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 2015  agosto 07 Venerdì calendario

STILE CATERINA DE MEDICINI

Una biografia di Caterina de’ Medici da leggere sotto l’ombrellone. Non siamo matti, perché questa Caterina la magnifica. Vita straordinaria di una geniale innovatrice (Utet, pp. 226, euro 14) di Lia Celi e Andrea Santangelo, è una biografia molto, molto scanzonata. Che grazie a una scrittura così cordiale da sconfinare spesso nel colloquiale, racconta a tutti come la nipote di Lorenzo il Magnifico riuscì a fare diventare l’Italia di moda in Francia. E per spiegarlo dedica continua attenzione alla cultura materiale, alle cose, che sono poi le protagoniste di questa rubrica. Gli autori sottolineano il ruolo innovatore di Caterina, «madrina di molte delle innovazioni che rendono più piacevole ed elegante la nostra vita, dal gelato alla forchetta, dalla profumeria moderna alle mutande, per arrivare fino ai macarons». E si soffermano sugli oggetti che popolavano la vita del tardo Cinquecento.
Di questa attenzione alla cultura materiale scegliamo due esempi. Il primo sono le armi: «Grazie al potere letale delle armi da fuoco la corazza del cavaliere diviene più un ostacolo alla mobilità che una valida protezione e per la prima volta nella storia avere più soldi ed essersi allenati alla guerra sin dalla nascita non garantisce più la sopravvivenza in battaglia. Un semplice contadino analfabeta può imparare in pochi giorni a sparare con un archibugio, o un moschetto, e può quindi uccidere, da lontano e con tutta calma, un cavaliere pesante, che fino dalla più tenera età era stato allevato ed educato all’arte del combattimento e ai valori morali della cavalleria. Uno shock sociale pazzesco». Il secondo esempio è un’arma impropria: «Si afferma sui deschi anche la primadonna della dieta mediterranea, la pasta, sotto forma di maccheroni (cioè spaghetti) e vermicelli, e di sfoglia ripiena. Proprio per mangiare la pasta, unta e scivolosa, già nel Medioevo viene inventato, forse a Venezia, uno strumento apposito, la forchetta, che per un paio di secoli rimarrà un’usanza solo italiana». Il libro, con questi continui approfondimenti, ha uno stile divagatorio ideale per le letture vacanziere. Uno stile che ha causato l’alto numero di note – 242 in 224 pagine – vere e proprie storie nella storia