Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 7/8/2015, 7 agosto 2015
GLI INGLESI RESPINGONO GLI IMMIGRATI. I FRANCESI DEBBONO RIPRENDERSELI COME NOI A VENTIMIGLIA. PAESI PRESTIGIOSI PRECIPITANO NEL RIDICOLO
Dicono coloro che l’hanno visto (giornalisti) o lo vivono (poliziotti) che nel campo di Calais, al calare della notte, a ridosso del mitico Tunnel sotto la Manica , si svolga una specie di partita di rugby fra immigrati e flic. I più giovani e agili cercano di saltare la rete, alta 10 metri con il filo spinato in cima, in certi tratti elettrificata, quelli che ci riescono mimano il gioco, corrono zigzagando con il pacco dei loro abiti a mò di palla ovale, molti vengono abbattuti dai gas urticanti o dai manganelli, chi arriva a meta salta, aggrappandosi alle sporgenze di un camion, di un treno, scompare nell’enorme buco nero dell’Eurotunnel. Mai nome fu più evocativo.
Infilarsi nel tunnel è solo l’inizio, durante il tragitto possono essere individuati da telecamere, da sensori a calore, così all’uscita arrestati e rispediti indietro. Ora Cameron sguinzaglia cani antiimmigrati, imprigiona per 5 anni pure gli inglesi che danno loro ospitalità. I francesi furibondi devono riprenderseli, come facciamo con loro noi italiani a Ventimiglia. Dalla perfida Albione in giù, Paesi prestigiosi, con grandi storie millenarie alle spalle, stanno precipitando nel tunnel del ridicolo.
Ho colto dai racconti un aspetto umanamente bello, la sera, quando intonano le loro melodie africane di viaggi, di sogni infranti, ripetono struggenti cantilene, con i nomi di quelli del campo qua morti, caduti dai camion o dai treni, oppure falciati sull’autostrada A 16.
Eppure, nessuno che ricordi quel marzo 2011, quando due perdigiorno, e le loro elegantissime consorti, decisero di fare guerra a Gheddafi. Motivazioni politiche? Nessuna, però le signore convennero che era un puzzone maschilista, lo confermava anche BHL. Curiosa questa scoperta tardiva, puzzone lo era anche quando piazzava la sua tenda nel centro di Parigi, foraggiava campagne elettorali francesi, ingrassava i banchieri della City e presidi di prestigiose università inglesi. I due guerrafondai da salotto, incapaci di bombardare (si disse che finirono le bombe, dopo una settimana) chiesero l’intervento del Premio Nobel per la Pace (buono quello!). La guerra lampo durò molti mesi, infine un drone a stelle e strisce distrusse il convoglio del puzzone, fu finito con una pistolettata alla nuca. Noti i tre mandanti. Nessuna denuncia al Tribunale dell’Aia.
I due inetti esultarono (il terzo si associò) senza capire la gravità del loro atti, e quale il prezzo l’Europa avrebbe pagato. Oggi, quattro anni dopo, la situazione è al contempo precipitata ed esplosa, milioni di africani, non più trattenuti da Gheddafi, premono sul fronte sud, tutto il peso grava sui due paesi più poveri, Grecia e Italia. L’aspetto positivo è che i veri richiedenti asilo, perché in fuga dalla guerra sono quattro gatti (siriani, eritrei), ora lo sappiamo, e potrebbero essere accolti in modo proporzionale senza particolari problemi: almeno questo, sbrighiamoci a farlo.
In realtà, il problema si è fatto ingovernabile, le leggi in essere sono inadatte alla bisogna. La quasi totalità dei migranti sono giovani africani (a quando gli asiatici?) che vogliono lavoro per un futuro migliore. Sgombriamo il campo dalle bufale. Ogni giovane che fugge lo fa per una scelta ponderata della famiglia, che «investe» da 5 a 8.000 $ per offrire un’opportunità al figlio che più la merita. Questi quattrini servono per pagare spese vive, balzelli, tangenti, via via che costui attraversa gli Stati africani, poi la traversata Libia-Italia (costosa e rischiosa), quindi la risalita dell’Italia fino a Ventimiglia (70 la tariffa per entrare in Francia, dai sentieri carichi di storia del “Vento largo” di Francesco Biamonti), e poi su, su, fino a Calais, per la battaglia finale.
Questi non sono poveri ridotti alla fame, sono figli della classe media, sono (erano) la futura classe dirigente africana. Siamo noi che abbiamo alterato le regole in essere, con decisioni globalizzanti forse giuste ma di certo affrettate. Ora, questi giovani hanno un solo obiettivo: venire a vivere in Europa. Al contempo, nessuno ha detto loro che le leadership occidentali hanno fatto tali e tanti errori di tipo politico ed economico che il bene comune più prezioso, il “lavoro”, in Europa si sta riducendo rapidamente per gli stessi europei, così il welfare. Insomma, ormai indigeni e immigrati stiamo entrando insieme nel medesimo cul de sac. Se va avanti così fra qualche anno scoppieranno guerre fra poveri, indigeni contro immigrati. Di questo dobbiamo essere grati a tre inetti Cameron, Sarkozy, Obama.
L’aspetto per me stupefacente sono i due popoli: gli inglesi hanno rieletto alla grande uno dei colpevoli di questo sconquasso, i francesi, disgustati da uno come Hollande (ne hanno ben donde) pare vogliano rieleggere l’altro (con valigetta atomica e Carlà al seguito). A Torino si dice: suma bin ciapà.
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 7/8/2015