greco come Orestis Karnezis che nel campionato scorso si è rivelato uno dei migliori. A Scuffet sono rimasti due gettoni, uno da subentrato e la vetrina finale di Cagliari dove non ha sfigurato. Oltre alla Coppa Italia, dove però l’Udinese non è andata in semifinale come l’anno precedente.
FUTURO Logico che in questa situazione l’unica soluzione fosse quella di andare a giocare. «Abbiamo scelto una società con la quale condividiamo il percorso di crescita di Scuffet che può ancora diventare il nostro numero uno. Col Como condividiamo tutto», dice il d.s. Cristiano Giaretta dell’Udinese. La società, che ha il compito di chiarire se Scuffet è un fenomeno o un portiere normale, collaborerà con l’Udinese nella gestione economica. Gigi Di Biagio è convinto che Scuffet sia un portiere di qualità e lo ha convocato per il raduno dell’Under 21. Bisogna capire se davvero ci crede l’Udinese che sta ormai andando verso la scelta di affidare al ‘97 Alex Meret (seguito pure da Conte) il ruolo di secondo di Karnezis. Il venezuelano Romo, classe ‘90, è stato mandato al Watford. Un’autostrada per Meret, che con Scuffet finora ha diviso tante cose, ma secondo l’opinione pubblica è più forte del collega.
L’ARRIVO Scuffet ha sofferto, ieri pure la mamma si è chiusa a riccio: «Non voglio più parlare di questa storia». Forse manca un po’ di serenità per una vicenda che qualche contorno poco chiaro ce l’ha. La verità è che Scuffet non era allora l’erede di Buffon e forse non lo sarà. Ma andando a Como fa una scelta intelligente perché giocherà. «In questa decisione è stato importante Alex Brunner, che mi ha allenato per anni e a Como ha giocato. Penso che mi abbia consigliato bene», ha detto ieri a Como. Dove lo seguirà Fabrizio Paese, uno che di portieri se ne intende visto che ha seguito pure Buffon e Toldo. Chi pensa che Simone dovesse andare dritto in A si sbaglia. Anche le neopromosse cercano l’esperienza. Vedi Carpi che ha scelto proprio il bianconero Brkic, preso a gennaio pure dal Cagliari che pensò, sbagliando, alla linea verde. Anche Cragno, potenziale fenomeno, per la A non era pronto.
(ha collaborato L. Cavatorta)