Alessandra Retico, la Repubblica 8/8/2015, 8 agosto 2015
LO SHOW ARTIFICIALE DELLA BIMBA ALZAIN SPACCA IL NUOTO –
Baby mondiale. Alzain Tareq, 10 anni, la nuotatrice più giovane che c’è. Flash, selfie, interviste. Ai campionati di Kazan, è lei la star. Mai nessuna prima, così piccola, a un campionato. Il circo mediatico impazzisce per la mini atleta del Bahrain. Curiosità, dubbi. Ma non sarebbe meglio mandarla al parco giochi? Alzain è seduta in camera di chiamata prima dei 50 farfalla, i piedini non le toccano neanche per terra, penzolano nel vuoto. Fa la sua entrata verso i blocchi, è magrissima, la testa arriva appena all’ombelico delle altre. Si abbraccia, fa freddo per tutti, figuriamoci per lei in quel costumino su poca carne addosso. Ultima, il 64° tempo, a 16 secondi dal suo idolo, la svedese Sarah Sjostrom: «Lei e anche Cate Campbell, ho fatto foto con loro e anche con Chad Le Clos, sono soddisfatta di questa esperienza e non mi aspettavo tutto questo interesse intorno a me». Più che altro, morbosità. Un’ora in zona mista, dove la stampa può parlare con gli atleti. Allora Alzain, dicci un po’, com’è andata? È andata che non esistono regole della federazione internazionale, la Fina, sui limiti di età per partecipare a un mondiale. Soltanto nei tuffi, per ragioni di sicurezza, è fissato ai maggiori di 14 anni. Vuoto legislativo. Ciascuna federazione fa come crede. La Lega europea del nuoto, la Len, che organizza gli Europei, invece quel limite ce l’ha: non al di sotto dei 14 anni. E dunque eccola qui, l’Ambra delle vasche. La Shirley Temple del cloro. I giornalisti la rincorrono, la mamma maestra d’asilo è a casa, lei qui sta col papà ex nuotatore e suo allenatore, Tareq Salem Juma. Che la protegge dall’assalto dei microfoni ma del tutto non può. «Sono così contenta di stare qui. Voglio essere capace di imparare le tecniche e capire come i campioni nuotano » dice in un inglese splendido. E quanto ti alleni? «Da quando ho 4 anni cinque giorni la settimana due volte al giorno, una alla mattina e una alla sera. Se andrò alle Olimpiadi? Sì, ma lì non voglio arrivare ultima. Se farò record? Per ora è difficile, ma magari quando ne avrò 15 sì». Tra un’eternità, nella vita e nel nuoto. Lo sprinter italiano Marco Orsi: «Io a 10 anni giocavo con le macchinine». Elena Gemo: «Cosa ne penso delle bambine? Giusto fare esperienza, ma a 10 anni non è il contesto adeguato. Vedo tanti bambini nello spogliatoio, non si rendono conto nemmeno di dove sono». Paolo Barelli, segretario della Fina e presidente Len e della Federazione Italiana: «I limiti ci sono in Europa e soprattutto ci sono alle Olimpiadi quindi è giusto che ci siano anche ai mondiali. Non si era presentato il problema fino ad oggi. In effetti il confine è pericoloso». Cornel Marculescu, direttore esecutivo della Fina: «A dir la verità non è la migliore delle situazioni ma vedremo con la commissione tecnica di rivedere le regole». Alzain oggi nei 50 stile, e applausi. L’audience a Kazan cresce, sulle sue spallucce.