Antonio Corbo, il venerdì 7/8/2015, 7 agosto 2015
SULLO YACHT DEI NUOVI RICCHI
Erano d’oro anche rubinetti e pulsanti del bagno. Beati anni Ottanta. Ne sono passati appena trenta, è velocemente cambiato il mondo di grandi e nuovi ricchi, se Io vedi da un oblò. «Dal lusso folle alle tecnologie più sofisticate, dall’ansia di stupire all’ossessione della privacy, tutto diverso, un vero principe arabo di rango vuol nascondersi», osservano nei cantieri di mega-yacht per soli sceicchi e russi.
La Spezia, Viareggio, Ancona, Napoli: italiani che non vendono a italiani. Un motivo c’è. «Nessuno può pagare30-40 milioni almeno per una barca e per giunta esporsi col fìsco». Non si espone neanche chi le fabbrica e vende. «L’anonimato deve essere garantito, se si scopre l’acquirente salta il contratto». A Napoli sono stati consegnati due mega-yacht a fine giugno. Uno da 40 milioni per un magnate russo, l’altro di 70 per un arabo, segreti i loro nomi, figura solo quello del broker. Un cliente si fece notare al momento dell’acquisto: aereo privato (Airbus) fino a Capodichino, dall’aeroporto alla banchina confuso in una delle dieci vetture dell’autocolonna. Per la sicurezza, chiaro. I russi sono accompagnati da almeno una donna, la grande barca è come un dono, una prova d’amore, e sarà lei ad arredarla. Gli emiri trattano da soli, le mogli non decidono nulla e arrivano in elicottero. C’è sempre una piattaforma, touch go, tocca e vai. Le signore spesso trasbordano con il principe in mare aperto. Velocità di crociera 16,5 nodi, autonomia 5 mila miglia.
Visitare una di queste barche da sogno, proibite agli italiani, è possibile salendo a bordo con un designer d’interni in un sabato di giugno. Cantieri Palumbo di Napoli, azienda leader con filiali a Malta e nelle Baleari. Ha un modello standard di 57 metri chiamato Columbus. Ne produce 4 ogni due anni. Collaborano 600 tra tecnici, maestranze e stilisti Arredatori solo italiani, come i tessuti di grande pregio (quasi sempre sete del borgo casertano di San Leucio), impossibile trovare un divano uguale su un’altra barca, moquette soffice cucita a mano come un abito. Alle pareti una lastra di un millimetro, tagliato in America e retro-illuminato: fari o sole mettono in rilievo venature di marmi delle Apuane.
La novità è il gioco degli spazi: in 57 metri c’è tutto quello che prima c’era in 90. Cabine per 12 ospiti del principe arabo, di 14 unito l’equipaggio, inglese per gli sceicchi che puntano sulla Sai-degna o le isole spagnole, comandanti da 15 mila euro mensili anche quando sono a terra, marinai francesi invece per i russi che attraccano spesso in Costo azzurra. Alta tecnologia: per rendere silenziosa la navigazione, per non inquinare... Basta un iPod: accende, spegne e attenua le luci. Convoca hostess, cuoco, barman, governante e la Security (almeno 4 agenti, spesso nordcoreani, più un arsenale). L’equipaggio deve rendersi invisibile: ha una scala coperta sulla fiancato di sinistra. Per principi e ospiti due ascensori. Cabine con sauna. Quella dello sceicco è il triplo, piano inferiore alla sala comando, a prua, con grande vetrato che «attraversa» il mare. Sorprende il letto. A quattro piazze, quasi sette metri quadrati. Il principe non ama sentirai troppo solo.