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 2015  agosto 08 Sabato calendario

FUSO ORARIO

Il sole o la politica? Quando si tratta di fuso orario, la seconda conta più del primo. Almeno in Corea del Nord, Paese che ha annunciato come il prossimo 15 agosto sarà varato il «fuso di Pyongyang», con le lancette che dovranno obbligatoriamente tornare indietro di mezz’ora, a metà strada tra Pechino, da una parte, e Seul e Tokyo, dall’altra. La ragione? Settant’anni dopo la fine del conflitto mondiale e, soprattutto, della dolorosa occupazione giapponese (1910-1945), il Regno Rosso governato da generazioni di Kim si è accorto che l’orario della penisola coreana era un lascito della colonizzazione e non una scelta autonoma.
«Gli imperialisti giapponesi malvagi hanno commesso crimini imperdonabili come privare la Corea del fuso standard, mentre calpestavano senza pietà il suo territorio con 5.000 anni di storia e cultura alle spalle, perseguendo l’inaudita politica di cancellare la nazione coreana», ha scritto l’agenzia Kcna, organo del regime comunista. La reazione del Sud non si è fatta attendere, con Seul che sottolineava le «difficoltà» che saranno create da orari diversi per un Paese che continua a sognare la riunificazione.
D’altro canto, l’uso politico del tempo non è una novità. E non è esclusiva di quella parte di mondo. In Europa per esempio, i casi di fusi scelti per ragioni diverse da quelle del risparmio energetico abbondano. Dalla Francia che, occupata dai nazisti, si adegua all’orario di Berlino abbandonando quello di Londra (non più recuperato, nemmeno al termine del conflitto). O Francisco Franco che, per compiacere l’alleato tedesco, fa spostare gli orologi in avanti di due ore. E poi l’Ucraina che, nel 1991, come primo atto dell’indipendenza, si sgancia dall’ora di Mosca.
Infine, per tornare all’Asia, c’è il caso della Cina, Paese vasto come l’Europa, che però ha un solo fuso, basato sull’ora di Pechino. E chi viaggia a ovest si può accorgere di cosa significhi prendere un aereo nel mezzo della notte, perché nella capitale sono le otto del mattino. Kim Jong-un si è accontentato di una mezz’ora: certe volte il potere si misura anche così.